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Marlon Brando a 100 anni dalla sua nascita rimane ancora oggi l’antidivo per eccellenza

In occasione di questo importante anniversario esce in libreria “Le canzoni che mi insegnava mia madre” (La nave di Teseo), preziosa autobiografia del grande attore. Come omaggio ricordiamo, grazie a questo volume, alcuni momenti importanti della sua vita prima di diventare famosissimo

Autore Tommaso Toma
  • Il3 Aprile 2024
Marlon Brando a 100 anni dalla sua nascita  rimane ancora oggi l’antidivo per eccellenza

Marlon Brando in "Un treno chiamato desiderio"

Marlon Brando era nato il 3 aprile 1924 a Omaha da una famiglia quasi tutta di discendenza irlandese che aveva vissuto per generazioni nel Nebraska. Come molti di voi sanno divenne, grazie al suo modo di recitare, una sua personalissima variazione del celeberrimo “metodo Stanislavskij”, un prototipo per una schiera infinita di attori. Forse oggi Brando non è l’attore più evocato dalle nuovissime star, ma a 100 anni dalla nascita, è d’obbligo ricordare le sue gesta. Ci aiuta in questa particolare occasione l’uscita in Italia della voluminosa e notevolissima autobiografia de La nave di Teseo Le canzoni che mi insegnava mia madre. L’attore la scrisse con l’aiuto di un giornalista e rimane tuttora la confessione di uno dei più affascinanti, controversi e inafferrabili divi del cinema di tutti i tempi.

Marlon Brando, sequenza de Il selvaggio

Come scrive nell’introduzione del libro il regista e attore Giulio Base: “Come Napoleone (che in un film ha impersonato a modo suo), Marlon Brando è stato più volte nella polvere e più volte sull’altare“. Da astro mondiale per molti anni, incontrastato numero uno, è poi decaduto tanto che a un certo punto lo si è dato per finito. Ha avuto poi, però, la capacità di risorgere con interpretazioni che sono fra le più sublimi di tutti i tempi: Il Padrino, Ultimo tango a Parigi e Apocalypse Now. Una delle magnifiche doti del grande Marlon Brando, oltre al fatto che madre natura gli avesse donato un bellissimo aspetto, era la mancanza di indulgenza e di autocelebrazione. Anzi, troverete spesso in questo volume, aperte e talvolta ferocissime autocritiche, nonché una visione disincantata dello star system.

«Non ho mai avuto alcun rispetto per Hollywood. Per me rappresenta l’avidità, la falsità, l’ingordigia, la volgarità e il cattivo gusto, ma quando reciti in un film, lavori solo tre mesi l’anno e per il resto del tempo sei libero di fare quello che vuoi». Questo è un illuminante passaggio del libro e fa capire perfettamente il suo pensiero a tal proposito. Ricordiamo adesso alcuni aspetti particolari e poco conosciuti della sua vita, prima dell’enorme fama globale. Buon compleanno Marlon!

Le origini, i genitori alcolisti e la difesa delle creature più deboli

I genitori di Marlon erano Dorothy Pennebaker Brando e Marlon Brando Sr. e avevano rispettivamente 27 e 29 anni quando venne alla luce. Le due sorelle maggiori erano Jocelyn e Frances. Entrambi i genitori di Marlon avevano il vizio del bere, in particolare la madre che però Marlon ricorda come anche un’autentica anti conformista. A sei anni la sua famiglia si trasferì da Omaha a Evanston, una cittadina vicino a Chicago, nell’Illinois, dove il padre provò a mettersi in proprio fondando la Calcium Carbonate Corporation. All’inizio degli anni scolastici Marlon iniziò anche a balbettare in modo così evidente che fu portato alla Northwestern University per una cura dei disturbi del linguaggio.

Proprio negli anni scolastici, Marlon sviluppò una delle sue qualità migliori come essere umano. Nel libro l’attore ricorda: «Mi ero investito del ruolo di protettore delle creature più deboli. Smisi di sparare agli uccelli e diventai il loro guardiano. Cominciai a rimproverare gli amici che calpestavano le formiche dicendo che quegli animaletti avevano diritto alla vita quanto loro». Quando Marlon compì undici anni i genitori si separarono e assieme alla madre e le sorelle andò a vivere con la nonna materna. La matriarca di famiglia, che chiamavano Bess o Nana, in California. Due anni dopo i genitori provarono una riconciliazione e si trasferirono a Libertyville, una cittadina a nord di Chicago, vicino al lago Michigan. Ancora una volta cercarono di ricominciare da zero ma non smisero mai i litigi, anche a causa del loro abuso di superalcolici e delle continue scappatelle del padre.

Gli anni nell’accademia militare e la scoperta della recitazione

Marlon Brando cominciò a frequentare su spinta dei genitori (sempre più alla deriva, nonostante l’apparente riconciliazione) l’accademia militare Shattuck School a Faribault nel Minnesota. Tutti lo chiamavano “Bud”. Non era certamente il suo luogo ideale, tanto che riuscì a fuggire parzialmente dagli obblighi militari, frequentando uno dei pochi corsi amati assieme alle attività sportive. Quello di inglese, il cui insegnante, Earle Wagner gli fece scoprire le opere di Shakespeare. Inoltre, proprio in quegli anni sorge un’altra caratteristica peculiare del grande attore: l’attrazione per Tahiti.

«Trascorrevo anche molto tempo sfogliando le pagine del National Geographic. Rimasi incantato dalla bellezza delle spiagge di Tahiti, ma soprattutto dall’espressione dei loro volti» scrive. Oltre a dirigere il dipartimento d’inglese, il suo insegnante di letteratura inglese era anche il responsabile della filodrammatica della Shattuck School. Ecco il momento epifanico nella vita di Marlon: l’invito a prendere parte per una recita nell’opera in un atto A Message from Khufu, ispirata alla leggenda del faraone Tutankhamon. Poco dopo si interruppe la sua presenza nell’accademia militare. Il futuro attore fu infatti riformato a causa di un problema a un ginocchio dopo una mischia in una partita di football.

Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi

Marlon Brando a New York: la scuola di recitazione, l’attrazione per il ballo e… le donne

Appena espulso dalla Shattuck School, a una domanda precisa di sua madre, Marlon dichiarò che, a parte lo sport, l’unica cosa apprezzata, tra quelle che aveva fatto, era stata la recitazione. Partì alla volta della Grande Mela a cercare fortuna nella primavera del 1943. In quel periodo iniziarono anche le sue prime avventure amorose, come accadde con Estrelita Rosa Maria Consuelo Cruz. «Io la chiamavo Luke. Era colombiana e aveva dieci o quindici anni più di me: pelle olivastra, attraente, dotata di grande temperamento artistico e ottima cuoca».

Poi frequentò Katherine Dunham, una splendida ballerina di colore, e per un certo periodo di Marlon si sostenne economicamente ballando. Fu però un altro incontro con una donna che segnò per sempre non dal punto di vista sentimentale, ma bensì artistico, l’avvenire di Marlon Brando: Stella Adler. La conobbe una volta entrato nel New School’s Dramatic Workshop: «Stella aveva circa quarantun anni, era piuttosto alta e molto bella, occhi azzurri, incredibili capelli biondi e una presenza leonina». Grazie a lei Marlon imparò l’arte del recitare che noi tutti nel tempo, grazie a memorabili film, imparammo ad apprezzare.

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