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Forever Fever, i 43 anni della Febbre del Sabato Sera

Nel 1977 Tony Manero irrompe con la sua camminata nella storia del cinema e della musica con l’indimenticabile Saturday Night Fever

Autore Andrea Angeli Bufalini
  • Il16 Dicembre 2020
Forever Fever, i 43 anni della Febbre del Sabato Sera

John Travolta

«Dal modo in cui cammino puoi capire che attraggo le donne, musica al massimo e ragazze disponibili, ma da piccolo ero sempre rifiutato…sono un ballerino nato e proprio non posso perdere…». È il 16 dicembre 1977 quando nelle sale cinematografiche statunitensi sulle incalzanti note di questo incipit di Stayin’ Alive dei Bee Gees irrompe, dopo un’inquadratura mozzafiato del ponte di Brooklyn con lo skyline di Manhattan sullo sfondo, l’ouverture di Saturday Night Fever.

Quella in cui un giovane italo-americano di nome Tony Manero (alias John Travolta che per questo ruolo ottiene la candidatura all’Oscar) cammina baldanzoso e sfrontato per le strade di Bay Ridge con i suoi stivaletti lucidi e una sgargiante camicia rossa dal colletto a punta.

Ispirato ad un articolo del New York Magazine, “Riti Tribali delle Nuove Notti del Sabato” che il produttore Robert Stigwood aveva portato brevi manu ai Bee Gees in quel di Parigi (dove i tre fratelli stavano completando il missaggio del loro live Here At Last) per commissionare loro la colonna sonora, il lungometraggio, dal plot crudo e tutt’altro che spensierato, definisce un’epoca.

Lo fa mediante la rappresentazione di un sottoproletariato urbano che trova il suo riscatto esistenziale attraverso il ballo e la disco music, veicoli di fuga dalle frustrazioni individuali e dal disagio sociale.

Saturday Night Fever in Italia

Campione di incassi ai botteghini mondiali, La Febbre del Sabato Serain Italia arriva il 13 marzo 1978, in pieno clima di “anni di piombo” – non potrebbe esistere senza lo straordinario soundtrack celebrazione della disco music.

Che pulsa ovunque,  fotogramma per fotogramma, nelle quasi due ore di pellicola, più volte ‘editata’ dalla censura per favorire l’ingresso nelle sale anche agli adolescenti (nella nostra penisola rimase comunque vietata ai minori di 14 anni).

Fino all’avvento di Thriller di Michael Jackson del 1982, il soundtrack è stato l’album (doppio) più venduto della storia con record da capogiro: n. 1 per 24 settimane consecutive negli USA, stazionando in tutto nella Top 200 Albums di Billboard fino al marzo del 1980, e n. 1, tra gli altri Paesi, anche nel Regno Unito e nello Stivale, rispettivamente per 18 e 16 settimane. 

Cinque Grammy vinti, tra cui Album dell’Anno, 40 milioni di dischi venduti e ben 7 singoli in cima alla Hot 100 di Billboard.

I singoli in cima alla Hot 100

How Deep Is Your Love, Stayin’ Alive, Night Fever più le già note Jive Talkin’ e You Should Be Dancing, tutti e cinque siglati Bee Gees, ed inoltre If I Can’t Have You, composta dai Gibb, ma cantata dall’ex Maria Maddalena di Jesus Christ Superstar, Yvonne Elliman, e A Fifth Of Beethoven di Walter Murphy, un azzeccato disco-restyle della Sinfonia n. 5 del grande Ludwig van Beethoven di cui, combinazione, sempre il 16 dicembre, ricorre la nascita nel 1770.

Niente pregiudizi

Con Manero/Travolta, garzone in un negozio di vernici e nottetempo eccezionale dancer nella discoteca di quartiere 2001 Odyssey, viene glorificato il rito ‘febbrile’ e catartico della danza.

Quest’ultimo è un prezioso mezzo di interazione sociale e integrazione razziale, che caratterizza un’ epoca indimenticata.

Sulla pista da ballo giudizi e pregiudizi sono silenziati sul nascere. Il povero e il ricco, donne e uomini, etero e gay, bianchi e neri, tutti sono benvenuti per “restare vivi” (“Stayin’ Alive”) sul palcoscenico della vita.  

E Stayin’ Alive, unico brano composto agli inizi del 1977 dai Bee Gees proprio per Saturday Night Fever – il testo è opera di Robin che lo ha scritto in aereo di ritorno dalla Francia – sembra fatto apposta per il complicato periodo che tutti noi attualmente stiamo vivendo.

«Che tu sia fratello o madre, cerchi di rimanere vivo anche se senti che la città cade a pezzi e i tuoi simili si agitano all’impazzata… La vita va verso il nulla…qualcuno mi aiuti, sto cercando soltanto di rimanere vivo».

Andrea Angeli Bufalini è giornalista, critico musicale e scrittore e da anni funzionario Rai nel settore radiofonico musicale. Ha realizzato assieme a Giovanni Savastano il prezioso volume bestseller pieno di illustrazioni: La Storia della Disco Music edito da Hoepli.

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