Sanremo 2023, gli ascolti dei brani in anteprima: un viaggio tra passato e futuro
Abbiamo ascoltato le canzoni in gara con il direttore artistico Amadeus che ha fatto un incredibile lavoro di ricerca per accontentare pubblici diversi. I nostri preferiti? Colapesce Dimartino, Madame, Lazza, Ariete, Rosa Chemical. Ma non solo
Sanremo 2023. Come l’anno scorso (e come l’anno prima e sempre), esprimere la propria opinione sui brani in gara al festival dopo un solo ascolto è un’impresa ardua. Ma anche piuttosto ingiusta, perché non vedi l’interpretazione dell’artista e quello che puoi scrivere non può essere una recensione, anche se breve.
Perciò ogni anno abbiamo scelto delle chiavi diverse (a chi potrebbe piacere, dove si potrebbe ascoltare etc). Quest’anno abbiamo deciso di parlare di “prima sensazione”. E la prima grande differenza tra le sensazioni che regalano i pezzi dell’Amadeus 4 è se farci sentire nel 2023 o catapultarci negli anni ’80 e ’90. Attenzione: non è detto che i primi siano migliori dei secondi. Quel che è certo è che le canzoni si rivolgono a pubblici molto diversi e pare che quasi tutti siano accontentati.
Quindi se vi dovessero chiedere in sintesi come sono i pezzi di Sanremo 2023 rispondete pure molto vari. Alcune perle e altri molto più innocui e non memorabili.
Sul finale degli ascolti, sono state smarcate alcune questioni più attinenti alla cronaca. L’annuncio di Vespa del video di Zelensky il sabato notte della finale di Sanremo. La presenza o meno di Madame. E il possibile scandalo per la presenza di Salmo sia in collegamento dalla nave di Costa Crociere sia come autore di Shari (non pare però un grande scandalo degno di nota…). Veniamo alle sensazioni degli ascolti dei brani nella sede Rai di Milano.
Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato
Qui sembra di essere catapultati improvvisamente negli anni ’80 e la sensazione è un po’ di delusione. Dopo tutti i pezzoni di Grignani del passato, questo non risulta assolutamente memorabile a un primo ascolto. “Non fare accordi con i ricordi quando ti manca il fiato”. Pleonastico.
Colapesce Dimartino – Splash
Un coltello infilato in mezzo al costato questa è la sensazione. Ma è piacevole. Non si tratta di essere masochisti ma Colapesce & Dimartino hanno la indubbia capacità di raccontare in modo lucido la realtà che ci circonda come pochi altri. Lo hanno fatto con Musica Leggerissima: “Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente”, cantavano in piena pandemia.
Lo fanno anche ora: “Io lavoro per non stare con te”. “Preferisco il rumore dei cantieri infiniti a quello del mare”. Quanti di quelli che lavorano fino alle 23 in ufficio hanno il coraggio di confessare questa agghiacciante verità? Per non parlare del “peso delle aspettative”. Le loro musiche ricordano quelle di Mogol, i testi Battisti (con tanto di “campi di grano”) e si sente più che un tocco di Domenico Modugno. E alla fine non si ride affatto. Splash, si sente sul finale. E con ogni probabilità è il protagonista che si è gettato in quel mare, come quello che sceglieva di togliersi la vita in Vecchio Frack di Modugno. La migliore in assoluto.
Articolo 31 – Un bel viaggio
Torniamo negli anni ’90 e ci sta: è un racconto autobiografico piuttosto sincero del duo. Non è una quota rap anche se compare uno scratch a un certo punto. Piuttosto ricorda tantissimo gli 883 di Max Pezzali.
Gianmaria – Mostro
Una ventata di aria fresca da parte del vincitore di Sanremo Giovani che ha già un modo di cantare e un timbro molto riconoscibili. Siamo in area Vicenza come Sangiovanni e Madame, il che non è solo una collocazione geografica ma anche di mood. Mostro fa venire voglia di ballare e il testo è tutt’altro che superficiale. È dedicato alla sorella e alla fatica del comunicare oggi. “Ti sembro un mostro, guarda che sono a posto”. Anche molto orecchiabile.
