Non ne avremo mai abbastanza dei TURNSTILE
Musica come esperienza collettiva e voglia di riconquistare uno spazio. Il concerto gremito di ieri sera della band statunitense all’Alcatraz di Milano è l’ennesima dimostrazione che le nuove generazioni hanno voglia di una nuova libertà espressiva
Foto di Ryan Bakerink/Getty Images
Quando è uscito il videoclip di BIRDS la primavera scorsa il mio primo pensiero è stato che tutti quei fan che salivano sul palco e saltavano giù erano una metafora del momentum che avrebbe di lì a pochissimo vissuto la band di Baltimora. Per gli amanti dell’hardcore alternativo, erano già conosciutissimi. Il loro terzo album GLOW ON è stata una delle rivelazioni del 2021: punk, emo, influenze metal, funk e una componente elettronica avvalorata anche dalle collaborazioni con Blood Orange. Ieri sera all’Alcatraz di Milano, strapieno ed esaltatissimo, i TURNSTILE sono arrivati con un hype completamente diverso da quello che aveva accompagnato il loro concerto al Circolo Magnolia di due estati fa. C’erano i fan della prima ora, quelli guadagnati nel corso degli ultimi mesi, i curiosi (soprattutto dopo il loro Tiny Desk) e persino i Wolf Alice si divertono dalla terrazza e che stasera si esibiranno nello stesso locale.
Il successo di NEVER ENOUGH non ha minimamente intaccato il loro modo di porsi sul palco e con i fan. Anzi, a livello di sound, a distanza di due anni, sono migliorati ancora di più dal vivo. E già nel 2024 erano un concentrato di energia e tecnica. L’ultimo disco, riprendendo il sentiero tracciato dal precedente, ha messo infatti in luce anche le capacità vocali del frontman. La titletrack, ma anche SOLE, I CARE o LOOK OUT FOR ME. Quest’ultimo è uno dei brani dell’anno ed è uno degli highlight del concerto di ieri sera. Una prima parte che ha fatto scatenare i presenti con un pogo infuocato e la coda elettronica che ha trasportato tutti in un’altra dimensione. La scaletta ha accontentato tutti, anche con i primi pezzi come Real Thing e Fazed Out. Unica pecca l’assenza di UNDERWATER BOI e ALIEN LOVE CALL.
Riconquistare uno spazio
La carica di Brendan Yates che, a poco a poco, si scalda sempre di più. Dopo le prime canzoni, come al solito, è già a petto nudo. Poi le chitarre di Pat McCroy e Meg Mills, il basso di Franz Lyons – che indossa la felpa della sua stessa band – la batteria instancabile e virtuosissima di Daniel Fang, ma soprattutto il pubblico. Negli ultimi tempi la musica rock – un termine generico, lo sappiamo, che può voler dire tutto o niente – e tutto il mondo che la circonda erano spesso relegati in una nicchia di appassionati, salvo i mostri sacri. Un po’ come fossero una specie in via d’estinzione che sopravvive solo nel proprio habitat naturale.
Da qualche anno tutto ciò sta cambiando. La generazione dei millennial e della Gen Z sta ritrovando nelle chitarre, nelle distorsioni nel canto non convenzionale, che sia spoken o urlato, una libertà espressiva nuova. Una possibilità di vivere in modo comunitario la musica, soprattutto dal vivo. E non si tratta solo di pogo e salti. Le immagini simbolo potrebbero essere tante e sono tutte legate a band “nuove”, o comunque non nate negli anni ’90 o nei primi Duemila. I concerti sold out (anche in Italia) di gruppi come IDLES e via dicendo, l’exploit globale dei Knocked Loose e dei Geese, sono alcuni esempi.
Quando avevamo inserito NEVER ENOUGH tra i dischi da recuperare della prima metà dell’anno, avevo azzardato il paragone. «Mutatis mutandis, il genere è diverso, se in Europa ce l’hanno fatta i Fontaines D.C., dagli Stati Uniti i TURNSTILE sono pronti a prendersi tutto». Sì, hanno ottenuto ben cinque nomination a prossimi Grammy Awards – speriamo vincano qualcosa – ma non è l’aspetto fondamentale.
È un discorso culturale: restituire linfa e rinnovare un genere, rendendolo più aperto senza perdere qualità, anzi aumentandola. L’hardcore, il post-punk, negli Stati Uniti in particolare l’emo, sono generei che si stanno allargando il proprio territorio senza rifugiarsi in formule nostalgiche. L’istantanea da copertina che descrive questa rinascita e rivalsa, è stato il gran finale di ieri sera dove il video di BIRDS è diventato realtà. I fan che salgono sul palco e si scatenano insieme alla band, la maggior parte senza la FOMO e il bisogno di un cellulare in mano per riprendere il momento, ma per la voglia di essere parte di un qualcosa, di riprendersi uno spazio.
