Tropico: autore o cantante? (Non) è questo il dilemma al Fabrique di Milano
L’artista trasporta il pubblico in un ambiente dal respiro intimo e riservato anche grazie a una band corposa e due ospiti d’eccezione
Tropico (foto di Vittoria Piscitelli)
Quando si entra al Fabrique per assistere al concerto di Tropico, non sembra di essere all’interno del club milanese. Pare piuttosto di essere stati trasportati all’interno di un locale chic, minimal e, inevitabilmente, intimo. Sul palcoscenico gli strumenti sono abbondanti, si contano addirittura dodici persone sulla scena e la band dona alla serata un tocco funky che fa ondeggiare il pubblico durante il live di circa due ore.
I giochi di luce danno forma e densità all’atmosfera per colmare una scenografia priva di schermi. In alto, sullo sfondo, c’è solo la scritta “Tropico” in caps lock che cambia colori a seconda del set di luci. Tutti questi elementi messi insieme fanno intuire sin dai primi istanti che quello a cui il pubblico sta per assistere è un live raccolto e dai toni (e dalle note) personali.
Tropico al Fabrique si districa tra eleganza e raffinatezza
Elegante e raffinato, non solo per il completo gessato che indossa sul palco. Tropico calca il palcoscenico del Fabrique di Milano da veterano quale è. Bicchiere alla mano, occhiali da sole, un semplice «Buonasera a tutti» e senza nessun tipo di indugio l’artista presenta alcune delle hit che hanno definito la compagine del suo ultimo album, ovvero Soli e Disperati nel Mare Meraviglioso.
Lo storytelling che Tropico decide di mettere in scena durante il suo concerto è molto chiaro. Non ci sono interludi veri e propri, o almeno non all’inizio. Al contrario, i titoli della canzoni creano una storia fatta sia di solitudine che di amore, ma dove un elemento rimane costante: la freschezza dell’aria di casa sua, Napoli. Il capoluogo campano è centrale nelle produzioni del cantante, sia nei testi che nel sound. Si tratta infatti di un elemento fondamentale che fa parte dell’anima di Tropico tanto da vederlo anche nella sua attitudine calorosa sul palcoscenico.
L’artista si districa tra i (numerosi) componenti della band come se fosse un direttore d’orchestra seguendo le onde del sound anche con il corpo. Un dettaglio che salta all’occhio è che non indossa gli in ear, dimostrando, ancora una volta, la sua professionalità non solo nell’andare a tempo, ma anche nel creare un racconto dove gli occhi del pubblico (di diverse fasce d’età) rimangono incollati.
Tropico vs Davide Petrella
Davide Petrella, alias Tropico, ha portato sul palcoscenico del Fabrique di Milano due ospiti per il suo concerto. Scegliendo proprio Bresh e Lazza, l’artista ha mostrato al suo pubblico le due facce della stessa medaglia che rappresentano l’essenza del suo lavoro. Da una parte infatti c’è Tropico, il cantante, il performer che duetta con Bresh sulle note di Tornare a Casa. In questa veste l’artista si mostra, letteralmente sotto i riflettori, protagonista della scena.
Dall’altra parte, portando Lazza sul palco, entra in scena Davide Petrella, la penna che si cela dietro alcune delle hit più famose degli artisti. La versione di Certe cose cantata dai due ha un altro sapore e fa riflettere di più sulle parole del brano vedendolo performato da entrambi i suoi autori.
Durante lo show Tropico dimostra la sua abilità nel sapersi mettere nei panni degli altri quando scrive canzoni, ma anche la sua capacità nel destreggiarsi ad essere semplicemente (ed efficacemente) se stesso. Dunque, Tropico: autore o cantante? Non è questo il dilemma al Fabrique. L’artista indossa perfettamente entrambi le vesti.