Anna Oxa – Sali (Canto dell’anima)
Anni ’90 pieni. Ma non solo. Proprio festival di Sanremo anni ’90 dove comunque Anna Oxa fece la storia con molti pezzi in gara degni di essere ricordati. La voce è ancora assai pregevole. L’interpretazione molto enfatica e drammatica. Perfetta per chi l’amava e continua ad amarla.
Mr. Rain- Supereroi
Sembra un pezzo nato per piacere ai ragazzini e alle ragazzine su TikTok. Infatti, c’è anche un coro di bimbi. Però il tema è più delicato di quanto potrebbe sembrare perché parla della necessità di farsi aiutare quando si sta male. Anche se Mr. Rain non è il primo a farlo, è sempre bene non dimenticarlo.
Rosa Chemical – Made in Italy
Diciamolo: la vera sorpresa tra i nomi in gara era proprio Rosa Chemical, che ora porta la sua polka elettronica sul palco dell’Ariston. Chiaramente il testo è stato ripulito rispetto ai suoi standard provocatori tra sesso e droghe varie. Siamo sempre al festival trasmesso dalla Rai. Comunque, il particolare omaggio ironico al Made in Italy del GipsyBoi Rosa è super piacevole e rimane in testa. Uno dei pezzi migliori.
Giorgia – Parole dette male
Un bel tuffo nell’r’n’b anni ’80. Un brano elegante dove Giorgia ancora una volta (ma non tanto come l’ultimo brano, Normale) decide di non mettere la quinta sulle sue indiscusse capacità vocali. Una canzone che sale e dà il meglio di sé nel ritornello. Non pare il classico pezzo destinato alla vittoria, come il nome della sua artista potrebbe far desumere. Il suo destino sembra più l’airplay radiofonico.
LDA – Se poi domani
LDA potrebbe portarci nel 2023, data la sua giovane età, ma non è questa la prima sensazione. Sicuramente andrà alla grandissima su TikTok, per tutti i video a tema romantico delle ragazzine. Però sembra qualcosa di inesorabilmente già sentito.
Lazza – Cenere
Finalmente arriva Lazza che porta un pezzo adatto a Sanremo ma dove non pare affatto snaturarsi. L’artista dell’album più ascoltato del 2022 con Sirio, racconta in modo sincero: “Primo in classifica ma non mi importa mi sento l’ultimo come persona”. A mettere la ciliegina sulla torta arriva l’intrigante produzione uptempo di Dardust che ricorda un po’ i Disclosure. Ottima e contemporanea.
Ariete – Mare di guai
Anche il brano di Ariete è fresco e delicato e anche qui compare la produzione di Dardust infatti. Nel testo anche Calcutta, oltre ad Arianna/Ariete, che aggiunge un tocco di originalità. Dovrebbe essere la consacrazione definitiva di Ariete. L’opportunità di farsi conoscere da chi ancora non l’avesse intercettata.
Sethu – Cause perse
Decisamente contemporaneo con quel pop-punk tornato assolutamente di moda. Ricorda moltissimo Blanco, il che – visti i risultati – dovrebbe portare molta fortuna.
Tananai – Tango
Lo sciupafemmine milanese di Sesso Occasionale ha messo un po’ la testa a posto. Adesso racconta le fatiche di una storia a distanza con una ballad che ricorda la sua Abissale. Il pezzo forse è più adatto a Sanremo di quello dell’anno scorso. È piacevole e il ritornello rimane in testa. Che da ultimo possa passare addirittura alle primissime posizioni?
Levante – Vivo
Vivo fa venir voglia di buttare tutto all’aria e mettersi a ballare. Pare che Levante abbia scritto questo brano in una circostanza del tutto inaspettata rispetto al testo. Lei canta “Vivo per la mia liberazione, vivo il mio sogno erotico”. Uno potrebbe pensare che sia lo sfogo di una mamma ai primi faticosi mesi di maternità. Invece Claudia Lagona ha concepito il testo nel preciso momento in cui – dopo il parto – vieni trasferita in sala osservazione. Bizzarro. Ma gli ormoni si sa, a volte fanno bene. Le basi, lo stacchetto e i coretti ricordano la Rappresentante di Lista e quindi ottimo.
