X Factor 2024 e il “pop fatto bene”: il primo live è un mix di tensione da debutto ed esibizioni brillanti
Non è stato facile rompere il ghiaccio per la maggior parte dei talenti in gara, ma non sono mancate super prove come quelle di Francamente, Lorenzo Salvetti, oltre a quella della nuova conduttrice Giorgia. Eliminati i Dimensione Brama
La differenza tra le fasi di selezione e i live di X Factor è abissale. Spesso si tende a dimenticare questo aspetto, salvo poi rendersene conto nel primo giovedì di diretta. Ieri non è stato facile reggere il palco dal vivo per gran parte dei concorrenti, anche per coloro che finora sembravano impassibili e convinti. È stato molto complicato anche per Paola Iezzi, nonostante il frustino, unico giudice al ballottaggio con due componenti della propria squadra. I primi eliminati dei live X Factor 2024 sono i Dimensione Brama, preferiti sul finale al cantautore italo-scozzese (e romano) Pablo Murphy. Al momento della scelta, Jake La Furia e Manuel Agnelli hanno preferito assecondare le idee di percorso di Paola. Una scelta corretta nelle intenzioni, ma la band sembrava più centrata e con maggiore potenziale.
Va ribadito che il televoto ha rispettato le impressioni iniziali: gli artisti finiti al ballottaggio sono stati, oggettivamente, i peggiori della serata. I Dimensione Brama, più che dall’assegnazione un po’ azzardata – L’estate sta finendo dei Righeira – sono stati penalizzati da un errore nella scelta della tonalità. Troppo bassa per mettere in luce il bel timbro del frontman, sovrastato da un arrangiamento nemmeno così malvagio come descritto dal tavolo. Dell’esibizione sulle note di Taylor Swift, invece, non c’è quasi nulla da salvare. Achille Lauro ci va giù pesante con le critiche, parla di “pop fatto bene e pop fatto male” e non ha tutti i torti. Dovrà rifarsi nella seconda puntata.
La tensione fa brutti scherzi
L’idea migliore per superare indenni il primo live di X Factor, negli anni, è sempre stata quella di non rischiare troppo e mantenere le aspettative. Così come Giorgia, all’esordio come presentatrice (bravissima), ha cominciato cantando un mashup di Gaga e Rihanna, anche i The Foolz. Jake La Furia è furbo e con un’assegnazione conosciuta, a metà strada tra rock e rap, fa fare una bella figura alla sua unica band. L’esecuzione di 90 minuti di Salmo è essenziale, senza sbavature ed energica al punto giusto. I ragazzi suonano bene, il frontman può di certo migliorare.
Lo stesso non si può dire di EL MA e LOWRAH. Da entrambe ci si aspettava grandi cose visto il livello delle selezioni. La prima canta bene, ma risulta un po’ sovrastata dal palco e dalle ali proiettate sullo schermo che la costringono a stare ferma per gran parte del pezzo. La sua versione di Rise di Katy Perry manca un po’ d’intensità. La cantante di Paola, invece, soffre un po’ la pressione come agli Home Visit e parte a rilento. Hey Mama non era semplice, ma la parte in italiano non è sembrata così fuori luogo come hanno detto i giudici al tavolo.
Incredibile ma vero, parte un po’ incerta anche Mimì Caruso, portata fuori dal suo territorio naturale da Manuel Agnelli. Dopo qualche secondo, però prende confidenza e non ce n’è per nessuno, soprattutto quando con la voce gioca sul filo del rasoio con gli acuti. Che bello poi ascoltare Don’t Beat The Girl Out of My Boy di Anna Calvi in televisione! Un’altra assegnazione da “maestro”, come ripete Jake, Manuel la fa con Danielle, facendogli cantare Milano e Vincenzo di Alberto Fortis. La somiglianza con Rino Gaetano è evidente, ma risulta ancora un po’ impacciato davanti alle camere: il palco di colpo sembra grandissimo.
Dulcis in fundo
Il meglio lo riserviamo per quest’ultimo paragrafo. Da un lato c’è il rock sbarazzino e punk con i PUNCAKE che vanno sul sicuro e martellano con Police On My Back. Damiano, non quello dei Måneskin, è incontrollabile e corre da una parte all’altra, talvolta dimenticandosi quasi di cantare. Dall’altro c’è il rock fighetto dei Les Votives di Achille Lauro: cantano e suonano Are You Gonna Be My Girl in modo perfetto, a tratti persino quasi troppo simile all’originale. Sono tra i grandi favoriti di quest’edizione, insieme al loro giudice che non sbaglia un colpo.
Lorenzo Salvetti aveva un macigno come Cocciante e Margherita da sollevare, a soli diciassette anni compiuti da qualche giorno. In mezzo ai dodici talenti lui, il più piccolo, non sente nulla. O meglio, sente solo quello che canta e suona al pianoforte. Sembra nato e progettato per fare questo. Un’esibizione sorprendente, la sua migliore finora, tant’è che riesce a spingere con la voce e ad aumentare l’intensità sul finale. Cosa che non gli era riuscita a pieno con Poetica di Cremonini. Se in qualche mese è migliorato così, immaginate dove potrebbe arrivare.
Achille ci azzecca pure quando rischia e assegna “Gli Aristogatti” ai Patagarri. I ragazzi milanesi tengono il palco senza problemi, frutto dell’esperienza in strada, e riescono a non risultare neppure sopra le righe, nonostante la scenografia cartoonesca. Tra le prove migliori della serata, forse la migliore in assoluto, c’è quella di Francamente. Jake gioca facile, ma non scontato: i Cranberries erano prevedibili, ma Promises non è tra i loro brani più facili e accessibili. Il risultato è un’emozione chitarra e voce che non cala mai d’intensità per tutto il tempo.
Questo primo live di X Factor 2024, oltre al primo verdetto, ha messo in mostra le prime debolezze di alcuni concorrenti. Contemporaneamente ha dato conferma della volontà della giuria di dare vita a un confronto sempre costruttivo. E non è che non ci siano state opinioni divergenti, anzi. Tutti e quattro i giudici si sono ritagliati il loro spazio e nessuno è mai sembrato oscurato dall’ego degli altri. Certo, per Paola Iezzi non è stato l’inizio che sognava, colpa di qualche assegnazione azzardata. Da adesso vietato sbagliare, altrimenti sono guai.