Angelica e la libertà di tornare a casa sane e salve
La cantautrice, protagonista della nostra rubrica Women in Music, si esibirà domani all’Arci Bellezza di Milano per l’ultima data del suo “Ancora Tour”, legato all’associazione DonneXStrada, per la sicurezza delle donne che tornano di notte. Perché l’8 marzo è legato indissolubilmente anche alla libertà personale

Quando si parla di libertà legata alla giornata internazionale della donna dell’8 marzo, non si deve dimenticare quella di poter tornare a casa dai concerti (o da qualsiasi altro luogo) di notte sane e salve. Lo sa bene Angelica che da cinque anni a questa parte non può tornare a casa da sola. Non riapriremo la questione già fin troppo discussa del processo nei confronti di Morgan che – a cinque anni dalle prime denunce della cantautrice – non si è ancora tenuto.
Ma Angelica, per motivi personali o meno, ha molto a cuore questo problema tanto che i suoi live dell’Ancora Tour si sono legati all’associazione no-profit DonneXStrada e all’app Viola Walk Home, per offrire un’assistenza concreta in tempo reale di ritorno dai concerti. Domani si terrà l’ultimo concerto all’Arci Bellezza di Milano e Angelica è la protagonista della nostra rubrica Women in Music di oggi.
L’intervista ad Angelica
Come ti senti alla vigilia della fine del tour?
Un po’ triste perché è il momento in cui un artista è più carico. Però ho anche voglia di ricominciare a chiudermi in casa per scrivere.
Che cosa è cambiato dalla prima data a Cesena a dicembre?
È aumentato il dolore alla cervicale e quindi il quantitativo di Brufen che devo assumere per farmela passare! Scherzo, ovviamente. Il fatto è che sto iniziando a scrivere i pezzi nuovi e quando esco di casa per andare a cantare quelli vecchi mi sento in colpa. Sai come quando lasci a casa un cucciolo? Così. Comunque quando mi esibisco dal vivo è proprio divertente: è più leggero perché non devo scavare dentro di me.
Che cosa hai scritto invece in questo periodo?
Ho scritto un pezzo proprio da pochissimo che mi ha regalato quasi la linea che voglio adottare per l’album. È più crudo, con un sapore più live. Lo presenterei già ora sul palco perché si presterebbe proprio bene ma preferisco aspettare. Immagino che dopo la data di domani mi dedicherò alla scrittura, luglio e agosto compresi.
Tu ed Edoardo (Calcutta, ndr) vivete insieme, a parte il fatto che lui ha prodotto il tuo album: quanto vi aiutate sul lavoro?
Tutto è nato in maniera spontanea, perché stava producendo il mio album Pietro Paroletti, Golden Years, musicista che stimiamo molto sia io che Edoardo. Quindi l’album è nato a casa di Edo a Bologna. In generale poi, io non riesco a collaborare con persone che non stimo e con cui non ho un rapporto personale e di stima precedente. Come è successo con Domenico Finizio dei Tropea.
Invece sul testo ha mai avuto qualcosa da dire?
No, non ha mai aggiunto o tolto niente, perché io devo assolutamente scrivere quello che canto. Mi è capitato nella vita ma non riesco a essere interprete, è anche un limite mio.
E tu sui suoi testi?
Sono molto schietta, quindi se devo dire una cosa non me la tengo. Soprattutto se dall’altra parte la persona è pronta ad ascoltare.
Angelica, quanto fa fatica una cantautrice oggi? Anche a Sanremo, nella cinquina finale, non ce ne era neanche una.
Sarebbe bello se la figura della cantautrice venisse finalmente sdoganata e non venisse sempre necessariamente abbinata a una figura maschile, che sia il produttore o il co- autore. È come se ci fosse sempre bisogno del maschio che ti dà il certificato di garanzia.
Invece ti è capitato di scrivere per altre artiste?
Soprattutto in negli ultimi 6 mesi e ne sono molto contenta perché mi è stato chiesto da diverse colleghe. Ma non voglio con questo sminuire minimamente il ruolo degli interpreti, come diciamo in Brianza: a ognuno il suo mestiere.
Per questo tour, Angelica, ti sei legata a DonneXStrada: secondo te la situazione è anche peggiorata per quanto riguarda la situazione sicurezza delle ragazze?
Non saprei se peggiorata. Sarebbe bellissimo vivere in un mondo dove non c’è bisogno di avere un supporto per tornare a casa e per sentirsi più sicure. Purtroppo non è così, quindi per fortuna esistono realtà come questa. Poi io per le mie vicende personali è da un po’ che non rientro da sola a casa. Sono 5 anni che lo evito.
E prima?
Anche quando ero più piccola e abitavo in Brianza, ho visto delle scene brutte quando tornavo a casa: persone che mi hanno seguita e rincorsa. Il tornare a casa da sole di notte è sicuramente un problema. Durante la serata capita che continui a chiederti se sfruttare un passaggio o meno e magari ti stai divertendo e vorresti rimanere fuori. Insomma è un condizionamento della libertà.
Come ti può aiutare la app Viola Walk Home?
Basta scaricarla e avviare una video-chiamata mentre si sta tornando a casa. Così sanno dove sei e cosa stai facendo finché non sei al sicuro.
Ti sei mai pentita di aver raccontato delle accuse nei confronti di Morgan?
Io non l’ho fatto spontaneamente. Avrei perpetrato il mio silenzio. La questione è emersa e io non potevo più far finta di niente se no sarebbe stata tutta una finzione. Però io non ho mai raccontato la storia dal mio punto di vista né tanto meno ho spiegato come sto, perché purtroppo siamo ancora troppo in mezzo a questa situazione. Ho solo ringraziato Selvaggia Lucarelli su Instagram che ne aveva parlato.
Cosa pensi a distanza di mesi?
Che l’ondata di solidarietà che ho ricevuto da parte del mondo della musica è stata incredibile. Ci lamentiamo molto ma sono sicura che in altri ambienti non è così. Amiche mi hanno raccontato che cosa è capitato loro in studi di avvocati, per esempio. C’è più consapevolezza nel nostro mondo. Poi a livello legale purtroppo non è cambiato niente. Il fatto che sia venuto tutto fuori alla luce del sole non ha velocizzato minimamente i tempi. La prima udienza, dal 2021, si dovrà tenere il 14 marzo. Se non verrà ulteriormente rinviata.
Perché non ne hai parlato tu?
Perché sapevo che questa storia si sarebbe mangiata la mia musica. Nel mio percorso lavorativo non ho mai preso delle scorciatoie. Comunque la cosa che mi ha creato più dispiacere è stato constatare come una persona possa denunciare e dopo dopo 5 anni ancora non ci sia stata una prima udienza. Se no, non se ne sarebbe nemmeno mai parlato.
Che cosa racconterai nel tuo album?
Rifletterà un po’ come sto e quindi le rotture, le ferite, ma anche le cose belle che mi sono successe in questi anni. Un po’ come Acqua Ossigenata nell’album precedente che sembra un pezzo molto leggero, invece ha un testo decisamente pesante. Credo sia sincero, nato nella mia cameretta.
Che cosa ti auguri per le donne nel mondo della musica per l’8 marzo?
La libertà di essere noi stesse. Che ci sia più fiducia dal mondo esterno e che cadano un po’ di pregiudizi. Il primo? Che il nostro aspetto esteriore influisce troppo sul giudizio che viene dato alla nostra musica. Molto di più di quanto non accada a un uomo.