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Milano “made Stray Kids Stay”: cronaca del più grande concerto K-pop in Italia (finora)  

La band coreana si è esibita per la prima volta nel nostro Paese agli I-Days Milano Coca-Cola dando vita a un concerto dalle mille sfaccettature, tra coreografie rap e rock. Neppure la pioggia ha fermato l’enorme ondata degli STAY

Autore Samuele Valori
  • Il13 Luglio 2024
Milano “made Stray Kids Stay”: cronaca del più grande concerto K-pop in Italia (finora)  

Mentre mi dirigevo verso l’area fotografi, camminando a zig-zag e cercando di schivare le enormi pozzanghere che si erano formate nel prato dell’Ippodromo SNAI La Maura, continuavo a chiedermi come fosse possibile. Un concerto K-pop, di una delle band più importanti del genere e del mondo, gli Stray Kids, a Milano e con tutta quella gente. Certe cose vanno vissute e toccate con mano per comprenderle, perché la percezione dall’esterno è drogata dal pregiudizio e dalle apparenze. Ed è bastato guardarmi intorno per rendermi conto di quanto anch’io ne fossi stato in parte vittima. Gli STAY, così si chiamano i fan della band, (il corrispettivo degli ARMY dei BTS, per intenderci), sono ragazzini accompagnati dai genitori, adolescenti che hanno acquistato il lightsick – la torcia elettrica del gruppo – ma anche adulti cultori ed esperti allo stesso modo di cultura e musica coreana.

Il concerto è stato una sorta di greatest hits, nessun anticipazione del nuovo EP ATE in uscita il prossimo 19 luglio e del quale ci ha rivelato qualche dettaglio la stessa band in un’intervista esclusiva nel backstage che uscirà tra qualche giorno sul nostro sito (stay tuned!). Ma prima del live, bisogna partire parlando di loro, degli STAY.

STAY

Tra le oltre settantamila persone presenti, è stata una delle date più redditizie degli I-Days Milano Coca-Cola 2024, dietro solo a Green Day e Metallica, c’era anche una buona percentuale di persone provenienti dall’estero. Questo sì, era prevedibile. Insieme del Lollapalooza di Parigi e della data londinese in programma tra qualche giorno, questa di Milano è stata una delle poche date europee degli Stray Kids. «Io e mia sorella veniamo da Londra, le nostre amiche dalla Svezia e dalla Svizzera. È la quarta volta per noi. Li abbiamo visti in Francia e in Inghilterra, sfruttando ogni occasione, anche i fan meeting» hanno raccontato quattro ragazze coloratissime in prima fila.

Nel frattempo, gli altoparlanti che fino ad allora avevano riprodotto vari brani K-pop, tra cui il nuovo singolo di Jimin, fanno partire S-Class. Uno dei brani più celebri degli Stray Kids e quello con cui apriranno qualche minuto dopo il concerto. Di colpo, un po’ come quando i Green Day fanno risuonare Bohemian Rhapsody dei Queen prima del loro live, il pubblico impazzisce. C’è chi canta le strofe in coreano a memoria e chi, appena parte il ritornello, inizia una sua personalissima coreografia. Anche questo però non è indice universale: alla spigliatezza che li anima quando inizia la musica non corrisponde la spavalderia che si potrebbe ipotizzare.

Una parte dei fan, soprattutto quelli italiani, è molto timida. Forse è una conseguenza del pregiudizio di cui sopra, per cui spesso nel nostro Paese, al di là delle pagine di settore, si è spesso data una rappresentazione del K-pop parziale. Solo negli ultimi tempi, grazie al successo delle serie e dei film coreani che hanno raggiunto anche il pubblico generalista, la percezione è un po’ cambiata.

Il conerto degli Stray Kids a Milano

Quando il tendone con la scritta Stray Kids è calato e sono apparsi gli otto componenti della band sulla pedana sopraelevata in mezzo al palco, il boato è stato pazzesco. Bang Chan, Changbin, Han, Lee Know, I.N, Seungmin, Felix e Hyunjin si sono divisi in due gruppi, hanno sceso le due rampe laterali ed è partita S-Class. Il caratteristico fischio che introduce il singolo e poi il rap sulla base elettronica. Ripensandoci a posteriori, era il brano ideale come opening: conosciuto a memoria dai fan – scatenati soprattutto nel ritornello noisy – e in grado di mostrare tutti i lati del gruppo a chi non li conosce.

Oltre alla componente hip hop, le parti strumentali, rese ancora più heavy dalla band dal vivo, hanno inaugurato la prima delle numerose coreografie della serata. È seguita FREEZE, momento in cui la band è sembrata rendersi conto dell’enorme pubblico che aveva difronte. Tutti sparsi in varie parti del palco con I.N e Han abbracciati e sorridenti, quasi increduli.

C’è da dire che quello di ieri è stato il primo grande evento K-pop nel nostro Paese e, probabilmente (si spera), un concerto spartiacque, dato il successo che neppure gli stessi coreani immaginavano, che in futuro porterà in Italia le band più importanti del genere. Dopo Super Bowl, una delle coreografie più elaborate del concerto, Bang Chan ha rotto il silenzio, improvvisato qualche parola in italiano e ha presentato la band. Quella di accompagnamento ovviamente, perché gli otto li conoscono tutti.

Il concerto è proseguito con quattro pezzi da novanta. Prima TOPLINE, poi Thunderous, – «il pezzo più complicato da eseguire dal vivo» ci ha rivelato Seungmin nell’intervista – ITEM e DOMINO. Un excursus tra i brani più significativi degli ultimi due full lenght album Noeasy e 5-STAR.

Il “rock” prima del gran finale

Definire rock la sezione centrale del live è probabilmente erroneo. Forse però è il modo più semplice per descrivere le sensazioni provate durante pezzi come Social Path, My Pace, Back Door o God’s Menu. Tutte rese ancora più corpose nel suono rispetto alla versione in studio. Tuttavia, in brani come Charmer si percepisce la componente musical tradizionale coreana, mentre nella hit MANIAC tutta l’influenza del mondo elettronico occidentale. La voce cupa di Felix, che crea un contrasto incredibile con il suo aspetto angelico, infuoca il pubblico ogni volta che diventa protagonista.

In tutto questo, col passare del tempo e con i cambi d’abito, emergono anche le altre personalità dei componenti del gruppo. Changbin è figlio della cultura hip hop, Bang Chan è la definizione di idol tuttofare e di leader, mentre Hyunjin è uno dei più versatili. Anche nello stile, come quando ha sfoggiato la sua t-shirt con la vistosa scritta Versace. All’ultima fashion week milanese è stato incoronato “principe” da Donatella Versace in persona. Il live purtroppo è durato meno di un normale concerto della band, che di solito si esibisce per due ore. L’energia però è stata la stessa di sempre.

Oltre al pubblico, cosa non secondaria, si sono divertiti molto anche gli Stray Kids. Sono sembrati affascinati dal calore del pubblico durante le loro hit più famose come LALALALA e MIROH. La band ha deciso di inserire nel finale anche Victory Song, uno dei loro brani dedicati alla forza di volontà e alla filosofia del non arrendersi. Sembrava tutto finito con i fuochi d’artificio a tempo e, invece, eccoli di nuovo sul palco per un secondo bis con TOPLINE. Chang Bin, emozionato, si è lasciato andare: «Ve lo prometto, torneremo e ci vedremo presto».
Possiamo dirlo: Milano made Stray Kids Stay!

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