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Il ritorno di Vasco a San Siro con “lo spettacolo più potente dell’universo”

Ieri sera alla Scala del calcio è andata in scena la prima delle sette date del rocker di Zocca: attese nei prossimi giorni ben 400mila persone

Autore Billboard IT
  • Il8 Giugno 2024
Il ritorno di Vasco a San Siro con “lo spettacolo più potente dell’universo”

Vasco Rossi a San Siro

In uno stadio gremito come ogni volta che ne calca il palco, ieri sera a Milano con un concerto che i fan non dimenticheranno Vasco Rossi ha finalmente dato il via ai suoi attesissimi sette show a San Siro. Già, il Blasco e San Siro, lo stadio di calcio più titolato al mondo. Un rapporto iniziato nel 1990, il 10 luglio per l’esattezza, con i 70mila che presenziarono allo storico tour di Fronte del Palco. Con quelli del 2024 – già ampiamente sold out da mesi – saranno 36 i suoi concerti alla Scala del calcio.

“Milano è stata la prima città che mi ha capito e apprezzato artisticamente. Quando sono arrivato qui la prima volta mi sembrava di essere arrivato a New York! È una città straordinaria, tutte le volte che sono venuto mi sono trovato bene nella vita notturna. Ho vissuto la Milano da bere e l’ho vissuta in tutti i sensi. Ho trovato l’anima gemella addirittura a Milano. Quando un non americano sposa una americana diventa americano, nel mio caso posso dire di essere diventato milanese!“. Queste sono state le parole di Vasco Rossi alla consegna della Pergamena della Città di Milano il 5 giugno alla Sala Buzzati de il Corriere della Sera da parte del sindaco Giuseppe Sala. Parole non certo di circostanza che rendono l’idea del rapporto davvero passionale tra Vasco Rossi da Zocca e la capitale meneghina.

Il concerto di Vasco Rossi a San Siro

Alle 20:45 si accendono i led del palco, una struttura mastodontica nei suoi quasi 90 metri di larghezza, 28 di altezza e 25 di profondità. Appare un cuore che pulsa e a seguire – in un’atmosfera che ricorda l’abitazione dell’anima Akita – l’immagine di un drago che simboleggia l’anno del dragone. Il suo, classe 1952. Questo intro anticipa l’entrata della band, i chitarristi Vince Pastano, Stef Burns e Antonello D’Urso, il tastierista Alberto Rocchetti, il batterista Donald Renda, il bassista Andrea Torresani, i fiati di Andrea Ferrario, Tiziano Bianchi e Roberto Solimando e la corista Roberta Montanari. E infine di Vasco, con un chiodo borchiato con un dragone stilizzato sulla schiena.

Si parte sulle note di Blasco Rossi, seguita da Asilo republic con Giorgiaaaaa t’amerò! dedicata chissà a chi si capisce direi subito. ”Ciao a tutti, ben arrivati! Siamo finalmente a Milano e siamo qui per fare il rock e lo spettacolo più potente dell’universo”, dice Vasco Rossi. Parole che infiammano i 58 mila e che precedono un classico degli anni Novanta come Gli spari sopra. Stavolta dedicata ”ai farabutti che governano questo mondo”.

Dopo una breve pausa per rifiatare e cambiare abito (che saranno ripetute durante lo show) Vasco torna con un paio di occhiali da sole e dedica il prossimo pezzo alla sua Milano. ”Benvenuti negli anni Ottanta, benvenuti nella Milano da bere”, accennando pure una dedica a Francesco Salvi con un ”c’è da spostare una macchina” ed ecco che inizia Bollicine. Da quel lustro poi si torna addirittura all’inizio degli inizi della sua carriera con Jenny è pazza. E successivamente ad un’altra donna cantata nelle sue canzoni, Sally, forse il momento più toccante dell’intero concerto. Vasco la canta con gli occhi lucidi. Forse è solo sudore, ma ci piace immaginare sia commozione.

Si continua con Un gran bel film, La fine del millennio, Gli angeli e una Basta poco con il testo rivisto per un’altra dedica speciale ad un altro politico: “Basta poco per essere intolleranti…ditelo a Salvini!. D’altronde si era capito dopo le sue parole durante la premiazione della Pergamena che ci sarebbero stati dei riferimenti a chi ci governa. “Preparo una scaletta sul sociale. L’anno scorso erano canzoni più intime sui rapporti uomo-donna, quest’anno sono canzoni che parlano non di social ma di questioni sociali”. Non c’è ovviamente rabbia nelle sue prese di mira, ma tanta ironia. Senza dimenticare però che nelle sue canzoni la politica Vasco l’ha sempre fatta e le idee chiare le ha sempre avute.

Dopo un classico dei classici come C’è chi dice no e un lungo medley si arriva ad uno dei momenti più iconici dei suoi concerti. Quando parte Rewind come al solito decine di ragazze salgono sulle spalle dei loro ragazzi o amici. Qualcuna (e non poche) si toglie maglietta e reggiseno e lo sventola come una bandiera e tante vengono immortalate sui pixel dei led del palco che da prassi. «Siete bellissime!» ripete più volte. Per Siamo solo noi il basso passa per l’occasione a Claudio Golinelli che ci ricorda che questa è ”la migliore canzone rock italiana del secolo”.

Si arriva alla fine del concerto di Vasco Rossi con il trittico Vita spericolata, Canzone, Albachiara e i fuochi d’artificio che chiudono due ore e mezza di show adrenalinico che certo non ha deluso nessuno. E questo è solo l’inizio. Sono già da mesi noti i numeri di questo tour di Vasco Rossi a San Siro e per i prossimi sei giorni sono attese un totale di 400mila persone per uno spettacolo che per i fan, come ci ha ricordato il loro Komandante ieri sera, “non avrà mai fine”.

Articolo di Mauro Tomelli

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