“Anna” di Niccolò Ammaniti ha un’imperdibile colonna sonora. Il racconto
Andrà in onda dal 23 aprile la nuova mini-serie con la regia e la sceneggiatura di Niccolò Ammaniti, che ci ha spiegato le scelte musicali
Se siete in cerca di una serie tv che possa intrattenervi, facendovi staccare il cervello completamente senza pensare alla situazione pandemica attuale, non guardate Anna. La nuova mini-serie Sky Original, prodotta da Wildside, con regia e sceneggiatura firmate da Niccolò Ammaniti (già in questi ruoli per Il miracolo) si potrà vedere (su Sky e Now) dal 23 aprile con tutti i sei episodi contemporaneamente.
Lo scenario è una Sicilia post-apocalittica, dove sono riusciti a sopravvivere soltanto i bambini senza gli adulti in seguito a una malattia della pelle, La Rossa. Protagonista è una ragazza di 14 anni, Anna, appunto (interpretata dalla bravissima esordiente Giulia Dragotto), che deve ritrovare il fratellino Astor, rapito dalla banda dei blu.
E attenzione: la trama si ispira all’omonimo romanzo di Ammaniti del 2015 e le riprese sono terminate 6 mesi prima che scoppiasse la pandemia da Covid.
La genesi della serie
«Dopo il romanzo ho continuato a ripensare alla storia di Anna», ha spiegato Ammaniti durante la conferenza stampa virtuale. «Sono sempre stato ossessionato dal rapporto tra adulti e bambini. Dai tempi del mio romanzo più conosciuto Io non ho paura, dove i grandi erano chiaramente gli orchi e i piccoli si costruivano un mondo parallelo per potersi salvare. Mi sono chiesto quindi come potevano sopravvivere dei ragazzini senza gli adulti per affrontare questo mondo. E poi come eliminare gli adulti e basta? Un terremoto o un meteorite? No, non sarebbero andati bene. Dato che ho studiato biologia ho quindi pensato a una malattia della pelle, non certo al Covid».
Il Covid però a un certo punto ha iniziato a diffondersi: «Quando ho visto cosa stava succedendo sono rimasto perplesso. I contagi aumentavano in altre parti d’Italia mentre stavamo girando a Palermo. Abbiamo continuato con difficoltà, ci siamo anche chiesti se non potessimo anche impressionare le persone che vedevano le comparse».
Una colonna sonora pazzesca
Abbiamo visto solo due episodi di Anna di Niccolò Ammaniti ma abbiamo già capito quanto la colonna sonora sia fondamentale. Certo, non è la prima serie che presenta musiche pazzesche. Da Big Little Lies a The Young Pope, da Peaky Blinders a Stranger Things, i brani sono diventati sempre più dei protagonisti, con ruoli ben specifici all’interno delle scene. Anche Anna non è da meno. Dal synth-pop degli Alphaville al periodo jazz-brasiliano di Ornella Vanoni, dal rock dei Mercury Rev al rock della nostra Loredana Bertè la colonna sonora è davvero un portento.
E poi la sigla con un bel recupero di Settembre di Cristina Donà (dall’album La quinta stagione del 2007). «Mi è sempre piaciuto quel pezzo», ci racconta Niccolò Ammaniti al telefono. «Per la sigla ho fatto tante prove con immagini che volevo ricordassero i vecchi filmini che facevano i padri della mia generazione. Ho trovato quelle che preferivo, ho inserito il brano di Cristina e ho pensato che ci stesse benissimo».
Magari sarà un modo per rilanciare la sua musica dato che è una delle migliori cantautrici italiane e forse non ha mai ottenuto la fama che meritava. Molte canzoni della colonna sonora sembrano assumere un vero e proprio ruolo all’interno delle scene. Per esempio, vediamo come Big in Japan degli Alphaville riesca a riappacificare la piccola Anna arrabbiata con la sua mamma: perché hai scelto proprio quel brano?
Andando avanti con la serie potrai vedere come quel brano diventa sempre più importante. Chiaramente è legato alla mia adolescenza e io vi sono affezionato anche perché ho apprezzato le successive versioni come quella di Ane Brun, molto più intimista. Comunque proprio nelle puntate successive Anna da grande, ovvero la quattordicenne Giulia Dragotto, la canterà davanti a una specie di talent scout. Metterà in mostra una sua caratteristica: di essere una super-cantante!
Niccolò Ammaniti e Ornella Vanoni
Anche La voglia, la pazzia di Ornella Vanoni con Toquinho e Vinícius de Moraes ha il compito di ricordare ai gemelli (gestori sgamati di un negozio per scambiare oggetti, tra i protagonisti della serie) un momento di loro grande gioia: il matrimonio di uno zio. Così si mettono a ballarla insieme…
Certo, in fondo in tutta la serie è sempre la memoria degli adulti a condizionare i gusti musicali dei ragazzini. È una Vanoni antica e meravigliosa, che ho sempre amato.
Ammaniti e la cura dei particolari
So che hai dato un grande contributo anche alle musiche originali insieme al compositore Rauelsson.
Ci siamo concentrati molto sull’utilizzo della voce umana, in particolar modo quella femminile, e l’uso delle percussioni. Molto spesso rudimentali e naturali come le pietre stesse. Abbiamo coinvolto musicisti di musica neo-classica come Peter Broderick che apprezzo molto. Per me la musica è assolutamente fondamentale, curo ogni singolo dettaglio e decido tutto in prima persona.