Leo Gassman – Terzo cuore
Ecco il pezzo dei Pinguini Tattici… ah no, è Leo Gassmann ma il pezzo lo ha scritto Riccardo Zanotti dei Pinguini. Siamo nella super-contemporaneità perché i PTN vanno benissimo e sono ovunque. Quindi potremmo trovarci anche Terzo cuore onnipresente in radio.
Modà – Lasciami
Di nuovo un tuffo negli anni ‘90/2000, quelli però dove imperversava il rock-melodico. La differenza rispetto a quello che si potrebbe pensare è che non si tratta affatto di un brano d’amore ma è dedicato al tema della depressione. “Lasciami… ma fai in modo che non me ne accorga”. Comfort zone per i fan dei Modà.
Marco Mengoni – Due Vite
Un pezzo perfetto per la vittoria di Sanremo con la voce impeccabile di Marco Mengoni. Se così fosse, però, sarebbe un po’ troppo scontato.
Shari – Egoista
Shari, che si era fatta conoscere soprattutto per L’angelo caduto di Salmo (tra gli autori della musica anche di questo pezzo), è davvero molto interessante. Porta un pezzo adatto per un festival di Sanremo nel 2023. Ricorda anche un po’ lo stile di Billie Eilish. L’unico rischio è che si perda e non si distingua abbastanza nella marea di proposte
Paola e Chiara – Furore
La bandiera musica dance e leggera è orgogliosamente portata in alto dalle sorelle Iezzi. Portano quello che hanno sempre portato. Niente di più e niente di meno. Senza rimanere però ancorate al passato.
I Cugini di Campagna – Lettera 22
Il pezzo dei Cugini di Campagna, scritto per loro da La Rappresentante di Lista, è assolutamente fresco. Non si sa se è perché il revival e il karaoke siano cool ai giorni nostri. Fatto sta che è difficile schiodare dalla testa il ritornello.
Olly – Polvere
Il pezzo di Olly è piacevole e ricorda un po’ lo stile di Fedez o di Dargen quando è più pop. Ma rischia di perdersi nell’insieme dei pezzi.
Ultimo – Alba
Ultimo è Ultimo all’ennesima potenza, tranne che nel ritornello, che praticamente manca. Passione, dramma, enfasi: tutto ciò che il suo pubblico ama qui lo ritroverà. Potrebbe vincere.
Madame – Il Bene nel Male
Quello di Madame è uno dei brani migliori in gara. Le strumentali curate da Brail e Bias sono intriganti e convincenti. È adatto a Sanremo, quello più innovativo. “Fai bene e fai male nel bene e nel male”. Quella ripetizione di “tanto, tanto, tanto” potrebbe diventare iconica.
Will – Stupido
Will è un altro artista che potrebbe venir cannibalizzato dall’eccessivo numero di artisti. È un pezzo carino, da TikTok, che però pare innocuo e già sentito.
Mara Sattei – Duemilaminuti
Il timbro di Mara Sattei è super piacevole. Il pezzo però, che schiera grandi nomi come quello di Damiano David dei Maneskin che ha scritto il testo e quello di suo fratello thasup per le musiche, lascia una leggera delusione e non colpisce in maniera particolare.
Colla Zio – Non mi va
I milanesi Colla Zio ci portano su un terreno spumeggiante dove si alternano elettronica, rap e polifonia. Un’altra – piacevole – faccia del futuro.
Coma Cose – L’addio
Ecco una grande sensazione di struggimento, ma molto realistico. Non un sentimento plasticoso ma ciò che veramente è capitato a Fausto e California. Raccontato molto bene, con sincerità. Dopo il grande successo seguito alla scorsa edizione, i due si erano un po’ persi, sia come ispirazione ma sia soprattutto come coppia. Questo brano doveva rientrare nel loro ultimo album, invece lo ritroviamo qui in gara. Le basi sono sempre più curate con tutte le loro colte influenze musicali che si sentono sempre. “L’addio non è una possibilità”: lacrima.
Elodie – Due
Quello di Elodie è un funkettino elegante e raffinato. Forse ci si aspettava troppo, mentre a un primo ascolto non pare con una costruzione particolare come quella di Andromeda del 2020. Ma forse è anche il 28esimo primo ascolto. Vedremo come sarà veramente interpretato sul palco dell’Ariston.