Sanremo 2021, gli ascolti dei brani in anteprima: quanta sorpresa ci sarà?
Oggi gli ascolti delle 26 canzoni a Sanremo. Abbiamo deciso di giudicarle in base alla capacità di stupirci. Spoiler: molte ce l’hanno fatta
Come risposta a questi mesi di quarantena ci saranno molte canzoni d’amore in gara al prossimo Festival di Sanremo che avrà inizio il 2 marzo. Amadeus e Stefano Coletta, direttore di Rai1, lo avevano annunciato anche ieri in conferenza stampa. E così è parso evidente subito, dopo il tradizionale primissimo ascolto dei giornalisti.
Molti i generi presentati. Rock, r’n’b, un po’ di rap (poco), liscio, elettronica. Nessun pezzo trap e con autotune. «In generale sono attratto dalle novità e non ho nulla contro la trap», ha spiegato Amadeus in conferenza stampa. «Semplicemente non sono arrivate proposte valide di quel genere. Sono contento che i cantanti in gara abbiano scelto di rifarsi anche all’atmosfere del passato». Alcune canzoni raccontano amori felici e altre, come da tradizione, molto meno. Ci sono alcuni riferimenti a farmaci e farmacisti: la canzone di Gazzè si intitola addirittura Il Farmacista, Arnica quella di Gio Evan e Aiello parla di amore e ibuprofene.
In generale, poi, si può affermare che la qualità generale dei brani è davvero alta e ci sono parecchie canzoni veramente valide e piacevoli. Per presentarvele abbiano deciso di giocare soprattutto con la categoria dello stupore, anche perché con un solo ascolto è l’emozione più immediata su cui è possibile riflettere. Alcune canzoni potrebbero stupire perché sono dei gran pezzi ma magari l’artista in questione non è così conosciuto. Altri artisti potrebbero creare un effetto sorpresa anche se non si allontanano dal loro genere. Alcuni confermano invece i loro lavori precedenti, perciò se in generale vi piacciono continueranno a farlo.
Aiello – “Ora”
Per esempio Aiello presenta un suo classico. Un pezzo con base uptempo e con un testo fresh anche se parla di un amore finito, quindi l’argomento più tradizionale che esista. Un brano che, con ogni probabilità piacerà alle radio, e che no, non stupisce più di tanto. Chi ama Aiello, continuerà a farlo.
Annalisa – “Dieci”
Stesso discorso per Annalisa, ormai veterana del pop. Anche lei parla di un amore finito e con una voce come la sua può divertirsi su diverse tonalità con una base catchy. Più che stupefacente, il pezzo di Annalisa è confortante. “Tu scrivimi tra un’ora/serviranno ancora dieci ultime volte”.
Arisa – “Potevi fare di più”
Con Arisa il discorso precedente arriva veramente all’apice. Non pensiate, quindi, che nessun artista abbia portato una vena di novià nella sua produzione! Però Arisa parte piano e sembra stupire per poi tornare a cantare una ballad al suo solito modo, ovvero egregiamente. Come una delle migliori domatrici della propria voce, capace di farle fare qualsiasi cosa lei voglia. Testo e musica sono di Gigi D’Alessio e questo è una novità. Tutto il resto rientra nei soliti canoni di Arisa: a Sanremo con l’orchestra spaccherà. “Noi di spalle nel letto più soli e bugiardi. Ti addormenti vicino e ti svegli lontano”.
Bugo – “E invece sì”
Ecco, Bugo sorprende. È un pezzo che gli dà decisamente una marcia in più, anche se la sua produzione è sempre stata valida. Parte con delle chitarre trionfali e poi il brano cambia continuamente tono e ritmo, soprattutto nel ritornello. Ogni tanto Christian Bugatti ricorda un po’ Vasco, a volte le basi ammiccano a certo alt-rock come quello dei Vampire Weekend. “Voglio immaginare che non ho sbagliato e che Ringo Starr è il mio migliore amico”: viene naturale pensare alle vicende dell’anno scorso. Sarebbe giusto però che si iniziasse a parlare meno delle liti e di più della musica di quest’artista, non certo alle prime armi.
Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”
Creiamo subito una categoria a parte per questo pezzo del duo siciliano Colapesce e Dimartino. Un brano meraviglioso che cita le atmosfere degli anni ’60 e Morricone con tanto di fischiettii in sottofondo. Ma stupisce o meno? Forse non tanto per chi aveva ascoltato l’album che li aveva uniti, I Mortali, uscito l’estate scorsa perché anche quello era davvero valido. Musica leggerissima, però, ha un testo molto profondo che affronta il tema della depressione, a dispetto della leggerezza delle basi. E con un riferimento anche alla situazione attuale e alla mancanza di live: “Se bastasse un concerto per far nascere un fiore”. Certo, stupirà, chi all’annuncio dei nomi di Sanremo si era chiesto: ma chi sono Colapesce e Dimartino?
“Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente, anzi leggerissima”: è un ritornello di cui non vi libererete facilmente. Per fortuna. È anche scattato l’applauso in sala stampa al termine dell’ascolto.
Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”
I Coma_Cose stupiscono. Non solo la categoria di persone che magari non li conosceva quando sono stati annunciati a dicembre i nomi dei big, ma è come se avessero fatto un passo in più per rendersi più intellegibili. Non compaiono più i giochi di parole e i riferimenti alla milanesità dei loro testi di anni fa, che forse potevano renderli oscuri al resto d’Italia. Si parla d’amore, quello positivo, che arde e brucia, ma riferito alle piccole cose di tutti i giorni. Le basi sono potenti con la batteria in primo piano e citazioni rock anni ’70.
Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti”
Ermal non stupisce molto. Lo amate per i voli della sua voce e per le sue parole toccanti del suo testo (una canzone d’amore)? Continuerete a farlo.
Extraliscio e Davide Toffolo– “Bianca luce nera”
Pare che gli Extraliscio abbiano detto a Amadeus: ma sei pazzo a invitarci a Sanremo? Be’, Ama ha fatto bene a invitarli perché portano una ventata di novità, pur presentando un pezzo che strizza l’occhio al liscio che certo un genere innovativo non è. Una base uptempo con un testo scritto da Pacifico, impeccabile autore. La band guidata da Mirco Mariani è entrata nel roster di Elisabetta Sgarbi che dà così inizio alla sua avventura nelle edizioni musicali. A cantare come ospite è il co-fondatore e cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti e fumettista, Davide Toffolo. Tutti elementi che contribuiscono ad accendere l’interesse per l’esibizione dal vivo degli Extraliscio.
Fasma – “Parlami”
La canzone di Fasma non stupirà particolarmente chi lo segue dall’inizio. Il suo è il classico pezzo emo-rap (se proprio dobbiamo trovare una definizione) che andrà alla grande in streaming e sui social, a partire dalle challenge di TikTok. Già l’anno scorso Tiberio era arrivato secondo tra le Nuove Proposte ma sicuramente primo per risultati di streams e views. Lui si emoziona visibilmente ma è anche in grado di trasmettere queste sue sensazioni. Una bella conferma.
Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”
Un brano che piacerà a molti. Sorpresi? Non molto, se già a dicembre quando erano stati annunciati i nomi si vociferava che fossero loro i potenziali vincitori. Il pezzo è costruito bene, alla perfezione, per emozionare. E ci riesce, nessuna sorpresa.
Francesco Renga – “Quando trovo te”
Si potrebbe credere che sia il solito pezzo alla Renga per Sanremo, ma non è così. Di sicuro c’è lo zampino di Dardust (che firma ben 5 produzioni, ancora di più dell’anno scorso) che rende le basi più interessanti e poi il testo non è affatto scontato. “Come sempre mi dimentico/dimentico di te”. Non è bello sentirselo dire ma almeno è sincero e poco scontato.
Fulminacci – “Santa Marinella”
Ok, per tutti coloro (e non sono pochi) che seguono Fulminacci da tempo, non è certo una sorpresa. Fulmine ci sa fare con i testi a metà tra realismo e surreale e anche con la scrittura musicale, a cui si aggiunge la produzione di Tommaso Colliva. Ma per tutti gli altri (e sono altrettanti) che si sono chiesti chi fosse ecco la risposta con questo ottimo pezzo. In fondo lui ci ricorda che “Voglio solamente diventare deficiente e farmi male”.
Gaia – “Cuore amaro”
Gaia ci ha abituati a incursioni nelle musiche esotiche, dalle atmosfere brasiliane di Chega alla chitarra flamenco di questo brano, dove strizza un po’ l’occhio a Rosalìa, con annessa una buona dose di elettronica. Però il tutto è sempre particolarmente piacevole e avvolgente. Il tema è ancora quello amoroso, di infelicità.
Ghemon – “Momento perfetto”
Ghemon ha trovato davvero il suo “momento perfetto”. Ci ha abituati da tempo al suo r’n’b ma questa volta sembra premere l’acceleratore con il pedale giusto al momento giusto. Le atmosfere di Rose viola, il brano di 2 anni da, sono lontane. Lui sembra finalmente a suo agio anche se si può intravedere sempre in filigrana un po’ della sofferenza passata. “Dicono sempre che è il turno degli altri ma non mi sento secondo a nessuno”: bravo Ghemon, è giusto così, ora prenditi tutto.
Gio Evan – “Arnica”
Per chi sa che Gio Evan è anche e soprattutto un poeta in grado di trasmettere emozioni con parole molto semplici e scarne, questo brano non sarà una sorpresa. Per tutti gli altri sì. Arnica di Gio Evan si inserisce molto bene però nel solco della tradizione dei brani classici sanremesi.
