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Al cinema la storia di Jim Marshall, l’uomo che fotografò il rock

È nelle sale italiane dal 2 al 4 marzo il docu-film su Jim Marshall, il fotografo di Jimi Hendrix, Beatles e Rolling Stones

Autore Tommaso Toma
  • Il1 Marzo 2020
Al cinema la storia di Jim Marshall, l’uomo che fotografò il rock

Jim Marshall Photography LLC

Per tre giorni (speriamo confermati) il 2, 3 e 4 marzo è nelle sale Show Me The Picture, il docufilm che racconta la storia di Jim Marshall, il fotografo che immortalò Bob Dylan, Jimi Hendrix, i Beatles, i Rolling Stones e non solo.

La musica degli anni ’60 e ’70 è stata raccontata principalmente tramite fotografie. Tra i protagonisti di quella epica narrazione iconografica non possiamo dimenticarci di Jim Marshall, il fotografo dall’aspetto dell’ “uomo qualunque” ma con un talento incredibile nell’empatizzare con ogni tipologia di star della musica. Che fosse del jazz, del pop e del rock. Senza escludere anche alcune controverse icone del cinema USA.


Il documentario Show Me The Picture: The Story of Jim Marshall, che Zenit Distribution porta nelle sale italiane il 2, 3 e 4 marzo, è un vero e proprio viaggio nel decennio che cambiò la storia della musica e del mondo. Marshall infatti fu il solo fotografo ad avere accesso al backstage dell’ultimo concerto dei Beatles, il 29 agosto 1966 a San Francisco. Immortalò Jimi Hendrix mentre diede fuoco alla sua chitarra al Monterey International Pop Festival del 1967. È sua la storica immagine di Johnny Cash con il dito medio alzato alla prigione di San Quintino nel 1969.

Tre anni dopo, il 1972, fu un altro anno cruciale per Jim Marshall. Venne incaricato dalla rivista Life di entrare nel backstage del tour dei Rolling Stones, reduci dalla pubblicazione di Exile on Main Street. Mick Jagger e Keith Richards lo vorranno con loro per tutto il tour. E le sue foto, che ne ritraggono il volto più intimo e privato, contribuiscono ad accrescere la leggenda degli Stones.


«Quando fotografo le persone non mi piace dare alcuna indicazione. Non ci sono parrucchieri né make-up artist in giro», dice Jim Marshall sullo schermo, svelando il suo approccio quasi da antropologo. «Sono come un giornalista, solo che uso una macchina fotografica. Interagisco coi miei soggetti nel loro habitat e, se va bene, mi immergo a tal punto nella situazione da diventare un tutt’uno con la mia fotocamera».

Ma Show Me The Picture, grazie anche alla testimonianza di chi lo ha conosciuto bene, riesce a raccontare anche un Jim Marshall diverso. Innamorato della strada e degli emarginati. Sono gli anni della nascita del movimento dei diritti civili in America e delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam.

Scomparso nel 2010 a 74 anni, Jim Marshall è oggi oggetto di venerazione da parte di appassionati e amanti della musica e della fotografia. Questo documentario, della durata di 90 minuti, esce grazie anche al supporto di Supernova Hub, ILTLM Logic Dreamer e Fragiacomo Milano. È una suggestiva full immersion, attraverso l’occhio di un testimone unico. In un’epoca che ha cambiato per sempre la storia del rock e del mondo intero.

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