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Percezioni sinestetiche cult! La colonna sonora di Stranger Things

Palpitazioni terrificanti, sussurri assordanti, tremolii stridenti che provengono da un qualcosa che risiede nelle profondità più paurose del nostro inconscio: il duo Kyle Dixon & Michael Stein è autore della colonna sonora della serie TV cult “Stranger Things”

Autore Massimo Privitera
  • Il16 Febbraio 2018
Percezioni sinestetiche cult! La colonna sonora di Stranger Things

Palpitazioni terrificanti, sussurri assordanti, tremolii stridenti che provengono da un qualcosa che risiede nelle profondità più paurose del nostro inconscio. Incubi terribili che non vivono soltanto nelle trame dei film ma che di esse si nutrono, divenendo materia vibrante di vita reale e di Stranger Things, telefilm che dal 2016 inonda il mondo delle serie televisive con le sue storie thriller-fanta-horror-sci-fi, le quali accrescono di intensità e angoscia attraverso le musiche originali e citazioniste di Kyle Dixon & Michael Stein, a tratti rese più tollerabili dal parterre di hit pop rock che le contornano.

I musicisti del duo provengono dal quartetto di musica sperimentale elettronica SURVIVE di Austin, Texas. È noto il motivo del loro coinvolgimento all’interno di Stranger Things, un aneddoto narrato in diverse recensioni e articoli in cui si riferisce che siano stati scelti dai fratelli ideatori della serie, Matt e Ross Duffer, per sottolineare con le loro atmosfere sonore sintetiche anni ’80 la narrazione e l’ambientazione della serie originale Netflix. Alcuni pezzi dei SURVIVE erano stati adoperati all’interno della colonna sonora del thriller The Guest (2014) di Adam Wingard e ascoltati per caso dai fratelli Duffer, i quali avevano già preso la decisione di usare musica elettronica dal sapore retrò, quella prodotta negli anni ’80 con strumenti e sintetizzatori analogici nelle colonne sonore di John Carpenter, Giorgio Moroder, i Tangerine Dream, in una sola occasione dai Toto (Dune di David Lynch) e nel nostro Paese da Fabio Frizzi, Claudio Simonetti o Giuliano Sorgini. Avvalendosi di quei brani all’interno di alcuni trailer che stavano montando, i fratelli Duffer trovano la risposta conclusiva alla loro affannosa ricerca: vestiranno Stranger Things con la musica di Dixon e Stein.


La coppia di musicisti si è dedicata senza indugio alla colonna sonora del telefilm depositando alla produzione oltre tredici ore di musica originale per la prima stagione e altrettante per la seconda, con partiture eseguite con sintetizzatore Prophet-6. Le musiche si sono aggiudicate dal 2016 ad oggi un Emmy Awards (miglior tema musicale originale di una sigla), una candidatura ai Grammy Awards per i due volumi che comprendono la colonna sonora della prima stagione (Stranger Things Volume 1 e Stranger Things Volume 2) nella categoria per la miglior composizione di colonna sonora per arti visive. Trovate pubblicate le colonne sonore sia in formato digitale che su supporto fisico (CD e vinile) nella loro integrità su etichetta Lakeshore Records. È disponibile anche una selezione di canzoni – con l’aggiunta di alcuni dialoghi estrapolati dalla serie – in un CD della Sony Music contenente 18 canzoni intramontabili, quasi tutte targate anni ’80 con qualche incursione nei ’60 e nei ’70: troviamo, fra gli altri, Toto (Africa), The Police (Every Breath You Take), The Clash (Should I Stay or Should I Go), The Bangles (Hazy Shade of Winter), Cyndi Lauper (Time After Time), Olivia Newton-John (Twist of Fate), Duran Duran (Girls on Film), Joy Division (Atmosphere), Devo (Whip It), Bon Jovi (Runaway), The Scorpions (Rock You Like a Hurricane), David Bowie (con la suggestiva cover ad opera di Peter Gabriel di Heroes).

La score del duo Stein-Dixon con le sue “percezioni sonore sintetiche”, tra temi illusoriamente confortanti e brevi paesaggi allucinatori da “scary music” elettronica d’annata insieme a canzoni di successo internazionale, rende Stranger Things un viaggio sonoro stupefacente, adrenalinico, destabilizzante e cinefilo fino alla saturazione, cosa che ha decretato ancor di più la popolarità e la nomea di cult a distanza ravvicinata dalla trasmissione sul piccolo schermo.


Le peculiarità della serie, vero telefilm “fan service”, sono molteplici e studiate a tavolino dai suoi ideatori, produttori e registi: oltre all’ambientazione in un decennio indimenticato – quegli Eighties che tanto hanno dato all’arte in tanti suoi aspetti, soprattutto musicali e cinematografici – ha di suo il citazionismo più sfrenato e geniale. Nel telefilm infatti si menzionano, addirittura copiandone pari pari le inquadrature, film stracult quali I Goonies (1985), Stand By Me (1986), E.T. (1982), La cosa (1982), Poltergeist (1983), Nightmare – Dal profondo della notte (1984), Aliens – Scontro finale (1986), Fenomeni paranormali incontrollabili (1984). La serie si svolge appunto negli anni ’80 nella città fittizia di Hawkins, Indiana, ed è basata sugli avvenimenti legati all’inspiegabile sparizione di un bambino e alla contemporanea comparsa di una bambina dai capelli rasati provvista di poteri psichici e scappata da un laboratorio segreto. Da qui in avanti un gruppo di ragazzini amici – come la tradizione cinefila anni ’80 impartisce – ne vedranno delle belle e scopriranno a loro spese che la realtà che li circonda non è delle più rassicuranti, anzi cela mondi paralleli, mostri famelici, insidie dappertutto e segreti inconfessabili. Inoltre il rimando estetico e letterario alle trame di maestri dell’orrore quali Stephen King, John Carpenter e in parte Steven Spielberg è palese e rende affascinante e furbo il serial. I giovani protagonisti, che interagiscono con nomi del calibro di Wynona Rider e Matthew Modine, sono un collante molto forte che fa di questo telefilm un prodotto da non perdere assolutamente. Come, se ancora non lo avete capito, la sua colonna sonora originale e non: una sarabanda musicale brillante e oscura come soltanto negli Eighties si poteva immaginare.

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