Irama – “La genesi del tuo colore”
Irama non ama i generi e quindi fa di tutto per disorientarci anche stavolta. Chiama anche lui Dardust che porta una chitarra latineggiante (genere che nemmeno Irama ha mai disdegnato) e poi arriva a cantare su una base dance anni ’90, a volte con voce robotica. Il tutto comunque funziona, perché Irama riesce sempre a portare a casa il risultato. Ci sorprende? Non molto, perché anche a settembre avevamo deciso di dedicare la cover a questo artista che ci sa sicuramente fare.
La Rappresentante di Lista – “Amare”
Altro duo siciliano come Colapesce e Dimartino, altra (bella) sorpresa. È vero hanno il loro zoccolo duro di fan ma forse erano tra i nomi meno conosciuti, invece ci portano un brano uptempo-elettronico che faremo fatica a dimenticare e che probabilmente sentiremo perfino in radio. Anche qui c’è Dardust nella produzione. Il tema ça va sans dire è l’amour.
Lo Stato Sociale – “Combat Pop”
Su che cosa si può ancora ironizzare nel 2021 dopo che lo hai fatto con intelligenza da un decennio sui temi più disparati? Si può, si può. Lo Stato Sociale ce lo insegna. Tutti a chiedersi se faranno il bis come con Una vita in vacanza. Potrebbe essere. Combat Pop è un piacevole rock ‘n’ roll che prende in giro le divisioni in generi e tutti noi. “Ma che senso ha/ Avere sempre troppo/ Pagare tutto il doppio e godere la metà?”. E pure il presentatore/direttore artistico: “Solo Amadeus ha ancora un profilo di coppia”.
Madame – “Voce”
Madame ci stupisce? Non moltissimo. Forse partivamo con aspettative davvero troppo alte. Madame/Francesca è brava a buttar giù rime ma forse si è avvicinata troppo a Sfera Ebbasta quando è in vena di brani pop. E questo per il conteggio dei suoi stream non può che essere che positivo, certo. Comunque il brano è originale, così come il tema ovvero una dedica alla sua voce. Forse avremmo urlato a un mezzo miracolo se non avessimo mai sentito niente di suo prima.
Malika Ayane – “Ti piaci così”
Un brano piacevole, easy, ma che non rimane particolarmente impresso. Forse un po’ poco per una delle migliori cantanti in circolazione, dalla voce e dai gusti così raffinati.
Maneskin – “Zitti e buoni”
I Maneskin tirano finalmente fuori la loro personalità e portano le chitarre a Sanremo. Sul serio. Lo hanno sempre fatto in questi mesi/anni ma ora è come si fossero davvero liberati. Echi di anni ’70 e insieme di Rage Against The Machine. Un testo scarno e diretto: “Siamo fuori di testa ma diversi da loro”. Veri? Falsi? Non giocano a fare i finti rocker, sul palco si divertono e a Sanremo lo potremo vedere. Livello di sorpresa? Tanto.
Max Gazzè e Trifluoperazina Monstert Band – “Il farmacista”
Il farmacista ci racconta di una figura che ognuno di noi avrà avuto modo di vedere spesso nella sua vita. Chi ha sempre il consiglio giusto al momento giusto, del “Ghe pensi mi”, come si dice a Milano (e ormai in tutta Italia). Con una filastrocca dove è accompagnato dalla Trifluoperazina Monstery Band, Max tira fuori dal cilindro suoni di strumenti particolari come solo lui e Vinicio Capossela sanno fare. E dimostra ancora una volta di essere un polistrumentista/cantautore dal talento sopraffino. Una sicurezza.
Noemi – “Glicine”
Noemi è sicuramente cambiata e ci vuole raccontare questa svolta con questo brano, Glicine come la pianta con i fiori delicati ma le radici ben salde. La produzione è (ebbene sì…) ancora in mano a Dardust ma alla fine pare sempre un brano sanremese con la voce (questo sì) davvero inconfondibile di Noemi.
Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato”
Orietta prende il ruolo che Rita Pavone aveva l’anno scorso. Ci sta, porta la sua quota totalmente fuori dalle logiche di streaming e TikTok, dedicata al pubblico di aficionados sanremesi che vogliono sentire parlare di un amore travagliato ma in fondo longevo. Come quello di Orietta per il suo Osvaldo.
Random – “Torno a te”
Random è maturato però questo lo porta a una ballad che ben si inserisce perfettamente nel panorama sanremese. Quindi ci stupisce? Non molto. Pare super-adatta anche a tutte le sfide di TikTok per tutte le sue fan che lo seguono adoranti.
Willie Peyote – “Mai dire mai (La locura)”
A chiudere gli ascolti davvero un signor pezzo. Willie cita la serie tv cult Boris e incide un racconto con il coltello acuminato, sceglie una base elettronica e meno r’n’b del suo solito. Ci ricorda che “riaprono gli stadi ma non i teatri né live/ Magari faccio due palleggi, mai dire mai»”, e poi “siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype/ Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify”. È forse la maggior quota rap all’interno dei Big. E ne avevamo davvero bisogno.