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C’era anche l’Italia al SIFF Festival: il racconto da Shanghai

Tra i film italiani presenti al festival, La seconda vita di Vito Palmieri ha fatto il suo debutto internazionale con la candidatura nella competizione principale: ecco cosa ci ha raccontato il regista

Autore Billboard IT
  • Il24 Giugno 2024
C’era anche l’Italia al SIFF Festival: il racconto da Shanghai

La cerimonia di apertura di SIFF Festival

Si è conclusa sabato la ventiseiesima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Shanghai (SIFF), il più grande evento cinematografico in Asia e il più longevo in Cina. Quest’anno, la partecipazione italiana è stata particolarmente rilevante grazie alla candidatura del film La seconda vita nella competizione principale e alla partnership con Cinecittà, che ha portato alla sezione “Focus Italia” all’interno del Villaggio Globale, una parte del festival dedicata alla proiezione di film contemporanei di diverse nazioni del mondo.

Con una storia che ha ospitato membri della giuria del calibro di Oliver Stone, Luc Besson, Emir Kusturica, Danny Boyle e Andie MacDowell, il SIFF continua a essere un punto di riferimento per il cinema mondiale. Tra gli italiani che hanno lasciato il segno nelle precedenti edizioni, spiccano nomi come Marco Müller e Maria Grazia Cucinotta.

Tra i film italiani presenti al festival, La seconda vita di Vito Palmieri ha fatto il suo debutto internazionale con la candidatura nella competizione principale. Il film, ispirato al romanzo omonimo di Michele Santeramo, racconta la storia di Anna. Una donna di 33 anni che ha scontato 15 anni in carcere per l’omicidio della sorella gemella. Una volta uscita, deve fare i conti con il giudizio della società nonostante il verdetto di colpevolezza.

Vito Palmieri, già vincitore del Gran Premio della Giuria alla 19ª edizione del festival con See You in Texas, è tornato a Shanghai con questo nuovo progetto. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con lui e con i protagonisti del film, Marianna Fontana e Giovanni Anzaldo, per scoprire le sfide e le emozioni legate alla realizzazione di questo intenso dramma.

Vito Palmieri al SIFF Festival: «Volevo fare un film sulla rinascita»

“Volevo fare un film su chi vuole ripartire, su chi vuole rinascere,” ha spiegato Palmieri. “L’ispirazione è nata dopo un corso di cinema che ho tenuto in carcere a Bologna e un documentario sulla giustizia riparativa. Volevo esplorare temi come il perdono, la riparazione e la rinascita.”

Marianna Fontana, che interpreta Anna, ha condiviso le sue esperienze nella preparazione del ruolo. “Ho visto il documentario che Vito ha realizzato, Riparazioni, e ho parlato con una criminologa. Ho cercato di sentire le emozioni di una donna che esce dal carcere dopo molti anni. Quando abbiamo presentato il film a Rebibbia, ho avuto paura della reazione delle detenute. Ma il loro entusiasmo mi ha confermato di aver portato una verità.” Giovanni Anzaldo, nel ruolo di Antonio, ha riflettuto sui temi del film. “Antonio deve fare i conti con la possibilità di dare una seconda chance a qualcuno che ha commesso un crimine terribile. Questo implica anche fare pace con sé stesso. È un tema universale che credo possa risuonare in qualsiasi cultura.”

Oltre a La seconda vita, il SIFF Festival ha presentato una selezione di film che mostrano la varietà e la qualità del cinema italiano contemporaneo nella sezione “Focus Italy”, in collaborazione con Cinecittà. Tra questi, IO CAPITANO di Matteo Garrone, CENTO DOMENICHE di Antonio Albanese e ADAGIO di Stefano Sollima. Particolarmente significativa è stata la prima mondiale di GLORY HOLE di Romano Montesarchio, presente al SIFF. Inoltre, il festival ha visto la partecipazione di film come PERSONA NON GRATA di Antonin Svoboda nella sezione The Belt and Road Film Week. E L’EXPÉRIENCE ZOLA di Gianluca Matarrese nella sezione Documentari.

Nonostante nessun film italiano abbia vinto premi al SIFF Festival di quest’anno, la presenza è stata comunque significativa, mostrando la forza e la diversità del nostro cinema. “Sapere che in Asia qualcuno guarda i miei film – ha detto Palmieri – e li considera per il concorso ufficiale è una cosa bellissima. È una conferma che il nostro lavoro può avere un impatto anche al di fuori dell’Italia.”

Articolo di Ambra Schillirò

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