Il Ravenna Festival va oltre la tradizione
Uno dei pochissimi festival in Italia che riescono ad abbracciare una varietà di linguaggi molto ampia, della musica sinfonica al pop fino all’elettronica
Dal 1990, principalmente durante i mesi estivi, va in scena – per lo più a Ravenna, ma anche in altre località della Romagna – il Ravenna Festival, una manifestazione che riesce ad essere estremamente multidisciplinare, pur mantenendo un’identità forte.
L’identità di Ravenna Festival
Nel corso degli anni la kermesse ha ospitato eventi anche molto diversi tra loro, accostando generi in un modo che raramente si vede nei cartelloni del festival italiani. Il Ravenna Festival ha proposto eventi di musica sinfonica e da camera, così come opera, teatro e balletto, ma anche musica elettronica, pop e jazz, tra le altre cose.
Uno dei tratti distintivi di questo percorso di eventi – che solitamente si sviluppa tra giugno e luglio – è la scelta delle venue, che spesso include il patrimonio architettonico della Romagna. Ogni edizione, poi, si caratterizza per uno o più temi portanti, che vengono sviluppati attraverso parte della programmazione.
Quest’anno la manifestazione riflette sul rapporto tra l’uomo e il pianeta. La scelta – per nulla scontata – di ospitare Anohni and the Johnsons (il 15 giugno presso il Pala De André di Ravenna) va esattamente in questa direzione. Nominata agli Oscar 2016 con la canzone ambientalista Manta Ray per il film Racing Extinction di Louie Psihoyos, dopo alcuni anni di pausa l’artista britannica e il suo gruppo nel maggio 2023 hanno annunciato a sorpresa il nuovo album, My Back Was a Bridge for You to Cross, giudicato dalla critica un eccellente ritorno. Quella in occasione del Ravenna Festival, inoltre, sarà la sua unica data italiana.
Gli artisti italiani
Oltre ai molti appuntamenti più vicini alla musica da camera e al teatro, la manifestazione sceglie poi di puntare su un’altra artista che di recente ha fatto molto parlare di sé: Margherita Vicario, fresca del successo di Gloria!, il suo esordio alla regia presentato in concorso al Festival di Berlino. Gloria! è anche il titolo dello spettacolo che la cantante, attrice e regista romana porterà a Cervia – Milano Marittima il 18 giugno. L’evento, inoltre, sarà arricchito dell’accompagnamento dell’orchestra sinfonica La Corelli, diretta per l’occasione dal compositore Giovanni Pallotti.
Lo stesso ensemble supporterà anche il concerto di Colapesce Dimartino il 28 giugno presso l’iconico Pavaglione di Lugo, per un evento che in termini di formazioni, location e calibro degli artisti si prospetta unico. Il duo ha appena pubblicato il singolo Innamorarsi perdutamente non è mai un affare, che si aggiunge a una produzione accolta molto bene da critica e pubblico. Il loro album Lux Eterna Beach, che eseguiranno dal vivo in occasione del Ravenna Festival,li ha infatti consacrati come una delle proposte più interessanti dell’attuale panorama musicale italiano.
Gli internazionali
Il giorno seguente al concerto di Colapesce Dimartino, il 29 giugno, sul palco del Pavaglione di Lugo saliranno invece i Kula Shaker – band di culto del post-britpop, con influenze provenienti dalla musica psichedelica degli anni Settanta e da quella indiana. Il concerto è parte del tour dedicato all’album uscito a febbraio, Natural Magick, composto da tredici tracce dense di ritmi psichedelici e melodie pop ma per nulla banali, che promette un’esplosiva performance dal vivo. La formazione, poi, è quella degli albori del gruppo, con Crispian Mills (chitarra e voce), Jay Darlington (piano e tastiere), Alonza Bevan (basso) e Paul Winter-Hart (batteria).
Il percorso del Ravenna Festival nell’esplorare le sfaccettature della musica contemporanea termina il 5 luglio con il live dei Calexico, tra le mura del suggestivo Palazzo San Giacomo di Russi. Il loro più recente album, El Mirador, è un gioioso melting pot musicale, dove l’alternative country continua però a tracciare la strada. In apertura Don Antonio (pseudonimo del musicista Antonio Gramentieri) e Dalibor Pavičić (chitarrista del gruppo croato Bambi Molesters) nel loro nuovo progetto Ghost Guitars.
Questa apertura a linguaggi artistici così vari non solo ha arricchito il panorama culturale del territorio in cui opera il festival, ma ha anche attirato un pubblico più variegato, dove si incontrano diverse generazioni di spettatori. La capacità del Ravenna Festival di combinare tradizione e modernità, classico e contemporaneo ha permesso di creare una formula vincente – praticamente unica in Italia – che continua a evolversi e sorprendere ogni anno.