Post Malone chiude gli I-Days e trasforma Milano in Nashville per una sera
Un’ora e mezza di show in cui l’artista di Syracuse ha catapultato il pubblico dell’Ippodromo San Siro nell’America dei cowboy e della musica country

Post Malone agli I-Days Milano
«Man, I feel just like a rockstar»: ed è proprio da divo della musica che Post Malone si presenta sul palco dell’Ippodromo SNAI San Siro per chiudere questa edizione degli I-Days Milano Coca Cola. Austin Richard Post ha saputo districarsi in un live di novanta minuti tra vecchi e nuovi successi in un concerto squisitamente country con qualche sonorità pop. Texani ai piedi, bandana al collo, giacca con le frange, cappello da cowboy e ci si dimentica di essere a Milano. Sembra piuttosto di aver preso un aereo per la capitale indiscussa della musica country, Nashville, Tennessee.
«Non importa dove andrete. Sarete sempre accolti nel nostro show»
Le luci si spengono, la band è già sul palco e il ritmo della batteria inizia ad aumentare tanto da simulare un battito cardiaco. Il pubblico scalpita e inizia a incitare il proprio beniamino. Un faro illumina Post Malone che senza esitazione inizia il suo show tra giochi pirotecnici e luci stroboscopiche. In una mano il microfono, nell’altra birra e sigaretta e alle spalle la band al completo. Nemmeno il tempo di arrivare alla seconda canzone della setlist del suo “Big Ass World Tour” che Malone scende dal palco per abbracciare i suoi fan e raccogliere le bandiere di alcuni dei trenta mila presenti all’evento.
Il palcoscenico ricrea i toni e il mood dell’ultimo album dell’artista, F-1 Trillion, uscito nel 2024. La Route 69 viene riprodotta: sul palco c’è una parte di carreggiata, lampioni, semafori e cartelli stradali. Tutto illuminato come se fosse una grande sala giochi. Ogni dettaglio è minuziosamente studiato, tanto è vero che dall’alto cala una gigantesca fibbia, tipica di quelle dei cowboy, con la scritta “Posty Co”. “Posty, Posty”, continua a urlare a squarciagola la gente nel prato mentre Malone sfila, balla, canta e si rotola per terra lungo la passerella del palco.
Non è nuovo, negli ultimi tempi, che gli artisti internazionali stiano virando verso il genere country. Basti pensare a Beyoncè, Morgan Wallen o Luke Combs. In Italia questo tipo di sound folkloristico non è ancora molto diffuso come in America, ma le quasi trentamila persone presenti allo show di Posty fanno pensare al contrario. Austin Post si avvicina alla musica old-time contaminandola con il pop dimostrando, ancora una volta, di essere un artista camaleontico, capace di saper giocare con diversi generi e di indossarli come se fossero dei vestiti fatti su misura.
Per il suo decimo show europeo, Malone porta alcuni dei suoi più grandi successi anche degli album precedenti. Il live si è infiammato sulle note di Wow, Better Now e ovviamente su Rockstar. Ma, sempre a dimostrazione della capacità del cantante di saper muoversi tra i vari generi non sono mancate ballad-pop come Goodbyes, Sunflower e I Fall Apart sulle cui note il pubblico si abbracciava. Immancabili Circles, I Had Some Help, oltre che Pour Me a Drink. Unico ospite della serata è stato Jelly Roll, supporter dello show nonché artista country con cui Malone ha performato su Losers. «La dedico a chiunque si sia sentito solo in mezzo a una folla», preannuncia il cantante.
Post Malone a Milano: «Fate ciò che amate»
È Congratulations a chiudere il live. La canzone che dieci anni fa ha portato Post Malone al successo, il suo trampolino di lancio. «Sono state tante le volte nella mia vita in cui le persone hanno cercato di buttarmi giù dicendo che non avrei mai fatto un’altra canzone così buona», confessa mentre è seduto sul palco con un pò di fiatone. «Eppure oggi sono qui. Grazie per l’amore che mi avete dimostrato», conclude il cantante. Mentre la band accompagna il pubblico verso la fine dello show, Post Malone scende, per l’ennesima volta, dal palco e va nelle prime file del parterre a firmare autografi, scattare foto e ad abbracciare ogni singola persona che avesse davanti. «Siamo venuti qui per fare musica e farvi scatenare». Come una vera Rockstar.
Articolo di Rebecca Pavesi