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Quando anche i grandi nomi cancellano i tour: cosa sta accadendo negli Stati Uniti?

Negli ultimi mesi artisti importanti, come Jennifer Lopez e The Black Keys, hanno annullato le date dei loro concerti. Tra biglietti invenduti, manager furbetti e sovraffollamento di date, cerchiamo di capirci di più

Autore Samuele Valori
  • Il18 Giugno 2024
Quando anche i grandi nomi cancellano i tour: cosa sta accadendo negli Stati Uniti?

Foto di Axelle/Bauer-Griffin/FilmMagic

Gli ultimi in ordine cronologico sono stati Dan Auerbach e Patrick Carney che, dopo aver pubblicato il loro dodicesimo album Ohio Pleayers, hanno improvvisamente annullato tutte le date del loro tour negli Stati Uniti. Prima di loro, il nome più illustre era stato quello di Jennifer Lopez: anche lei fresca di pubblicazione di un nuovo disco, il primo dopo nove anni, ha cancellato tutte le date in supporto a This is Me…Now. Quando si annulla un concerto, oltre alla “tragedia” sprituale e umana – passateci la tragicità dei termini – vissuta dai fan che hanno acquistato il biglietto, la domanda che ci si pone in modo spontaneo, è il perché. Il boom degli eventi dal vivo si sta sgonfiando?

Troppi biglietti invenduti?

Quanto sta accadendo negli USA sembra simile a quanto successo poco dopo la Brexit – complice anche il Covid – con le band e gli artisti britannici sempre più in difficoltà nel portare avanti una tournée. Basti pensare alle date cancellate da Little Simz nel 2023 o quelle annullate da Arlo Parks nello stesso periodo. Viaggiare è complicato, ancor di più all’estero, soprattutto quando non si ha un ritorno di biglietti venduti.

Proprio quella dei biglietti è stata la prima spiegazione che si è voluta dare al fenomeno. Nonostante i Black Keys abbiano successivamente dichiarato di «essere stati fregati» dal loro manager, la scelta di annullare le date del tour negli stadi per riprogrammare i concerti in venue più piccole non poteva che suggerirlo. Lo stesso motivo era stato ipotizzato lo scorso marzo quando Jennifer Lopez ha cancellato le sette date statunitensi di Cleveland, Nashville, Raleigh, Atlanta, Tampa, New Orleans e Houston.

La vicenda che ha riguardato J Lo sembra proprio non lascare spazio a dubbi. Dopo la scarsa accoglienza del disco da parte dei fan, il tour era stato ribattezzato This is Me…Live | The Greatest Hits per attirare gli appassionati legati ai suoi più grandi successi. Una mossa che, secondo quanto analizzato da Variety, non ha dato i risultati sperati e di coneguenza ha portato all’annullamento dei concerti. «Sono completamente addolorata e devastata per avervi deluso. Sappiate che non lo farei se non sentissi che è assolutamente necessario. Vi prometto che mi farò perdonare e saremo di nuovo tutti insieme» aveva scritto la popstar sui social, lasciando intendere che avesse bisogno di passare più tempo con la propria famiglia.

Il rapporto di SeatGeek sulle vendite

Sebbene le singole vicende citate non siano accomunabili, sta di fatto che negli Stati Uniti si sta assistendo a una leggera decrescita nell’acquisto dei biglietti dei concerti. Alla fine del mese scorso, la testata statunitense Axios aveva riportato i dati del sito di rivendita dei biglietti SeatGeek, molto utilizzato negli States. Prima di addentrarci nei numeri bisogna però specificare che il sistema di vendita negli Stati Uniti è differente da quello che abbiamo in Italia. In America il costo dei biglietti varia a seconda della richiesta, un po’ come accade per i biglietti dei treni o degli aerei. Basti pensare che l’estate scorsa, per un concerto di Taylor Swift o Beyoncé qualcuno è arrivato a spendere anche 1500 dollari.

Tenendo in mente questo aspetto, l’oscillazione aumenta ancora di più nelle piattaforme di rivendita. Stando a quanto riportato da SeatGeek, il prezzo medio per assistere a un concerto estivo quest’anno è di 224 dollari, in calo rispetto ai 269 dollari di questo periodo dell’anno scorso. Il prezzo medio di rivendita più alto è pari a 571 dollari. Per quanto riguarda la vendita diretta, invece, il record è stabilito da Morgan Wallen con 409 dollari a ingresso.

Più spesa, ma meno concerti

Va da sè che il ribasso dei prezzi di alcuni live va di pari passo con la popolarità dell’artista, tuttavia, allo stesso tempo, secondo le ricerche del Bureau of Labor Statistics, la gente è meno disposta a spendere. La tendenza è quella di vedere molti meno concerti, spendendo di più, ma solo per i nomi più importanti. Si spiegherebbe così la flessione estiva statunitense. Quest’anno, ad eccezione di Morgan Wallen, Olivia Rodrigo e Zach Bryan, non ci sono grandi tournée in programma come lo scorso. Nel 2023 in contemporanea c’erano il The Eras Tour e il Renaissance Tour, per dirne due.

Oltre a questo, il BLS fa notare che, dopo il boom postpandemico, sta prenendo corpo una flessione per certi versi quasi naturale. Nell’ultimo mese, per esempio, i prezzi degli ingressi al cinema e ai concerti sono aumentati solo del 3,4%. Si tratta del dato più basso dal 2021 e del secondo mese consecutivo di rallentamento.

Una visione condivisa anche da Dave Clark di Ticket News: «I tempi in cui c’era una domanda sufficiente per vendere le arene a prezzi altissimi non ci sono più, a parte persone come Taylor Swift che possono vendere quello che vogliono dove vogliono. In un momento in cui molti consumatori stanno lottando per pagare i beni di prima necessità, la gente vedendo alcuni dei prezzi rinuncia».

Dai tour per gli album agli album per i tour

Un altro fattore evidenziato da Clark riguarda la nuova concezione dell’album. Oggi le band e gli artisti in tour, non solo per quanto riguarda gli Stati Uniti, sono innumerevoli. «Nell’era pre-streaming, le band andavano in tournée per commercializzare un album. Al giorno d’oggi la situazione si è invertita, poiché il rendimento della musica registrata si è ridotto drasticamente». In sintesi, se prima si andava in tour per promuovere un disco, oggi si pubblica un disco per promuovere un tour.

Il risultato è un sovraffollamento di eventi che, a fronte di prezzi e costi sempre più alti, spinge il pubblico a compiere delle scelte. E nella gara a chi ha il fan più affezionato, tolti i grandissimi nomi, qualcuno inevitabilmente perde la partita.

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