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I nuovi bootcamp di X Factor e il gioco delle otto carte

Niente più sedie, ma un’unanimità da conquistare per passare alle Last Call. Ecco com’è andata la prima delle due puntate della penultima fase di selezione del talent di Sky Uno

  • Il3 Ottobre 2025
I nuovi bootcamp di X Factor  e il gioco delle otto carte

Mayu Lucisano, foto di Vriginia Bettoja

Presentata come una delle novità più esaltanti di X Factor 2025, abbiamo finalmente visto all’opera la nuova formula dei Bootcamp. Non più divisi per squadre, i concorrenti hanno dovuto conquistare il sì di Achille Lauro, Paola Iezzi, Jake La Furia e Francesco Gabbani. L’idea di base funziona. L’unanimità e il gioco delle carte hanno tutti i presupposti per rendere la situazione piccante al pari del meccanismo delle sedie. Anche se, quando le carte verdi si alternano a quelle rosse, il dibattito tra i giudici qualche volta fatica a ricreare po’ della tensione delle sedie. Il fatto che il concorrente non possa ascoltare i loro commenti, né sapere l’opinione di ciascuno dei quattro al tavolo, è un twist accattivante. L’andirivieni tra palco e backstage a tratti invece rischia di diventare macchinoso. Soprattutto quando, da telespettatore, sei quasi onnisciente a differenza del talento in gara. In quei casi risulta complicato empatizzare

Detto questo, però, questo primo bootcamp di X Factor 2025 ci ha dato delle conferme e ci ha regalato anche tre X Pass su quattro. Probabilmente, ai fini di trama, è un modo per costruire attorno a Gabbani l’appuntamento della prossima settimana. Il cantautore toscano, infatti, è l’unico a non essersi giocato il bonus. Gli altri, invece, sono stati tutti sfruttati in modo coerente. Lauro, scegliendo i Copper Jitters, un po’ meno convincenti rispetto alle audizioni ma comunque da live – una Come Together un po’ troppo pasticciata – si è evitato un dibattito. Speriamo faccia fare loro un percorso simile a quello dei Les Votives in termini di risultati.

Ideale anche la scelta compiuta da Paola Iezzi. Mayu Lucisano, come alle audizioni, è stata tra i più convincenti della serata con la cover di Mercy di Shawn Mendes. Un timbro, l’abbiamo già ribadito, intenso che le consente di cimentarsi con brani pop più spensierati e allo stesso tempo cantare canzoni più emotive. Se guidata nella giusta direzione e migliorando la sua presenza sul palco è tra le papabili vincitrici.

Last but not least l’X pass più sorprendente di tutti. Jake La Furia, memore del passo falso della scorsa edizione, questa volta va dritto e arriva già con una strategia ben definita. Delia Puglisi, la nostra preferita della prima puntata, se l’era “segnata”. Anche questa volta scalza al pianoforte non ha paura di fare suo un pezzo complicato. La canzone dei vecchi amanti però la eleva ancora di più anziché affossarla. Curiosissimi di vedere come ci lavorerà il rapper dei Club Dogo.

Gli altri promossi

Non avrà conquistato un X Pass, ma sarà tra i concorrenti più desiderati dai quattro giudici. Stiamo parlando di EroCaddeo. La sua cover di Sei acqua di Venerus lo rende molto più interessante rispetto al suo inedito e ne mostra una versatilità inedita. Anche lui dovrà davvero impegnarsi per non andare ai live. Altra conferma è quella di Viscardi che osa trasformando Crazy – sì, un’altra delle tasse di X Factor insieme a Summertime Sadness (un po’ più di fantasia nella scelta di brani non guasterebbe, siamo alla 19esima edizione) – e giocandoci su con la sua voce in chiave neo-soul. Genera dibattito, ma sulle sue qualità c’è poco da discutere. Discorso simile per la punk Roberta Scandurra. Driver’s License di Olivia Rodrigo è una scelta intelligente e in linea con il suo genere: un brano vocalmente complicato che però la cantante alla grande. La sua voce è una spada.

Sakina Sanogoh invece fa il compitino con Fallin. Gioca sul sicuro ma lo fa con una sicurezza disarmante. Avrà bisogno di qualcosa in più però per conquistare la fiducia del giudice che la sceglierà. Vicky della Peruta deve invece un po’ liberarsi dai meccanismi che la portano a fare delle scelte prevedibili. Canta bene, ma attenzione all’attitudine da popstar americana che rischia di farla sembrare una poser quando viene proposta in modo scontato. Convince più della scorsa volta Francesca Dinale che con Lola Young dà ancora più spazio alla sua voce. Deve migliorare la sua presenza scenica e X Factor è il posto giusto per osare. Passano per un soffio i Kokomó – lo stile unico li salva – e Mazzoli che non rinuncia alla chitarra e sembra migliorare di puntata in puntata. Se alzerà il livello alle Last Call, potrà aggiudicarsi i live.

EroCaddeo, foto di Virginia Bettoja

Disaccordi

Se qualche esito era prevedibile – vedi i Magazzeno e Alteranima che non funziona quando canta canzoni “normali” – altri ci hanno stupito. Ci perdonino, speriamo di cambiare idea, ma non comprendiamo l’hype per i Plastic Haze: la loro versione di Rolling in the Deep è estremamente classica, un po’ come il loro rock. A livello di capacità canore e di suono nulla da obiettare, ma dovrebbero un po’ svecchiarsi. Allo stesso modo ci si aspetta qualcosa di più da Alfredo Fiore, in arte Hal Quartièr. Sa scrivere, non c’è dubbio, e su quello deve continuare a puntare. A livello sonoro risulta un po’ stereotipato e vicino a tanti altri artisti che ci sono in giro. È già in Warner, quindi avrà sicuramente qualche carta inedita convincente da giocarsi, per esempio, abbandonare ogni tanto l’autotune come nel featuring con 22Simba Aldilà.

Agustin Fernandez, foto di Virginia Bettoja

Ingiusta per noi l’esclusione di Agustin Fernandez: elettronica e cantautorato diversi dagli altri concorrenti ancora in gara. Il fatto di essere fuori rotta era il suo pregio. Probabilmente ne risentiremo parlare. Avrebbe meritato un po’ più fortuna Daria Tegolo. La sua Amore disperato di Nada rallentata e resa una sorta di finta ballata malinconica funzionava. Dopo questo primo bootcamp, dove sono stati inseriti quasi tutti i concorrenti più convincenti, siamo curiosi di capire la seconda puntata come sarà gestita e, soprattutto di scoprire su chi punterà davvero Francesco Gabbani.

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