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Siamo stati al JIB Dream Fanmeet 6 a Roma: tra show, giochi e meet & greet, ecco com’è andata

All’evento organizzato da JUS IN BELLO, il 13 e 14 dicembre, insieme ad altri tremila fan, abbiamo incontrato gli attori e cantanti thailandesi William, Est, Aou, Boom, Pavel, Pooh, Boss, Noeul, Oat e Boat

  • Il18 Dicembre 2025
Siamo stati al JIB Dream Fanmeet 6 a Roma: tra show, giochi e meet & greet, ecco com’è andata

C’è qualcosa di intrinsecamente intimo, magico e a tratti inspiegabile nell’andare a un fanmeet di attori thailandesi a Roma. Sarà per l’ossessione che le serie thai stanno creando nel mondo negli ultimi anni. Sarà per l’idea di riuscire a vedere da vicino persone che vivono in un contesto così distante dal nostro, o semplicemente per la comunità che si crea e per quella sensazione di vuoto che resta quando si spengono le luci. All’Hilton Rome Airport, il 13 e 14 dicembre, è andato in scena il JIB DREAM FANMEET 6, organizzato dall’associazione JUS IN BELLO. Due giornate con cinque eventi sold out circa tremila persone e una line up che ha messo sul palco gli attori e cantanti thailandesi William, Est, Aou, Boom, Pavel, Pooh, Boss, Noeul, Oat e Boat.

L’evento ha visto una platea assolutamente mista, dai minorenni agli over sessanta, uomini e donne arrivati anche da molto lontano, che hanno riempito corridoi e foyer prima ancora che si aprissero le porte della sala. Voci in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo mescolate a frammenti di thai, cinese, coreano e giapponese rimbalzavano nei corridoi, a dire che questo fanmeet parlava davvero a tutti e che Roma, per due giorni, è stata un punto di incontro più che una semplice sede.

Spettacoli e giochi che coinvolgevano tutti

Dentro si entrava per lo show e si usciva per le firme. Poi si tornava per le foto e si aspettava quel minuto di meet and greet. Per molti è valso l’intero viaggio perché ha trasformato la distanza di uno schermo in uno scambio vero. A un palmo dal volto che fino al giorno prima si adorava solo online. Si rideva sul palco e si piangeva al tavolo delle foto, qualcuno tremava quando arrivava il proprio turno e gli attori allungavano la mano per calmare il respiro, e quando le lacrime scendevano lo staff si avvicinava, consolava e passava un fazzoletto. I regali venivano consegnati alle firme o al meet and greet, fan-book, oppure lasciati in segreteria per chi non aveva questo benefit incluso nel pass, roll-up e piccoli oggetti preparati con cura molto prima dell’evento, tra cui un completino del Milan pensato per il cane di uno degli artisti.

Sul palco l’apertura più commentata è stata quella di Boat e Oat. Hanno portato un letto in scena e lo hanno usato come fulcro di una sequenza giocata sul contatto e sulla sensualità, prima che Boat perdesse un bottone durante un balletto, scatenando le risate di tutti mentre cercava di tirarsi su i pantaloni. Pavel e Pooh hanno vinto lo show della follia, incluso il “musical chairs”, il gioco classico delle scuole medie, in questo caso con due sedie e tre persone, con una fan chiamata dal pubblico a giocarsi l’ultima corsa. I giochi con il pubblico hanno cucito i momenti tra un’esibizione e l’altra, con fan chiamati sul palco e un giro di mimi in cui si doveva indovinare una parola senza parlare. Risate che partivano prima ancora della risposta e quel tipo di energia che ti porta a partecipare anche quando sei seduto in fondo.

Alla scoperta dell’Italia

E poi c’erano loro, gli attori. Chi per la prima volta in Italia e chi ormai avvezzo, hanno assaporato un pezzo, anche se piccolo, della nostra italianità. William ha messo nel mirino i ravioli al tartufo. Ha ammesso che quello che non potrebbe mai dimenticare in un viaggio sono power bank e portafoglio. La carta di credito questa volta l’ha dimenticata e gliel’ha dovuta prestare Est. L’uomo della carta di credito, Est, sui voli lunghi, non ha una routine fissa. Si è preparato un gioco offline e una playlist di canzoni lente per addormentarsi, incluse Sign of the Times e A Thousand Years.

