Tech

I rapporti sempre più stretti tra musica e gaming: quanto guadagna un pro-player?

Due tra le forme di intrattenimento più gettonate tra i giovanissimi possono vantare una importante correlazione. I più punti contatto di sono molti di più di quanto si possa pensare, soprattutto per quanto riguarda i giocatori professionisti di e-sports

Autore Billboard IT
  • Il16 Dicembre 2023
I rapporti sempre più stretti tra musica e gaming: quanto guadagna un pro-player?

La musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel mondo del gaming, basti pensare alle playlist dei videogiochi, per esempio quelle di FIFA, e più in generale degli e-sports. Allo stesso tempo la figura del pro-player, ovvero il videogamer professionista, oggi è ormai riconosciuta a tutti gli effetti. Molti giocatori ascoltano i loro pezzi preferiti per caricarsi durante le sessioni di allenamento o le competizioni. Il giusto brano, infatti, può favorire l’instaurarsi di un’atmosfera positiva, riducendo lo stress e stimolando la concentrazione.

Per questo le cuffie sono tra gli strumenti che non possono mai mancare ad un videogiocatore, insieme ad altri alleati tra cui una VPN per l’Italia, che contribuisce a proteggere la privacy online e ad ottenere un vantaggio significativo sugli avversari.

Musica e gaming: un binomio consolidato

Le colonne sonore dei giochi sono spesso musiche d’autore, originali o licenziate, che contribuiscono a creare atmosfere coinvolgenti. Le canzoni di sottofondo assumono un ruolo decisivo nel migliorare l’esperienza di gioco, aumentando l’immersione di chi impugna il controller e amplificando le emozioni associate alle diverse fasi della storia. L’influenza musicale può rivelarsi talmente potente da rendere iconici alcuni videogame proprio grazie alle loro colonne sonore. Ci sono persino dei giochi che ruotano concretamente attorno alla musica, come il celebre Guitar Hero, nei quali bisogna agire premendo i tasti a tempo per stabilire una connessione diretta tra il ritmo della canzone e l’azione sullo schermo.

Come accennato, molti pro-player ascoltano i loro pezzi preferiti mentre giocano: ciò diventa fattibile, ad esempio, con titoli che non richiedono l’ascolto di dialoghi o di dettagli sonori cruciali, come quelli sportivi. La musica può addirittura fungere da colonna sonora personale, andando a personalizzare l’esperienza di gioco. Alcuni creatori di contenuti su piattaforme di streaming come Twitch o YouTube incorporano un sottofondo nel montaggio dei video delle loro sessioni di gioco. La scelta della musica può influire sulla percezione del contenuto e dell’esperienza di gioco ad uno sguardo esterno.

I guadagni di un pro-player nel mondo e-sports

In generale, un pro-player stipendiato può guadagnare una media di 4/5.000 dollari al mese, fino a un tetto di 75mila dollari annui. I giocatori più pagati al mondo, come il danese Johan “N0tail” Sundstein, possono anche staccare assegni a sei zeri per le loro performance. Ne consegue che, insomma, questo può essere considerato un lavoro a tutti gli effetti, con i suoi pro e contro.

In Italia, il numero di professionisti che hanno ricevuto premi in denaro per le loro prestazioni ammonta a 1.471, per un bottino complessivo di ben 7,11 milioni di dollari provenienti da oltre 2.400 tornei. Numeri che, seppur non siano ancora in linea con l’estero, sono comunque importanti a loro modo. Il protagonista assoluto della scena tricolore è Riccardo “Reynor” Romiti, che in carriera ha già vinto premi per oltre 736.000 dollari disputando competizioni di StarCraft II.

Il paragone con l’industria della musica

A voler fare un paragone tra i ricavi dei videogiocatori professionisti e quelli degli artisti musicali, basti pensare che questi ultimi percepiscono un compenso in base al numero di riproduzioni dei loro brani sulle più note piattaforme. Ad esempio, Apple Music fa guadagnare 0.009 euro per ogni streaming, mentre Spotify paga 0.003 euro per ogni ascolto.

Diamo un riferimento concreto: in Italia, nel 2023, il musicista che ha incassato di più per un singolo pezzo è Lazza con Cenere che, con 104 milioni di stream, ha fruttato al rapper ben 313mila euro. Seguono altri due pezzi molto in voga grazie a Sanremo: Due Vite di Marco Mengoni e Supereroi di Mr Rain, che hanno fruttato rispettivamente 217mila e 190mila euro.

Tornando al mondo dei videogiochi, la testimonianza di Diego Campagnani, in arte “Crazy Fat Gamer”, ci dimostra quanto, in certi casi, quello del pro-player possa essere considerato un lavoro a tutti gli effetti. Questo ragazzo, classe 1997, ha raccontato alcune curiosità sulla sua routine da videogiocatore professionista. È seguito da figure come coach, personal trainer e psicologi, che lo aiutano ad esaltare le sue performance, e si allena dalle cinque alle sette ore al giorno. Un’ulteriore dimostrazione di come tutto il sistema si stia professionalizzando anche in Italia, a partire dai giocatori fino alle stesse società di e-sports.

Share: