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Di sogni, voce e rock da televisione: la seconda audizione di X Factor

Il secondo appuntamento dello show di Sky accelera con una puntata caratterizzata da timbri riconoscibili che forse rivedremo ai live. A colpirci però è stata una band

  • Il18 Settembre 2025
Di sogni, voce e rock da televisione: la seconda audizione di X Factor

Copper Jitters, foto di Virginia Bettoja

Che costo ha perseguire un proprio sogno? Uno di solito mette nel conto solo la fatica, la favoletta del credere in se stessi, il lavoro solitario in cameretta e la gestione dell’ansia da prestazione. A X Factor però è diverso. È televisione, non si deve mai dimenticare e non ci stancheremo mai di ripeterlo. E allora subentra un altro fattore la presentabilità o, per contro, la non presentabilità assoluta che, per quanto assurda, diventa televisiva perché è l’opposto di quello che dovrebbe essere. Della seconda audizione di X Factor 2025 la prima cosa che è rimasta impressa al sottoscritto è la sfacciataggine dei Copper Jitters.

Sì, il loro inedito Take Me Out è interessante, nel Regno Unito entrerebbe in radio e classifiche, ma non è quello. È il loro atteggiamento provocatorio che dà sapore al loro stile punk. Perculano tutti, fino al punto che Jake La Furia alla fine non sta al gioco e cerca di riportarli nel territorio del televisivo. Il loro modo di porsi invece è quello giusto e, per non essere solo il classico esempio di suono di rottura come lo erano i Little Pieces of Marmelade o i PUNKCAKE, ben vengano le perculate. Speriamo che vadano avanti e che non cedano al televisivo, che di band punk ammaestrate non ne abbiamo bisogno.

E tra i non ammaestrati segnaliamo Augustin Fernandez che con il suo inedito Animali disturba, crea spigoli e speriamo bene per i bootcamp perché di solito quelli come lui in questo programma nessuno ha il coraggio di portarli avanti. Stesso discorso per Michelle Lufo che ha convinto il tavolo con una cover riarrangiata elettronicamente di Al telefono di Cesare Cremonini.

Augustin Fernandez, foto di Virginia Bettoja

La voce

L’altra istantanea di questo secondo appuntamento sono le voci. Molte di più rispetto alla prima audition e molto diverse. Orazio, con la sua va in alto e in basso a piacimento e disegna una versione disneyana, nel senso più positivo del termine, di E se domani di Mina. Sembra pronto come l’altoatesina Nina Duschek. Lei non ha solo una voce che riconosci dal timbro, ma usa la chitarra in un modo che le dà ancora più risalto. Il gioco di intensità e volume su Latin lover di Gianna Nannini dimostra il fatto che spesso chi è abituato a suonare per strada, come lei, parte con qualche metro di vantaggio rispetto a tutti gli altri.

Orazio Damiata, foto di Virginia Bettoja

Rimanendo nell’ambito delle voci femminili, tra le migliori della serata ci sono quelle di Mayu Lucisano e Sakina Sagonoh. La prima, di origini giappo-napoletane, nonostante sia ancora ferma e impacciata sul palco, è magnetica per tutta la durata di Cheyenne. La seconda, invece, gioca facile con Ready or Not dei Fugees. Ora siamo curiosissimi di capire cosa e come scrive. Peccato per tutti i testi andati perduti. La giovane Sofia Maceri al contrario sfida la fortuna portando Skinny Love dei Bon Iver. Oltre che un personaggio consapevole, è tecnicamente ed emotivamente bravissima. Riesce a far vedere tutte le sue sfumature. Unica pecca è l’aver patinato troppo un brano che fa della sua ruvidezza il tratto distintivo. Ma in un’audizione serve mettere sul piatto tutto quello che si è e si sa fare, per cui chapeau.

Sakina Sagonoh, foto di Virginia Bettoja

Stesso livello di pericolosità quello di portare Lewis Capaldi. Di solito è paradiso o inferno per i concorrenti che si cimentano con una sua cover. Francesco di Fiore riesce nell’impresa di posizionarsi nel mezzo. Il suo timbro profondo lo noti al primo accenno e ti prende per mano. L’interpretazione e la tenuta possono e devono migliorare.

Chi vogliamo riascoltare

Della seconda audizione di X Factor 2025 ci portiamo dentro anche qualcuno che vorremmo approfondire e riascoltare. Sono tre: un ragazzo, una ragazza e una band. Giorgio Campagnoli ha una storia televisiva, per tornare al punto di partenza, ma la sua voce e la sua esibizione con SUI MURI di PSICOLOGI riesce comunque a emozionare pur essendo una cover compitino. Se scrive, avrebbe tantissimo da dire e da dare. Come già fa Daria Tegolo che, in realtà, è quella che ha rischiato più di tutti portando un inedito piano e voce a metà tra spoken e rap. Diego non sarà radiofonico, ma è un brano che ti tiene incollato. Almeno la prima volta che l’ascolti. I Kindergarten invece con Self Control di Raf dimostrano che sanno suonare. Ammettono anche che è una delle poche cover che fanno – X Factor è una bella sfida allora – ma per le audizioni basta e avanza. 

Chiudiamo come al solito con il capitolo meme, ma stavolta molto deboli. Fanno molto più ridere le freddure di Francesco Gabbani che il sesso animale. Le Erisu invece non dovrebbero farlo, anzi sarebbe interessante comprendere da dove nasce la loro fascinazione sumera. Ma è chiaro che questo sì, è poco televisivo.

Erisu, foto di Virginia Bettoja
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