Sónar, giorno tre: si tirano le somme
Protagoniste dell’ultima serata del festival sono state Little Simz e Lucrecia Dalt, che chiudono in bellezza la trentesima edizione. Il racconto del gran finale
Come antidoto alla spossatezza dovuta all’ultimo giorno di Sónar, arriva una combo devastante: i 2many dj’s insieme a Tiga e Peach sullo stesso palco a mettere dischi. Occasione troppo succosa per perdersela, tant’è che appena è stato il turno di Tiga (essendo in quattro, praticamente ognuno mette un paio di pezzi e poi cede il mixer al prossimo), a momenti veniva giù il SonarVillage al ritmo esotico di El Sucu Tucu di Matias Aguayo. Un inno che a pensarci bene gli stessi 2many dj’s avevano inserito in tempi non sospetti nella loro radio di GTA V, Soulwax FM.
Tiga che tra l’altro si è palesato qualche ora più tardi al Sónar by Night, in un preziosissimo b2b con Cora Novoa. Tornando agli highlights del Sónar de Día. Gaika ha stupito ancora una volta con uno show fortemente politicizzato, in particolare sulla questione dei black rights, ma anche rinnovato dal punto di vista stilistico. Per uno che ha esordito quasi 8 anni fa su Warp con un EP che era quasi grime, presentarsi sul palco armato di basso elettrico a fare quasi spoken word è una bella rivoluzione. Bella per Gaika.
Sónar, Lucrecia Dalt e Little Simz chiudono la trentesima edizione
Lucrecia Dalt era per quanto mi riguarda la portata principale del Sónar. Qualche settimana fa parlavamo con lei di bolero e del suo ritorno alle proprie radici colombiane. Ieri finalmente abbiamo potuto toccare con orecchio il suo live che vedremo anche all’Ortigia Sound System Festival a luglio. Lei alle tastiere e voci processate, mentre alle percussioni c’è tale Alex, un personaggio assurdo. Dalle movenze spiritate, sembra un demone della giungla evocato nel nostro piano della realtà solo per il live. Finito lo spettacolo, se ne sarà probabilmente tornato nel suo mondo. Scherzi a parte, stile e tecnica impeccabili, esuberanti, che sommati al talento composto di Lucrecia fanno un bel duo.
Nulla da dire anche su Little Simz, che ormai abbiamo visto un po’ tutti dal vivo, e un po’ tutti ci siamo innamorati. Anche qui al Sónar presenza scenica magnetica, natura artistica di una specie rarissima. Di quelle che possono passare dalla gag alle cose serie in un millisecondo senza alterare il mood della serata, che è sempre il migliore possibile. Un urlo anche per la sua band. Pazzesca.
Il terzo giorno finisce prima, almeno sicuramente per me che ho più anni di quelli che compie il Sónar. È stata comunque una trentesima edizione da manuale (trovate anche il racconto della prima e della seconda serata), che però fa sorgere qualche dubbio sulla fattibilità dei prossimi episodi. Quello del Sónar infatti è storicamente un format coraggiosissimo. Un gigantesco evento al chiuso a metà giugno a Barcellona. Ora, se è vero che il mondo non è più quello di 30 anni fa e che fa sempre più caldo e c’è sempre più gente, mi chiedo se abbia senso per le prossime edizioni presentarci direttamente in ciabatte e accappatoio. Una sauna fa sempre bene a corpo e mente. Basta solo sapere che ci stai andando.