Pooh, parlando di cibo, si è tenuto sui classici, “carboidrati tutta la vita, pasta con il ragù al top”. Est ha chiesto consigli di cinema italiano ma intanto ha citato Call Me By Your Name per l’atmosfera, poi ha proposto il suo piatto di casa ai fan occidentali, “Tom Yum Kung, piccante, gusto forte, molto thai”.

Roma, però, non è stata solo meraviglia. È stata anche quell’imbarazzo leggero di dover interpretare un posto che funziona in modo diverso da quello che, per questi attori, è casa. Boss ha notato le strade strette, le macchine piccole e la guida veloce. Soprattutto si è accorto di una differenza sostanziale, rispetto all’Asia, nei saluti. Una cosa che per noi è quasi automatica, gli abbracci e i baci sulle guance quando ci si incontra, ma non solo: «Il modo in cui le persone fanno cin cin e sbattono il bicchiere sul tavolo prima di bere, l’ho fatto anch’io, ma non mi hanno spiegato il perché, quindi voglio ancora capirlo». (Gliel’ho spiegato a microfoni spenti…).

Pavel ha messo Roma dentro una parola sola, “il Colosseo”. L’ha raccontata come una cosa che smette di essere un video sui social e diventa reale: «Guardavo tante cose su YouTube e vederlo davvero mi fa sentire vivo. Posso immaginare com’era una volta. È incredibile come un monumento così antico sia ancora in piedi oggi». Poi ha confessato la prima ricerca fatta appena il fanmeet è stato confermato: «La nightlife. Volevo vedere com’è la vita notturna a Roma. Ho trovato dei posti interessanti».

E Boat, fuori dal palco, ha raccontato la sua Roma partendo da un altro posto storico. «Sono andato in Vaticano. Per me è stata un’esperienza molto italiana. Mi è piaciuto moltissimo, soprattutto l’arte sui muri e i dipinti sopra e intorno a noi». E poi ha citato una scena minuscola ma perfetta per capire quanto cambiano le abitudini da Paese a Paese. «Al ristorante, per arrivare al nostro tavolo siamo passati proprio in mezzo alla cucina, vicino agli chef mentre lavoravano».

Tanta riconoscenza

Oat ha ringraziato per la sua prima volta in italiano. Ha notato che i fan qui sono più timidi, «non urlano, forse per educazione, ma sono dolcissimi». E sul successo dell’ultimo telefilm ha raccontato il cambiamento più concreto: «Ho iniziato a incontrare fan di altri Paesi. Non avrei mai pensato che potesse succedere». E Boom si è rivolto proprio a chi era arrivato da fuori: «Ci sono tanti stranieri, non solo italiani, vi amo tutti». Est è andato dritto al punto: «Grazie per averci invitati, è tutto bellissimo, voglio tornare». Aou ha spinto sull’idea di camminare insieme: «Vorrei che i fan credessero in me, nei miei pensieri e nelle mie capacità, voglio stare con voi in ogni momento della mia vita».

Noeul, che Roma l’aveva già vista al primo JIB DREAM FANMEET organizzato da JUS IN BELLO 3 anni fa, ha deciso invece di dedicare un pensiero a chi lo segue: «Incontrare i fan e viaggiare in Paesi diversi mi dà nuove idee. Da questo imparo, e uso quello che vedo per migliorare il lavoro che faccio. Sono molto felice di incontrare i fan stranieri. Sono già tre anni che le persone ci sostengono. Dite sempre cose belle su di noi, e questo mi fa venire voglia di fare sempre meglio».

Le luci si sono spente, ma non del tutto. Mentre i treni e gli aerei riportano a casa tutti i protagonisti del weekend si parla già del prossimo appuntamento. Il 23 maggio del 2026 con Daou e Offroad, reduci dal grandissimo successo del thriller The Wicked Games, e il JIB DREAM FANMEET 7 il 29 Agosto con Sky Nani e Pond Phuwin, entrambi nella solita location dell’Hilton Rome Airport.

Articolo di Ambra Schillirò

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