Top Story

“Milano Angels” è il “Redemption album” di Shiva

Dopo le vicende giudiziarie, il rapper di Milano Ovest ha ancora più “Sete” e torna con il suo disco più introverso. Carcere, paternità e un ritorno alle origini

Autore Andrea Florenzano
  • Il6 Settembre 2024
“Milano Angels” è il “Redemption album” di Shiva

Milano Angels sará probabilmente l’album più discusso di questa parte finale del 2024: l’attesa di una risposta di Shiva a tutti coloro che lo avevano criticato e rinnegato, dopo i famosissimi (ormai) fatti di cronaca che lo avevano riguardato tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno, era palpabile. Il rapper di Corsico ha però dimostrato di essere riuscito a lasciarsi alle spalle (per adesso) il momento durissimo che lo ha costretto alla detenzione in carcere e agli arresti domiciliari.

Ovviamente dopo una caduta del genere non si può non fare i conti con le proprie ferite e Milano Angels è proprio questo. Dimostrare a se stessi di saperlo ancora fare: il rap come quando si era ragazzini. La copertina dell’album riprende quella di Milano Demons in cui vediamo piazza Duomo infuocata. Ora, nella nuvoletta sopra la testa del rapper, scorgiamo il centro direzionale appena dopo, o forse appena prima, di una tempesta. Lo sguardo, penetrante e dritto in camera, ricorda le barre di Acciaio, tratte dal secondo album in studio Solo del 2018.

L’album da questo punto di vista ha il sapore di un ritorno alle origini. Se già in Santana Demons era stato buttato lì nella mischia uno skit del 2013 di un giovanissimo Santana Boy, pare che quest’ultima opera abbia più un valore terapeutico quanto musicale. In Milano Angels per Shiva le due cose vanno di pari passo.

Il foglio bianco, o le note del telefono che siano, spesso non danno via di scampo e per Shiva quel pezzo di carta si è rivelato il miglior alleato possibile nell’anno più complicato della sua esistenza. La fama ultra-precoce aveva già portato l’ex ‘bambino indaco’ a fare i conti con la solitudine e con un feedback non sempre clemente nei confronti delle sue barre.

Già dal primissimo album, Tempo Anima del 2017, Shiva aveva bene in mente quale sarebbe stato il suo corso. Quello di un giovane di talento con tanti problemi alle spalle, ma che aveva trovato nella musica rap la sua strada. In Verso orizzonti ammetteva il suo intento: «Tempo Anima è un freestyle lungo 10 pezzi». E sono forse i freestyle e i remix che hanno fatto emergere Shiva su tutte le altre promesse della Honiro permettendogli di essere da subito conosciuto al grande pubblico.

Su YouTube i video di Tothiana RMX e Kooda RMX contano milioni di visualizzazioni con una formula semplicissima. Shiva in mezzo e tutta la sua squadra a supportarlo e a cantare insieme a lui. Per non parlare della saga dei Take, arrivata al quinto episodio in Milano Angels cantato con la stessa rabbia del primo. Ai tempi di Take 1 aveva poco meno di vent’anni e sicuramente emergeva ancora la genuinità dei primi passi nel mainstream.

Shiva ha ancora “Sete”

A distanza di cinque anni, un’era geologica nell’industria musicale, Shiva sembra aver dato ascolto al suo ‘inner child’. C’è un featuring che ha stupito in molti. A poco più di metà tracklist abbiamo Sete, un remake di Non ti ho mai detto estratto dall’album Generazione X di Mondo Marcio, uno degli idoli di Andrea da bambino.

L’icona dell’hip hop italiano, uno tra i primi artisti ad aver portato il rap ad un pubblico mainstream, si è detto entusiasta della collaborazione: «Shiva è una delle penne della nuova generazione che apprezzo di più. E’ stato un vero piacere beccarsi in studio e scoprire che la mia musica ha risuonato così forte anche per lui. Siamo partiti proprio da questo, in modo molto sincero. Abbiamo ripreso Non ti ho mai detto e gli abbiamo dato un nuovo vestito. Quando l’ho scritta volevo parlare di tutte quelle storie lasciate a metà, probabilmente perché avevo vent’anni e ne stavo vivendo una in cui era tutto molto disordinato. L’incontro con Andrea è stato molto naturale e non studiato. Credo che a questo punto Sete possa davvero definirsi un pezzo senza tempo».

Ciò che emerge dai primi ascolti di questo album, però, è che molte certezze di Shiva si sono sgretolate. Nonostante alcune di queste tracce siano state maturate ben prima della detenzione, in una delle più crude del progetto, Gotham feat. Kid Yugi, Shiva ammette: «Stavo tutto in paranoia pure al Marrageddon, sapevo che prima o poi mi facevano». Fa riferimento al festival evento dell’anno scorso organizzato da Marracash, tenutosi all’Ippodromo Snai La Maura a settembre 2023, poche settimane prima dell’arresto. In 6 AM Shiva ci porta invece con sé negli istanti dell’arresto. La strumentale volutamente ansiogena gli permette di rielaborare il lutto del momento in cui è suonato il citofono.

Milano Angels, l’altro Shiva

Seppur riprenda il suono e il concept di Milano Demons, pubblicato con la Sony nel 2022, qui abbiamo una persona diversa. Le liriche sono spaventosamente sincere ed oneste, in particolare colpisce il modo in cui il giovane padre sia stato in grado di dichiararsi al figlio. Lettera a Draco, la lettera dedicata al figlio, nato mentre lui era in carcere, inizia con un monito a non puntare l’asticella troppo in alto. Nella guerra tra angeli e demoni si inserisce quella tra i sogni e gli incubi, tra i desideri e la realtà, a volte crudele. «Devi essere all’altezza di questi desideri, che spesso sono gl’incubi a diventare veri». Nella seconda strofa parla dell’assenza del padre, quasi per ricordare a se stesso di non calpestare le sue stesse orme.

Tra i vari featuring non spicca il graffiato di Tony Boy in Polvere, anche se la traccia ha delle arie lo-fi che consentono a Shiva di sperimentare un suono più maturo, quasi indie. Vibes riprese anche da Cambierà, con un intro in acustico in pieno stile californiano. Tedua invece compie un vero e proprio attestato di stima nei confronti del rapper milanese. Concedergli nella tracklist il titolo della sua fatica più sfiancante, la fine della trilogia della Divina Commedia, è sinonimo di rispetto professionale e considerazione umana non indifferenti. Nell’outro di Paradise chiude così: «Auguro il meglio a te e Draco».

È sicuramente l’album più importante della sua carriera. Non il migliore, la tracklist potrebbe essere più asciutta e i featuring internazionali, NLE Choppa e Lil Tjay, e italiani, Paky e Geolier su tutti, non hanno aggiunto moltissimo. Ma probabilmente Milano Angels è il progetto più vero e sentito, quello da cui ripartire, affinché si possa aprire una nuova fase nella vita di Andrea Arrigoni, in arte Shiva, il rapper dei record di Milano Ovest.

Share: