Il rap in Spagna, la freschezza e la varietà di una scena influente
Quando padroneggi uno degli idiomi più parlati al mondo sai già che anche la tua musica potrà arrivare a tutti con più facilità. Così gli artisti sanno mischiare gli elementi più diversi con uno stile personale. Senza dimenticarsi di guardare a ciò che accade intorno a loro
Non sarà l’inglese, lingua sempre ritenuta amica da chi lavora con metriche e sonorità prossime all’hip hop e a quello che oggi verrebbe definito urban, ma anche lo spagnolo ha i suoi vantaggi per chi si muove all’interno di questi spazi. Da un lato per una questione di accenti. Dall’altro perché, con i secoli di storia coloniale che si trova alle spalle, la Spagna ha riempito il pianeta – e il rap – di ispanofoni. Persone che nascono con la stessa madrelingua a migliaia di chilometri di distanza. Stessa madrelingua ma storia musicale, melodica, culturale e ritmica differente, che proprio nel condividere l’idioma trova la sua forza espansiva a livello globale.
La scena spagnola, anche la più recente, è stata decisamente recettiva da questo punto di vista, e Bad Gyal ne rappresenta un esempio perfetto. Quella dell’artista di Barcellona è una trap che si impasta di dancehall e reggaeton da un lato (frutto di incontri e collaborazioni vere con artisti latinoamericani). Ma anche in grado di inglobare elementi locali come il flamenco. Che sta tornando a imporsi sia come suono che come attitudine in diverse artiste iberiche.
La “reina” del rap (e della trap) in Spagna: Bad Gyal
I suoi numeri sono impressionanti, ovunque, sempre. Se in patria i platini non si contano, lei l’oro lo fa anche negli USA. È li che ha prodotto il suo ultimo disco, in quella Miami che è ormai riferimento della vibrazione latina in terra statunitense. La reina de la trap catalan, che ha iniziato lavorando da sola alle sue produzioni e girando video con il suo telefono, è ben consapevole che la musica è solo uno degli elementi che negli ultimi anni la stanno pian piano trasformando in un’icona. Per questo da sempre lavora con un’attenzione particolare verso l’estetica, i visual, i riferimenti alla moda che a volte lei stessa riesce a imporre. Bravissima a leggere la trap decostruendola e rimontandola a sua immagine, condivide questo approccio personale con altri artisti della scena.
Gloosito, trapper madrileno con influenze di Atlanta, Detroit, Chicago e New York
Come Gloosito, trapper madrileno emerso con forza negli anni che hanno seguito la pandemia. Anche in lui gli elementi caratteristici dello stile di Atlanta vanno a comporsi con ispirazioni diverse, che però guardano altrove. In particolare verso Detroit e la sua drill, che mescola influenze di Chicago e New York con la profondità del suono britannico e delle percussioni 808. La Spagna ce la trovi sempre, ma anche le produzioni con la chitarra arpeggiata sono sostenute da un tappeto di bassi da far vibrare il pavimento. Il rap, ma anche altri elementi della cultura hip hop, hanno sempre fatto parte della sua vita. Ma lo stop pandemico è servito all’artista di Madrid da un lato ad avere il giusto tempo per proporre i suoi progetti. Dall’altro per sviluppare una visione più allargata, che affianchi alla musica una struttura multiforme.
La sua CTDS y Rich Farmers è un vero e proprio collettivo, che si occupa di tutto, dai video al merchandise, sul modello delle vecchie crew americane, ma anche delle tante realtà attuali che compongono la scena trap internazionale. L’idea è quella di farcela insieme, da un lato potenziandosi a vicenda, dall’altro dividendo i frutti di un lavoro che è allo stesso tempo individuale e collettivo.
Il pioniere della drill in Spagna: Israel B
Per capire però come davvero questo sia un momento ricco ed eclettico per quanto riguarda la scena spagnola basta tornare a Madrid, ad esempio, dove si incontra Israel B. Tra i pionieri delle sonorità drill in terra iberica, prima di iniziare la sua carriera solista ha fatto parte di ben tre importanti gruppi del rap spagnolo, ognuno con le sue peculiarità. Per questo nel suo suono oggi, oltre a un flow esperto e consapevole, si può sentire mischiarsi la produzione trap con sonorità più classiche, quasi golden age.
È chiaro come nel suo caso l’America eserciti un’ispirazione imprescindibile. Che si esprime al meglio nella collaborazione praticamente indissolubile con Lowlight. Un duo di produttori (Axel e Pablo) presenti in moltissime delle produzioni più interessanti del momento tra quelle a cavallo tra underground e mainstream in Spagna. In grado di passare senza particolari problemi dal lavoro su basi reggaeton a quello su beat rap e r’n’b, Lowlight è la foto esatta di quanto il Paese abbia da offrire oggi.
L’articolo completo sulla scena hip hop in Spagna è sul numero speciale dedicato a Capo Plaza e al rap in Europa, prenotabile a questo link.
Articolo a cura di Matteo Villaci