Interviste

I Bnkr44 portano la provincia a Sanremo: «”Governo Punk” non è un brano punk politico, siamo semplicemente noi»

Dopo essere stati ospiti l’anno scorso e dopo Sanremo Giovani, i sei ragazzi di Empoli tornano sul palco dell’Ariston dalla porta principale con una rinnovata consapevolezza e con l’imprescindibile sfacciataggine della loro giovane età

Autore Samuele Valori
  • Il21 Gennaio 2024
I Bnkr44 portano la provincia a Sanremo: «”Governo Punk” non è un brano punk politico, siamo semplicemente noi»

Foto di Lorenzo Stefanini

La provincia può essere rifugio e prigione, un bunker in cui ritrovarsi per sognare una vita più esaltante e creare qualcosa che “gasi”, oppure un luogo da cui fuggire ma il cui odore ti resta inevitabilmente addosso. I Bnkr44 la porteranno con loro sul palco del prossimo Festival di Sanremo con un brano impossibile da catalogare, come il loro stile: Governo Punk è elettronica, pop, «ma non è un pezzo punk o un pezzo politico».

Fares, Erin, Caph, Jxn, Faster, Piccolo – e il loro manager Ghera che non li abbandona mai e fornisce loro degli amuleti rossi contro la sfiga che sembrano funzionare – hanno fatto tutta la trafila. Un po’ come avveniva al tempo degli antichi romani, i Bnkr44 hanno completato il loro cursus honorum sanremese. L’anno scorso hanno accompagnato Sethu durante la serata dei duetti sulle note di Charlie fa surf dei Baustelle e quest’anno hanno scelto di entrare in gara passando da Sanremo Giovani. EFFETTI SPECIALI era una canzone d’amore, a suo modo, cinematografica. Governo Punk invece è tutt’altro: «Energia, movimento, colori».  

I Bnkr44 a Sanremo: l’intervista

Avete fatto tutti gli step: prima ospiti con Sethu, poi Sanremo Giovani e finalmente in gara tra i big del Festival. Quanto è stata importante, nell’economia complessiva, la serata dei duetti dell’anno scorso?
Erin
: Tanto. Sicuramente è stata la cosa che ci ha aperto le porte, che ci ha spinto e ci ha dato l’idea di provarci per l’anno successivo. Ci ha rodato e ci ha fatto capire se fossimo veramente in grado di farlo.
Caph: Ci ha anche delucidato. Sanremo è un ambiente che spesso idealizzi e, quindi, arrivare lì ti aiuta a comprendere come funzionano certi meccanismi.
Fares: Ci ha fatto capire che era una cosa divertente, più che altro.

Si è creato anche un rapporto con Amadeus alla fine.
E: Sì, oddio non proprio con lui, ma con qualcuno all’interno del programma per forza di cose sì. Ovviamente ormai con Ama ci consociamo, ma non lo definirei un rapporto di amicizia.
F: Magari una volta sarebbe figo andare a ballare con Ama (ride n.d.r.).

Oramai siete anche abituati all’orchestra.
C:
Le prove con l’orchestra rimangono una delle cose più affascinanti. La prima volta non sai che mood potrà venir fuori.
P: Sentire il pezzo tutto riarrangiato e, in particolare, lavorare con il grande maestro Enrico Melozzi è fantastico.
C: Sì, poi vedi proprio dei professionisti all’opera. Alle ultime prove mi è caduto l’occhio sul bassista…cavolo è un “killer”. È fortissimo.
E: Siamo onorati di lavorare con musicisti di questo calibro.

Avendo partecipato a Sanremo Giovani, avete dovuto in pratica portare due brani. Avevate già chiaro in testa fin dall’inizio quale delle due canzoni avreste portato in gara qualora foste passati tra i big?
E: Sì, anche se in realtà abbiamo ragionato all’inverso. Governo Punk è sempre stata la nostra idea di canzone per la gara di Sanremo e all’inizio volevamo proporla subito. Poi abbiamo deciso di partecipare a Sanremo Giovani con EFFETTI SPECIALI.

A livello di stile e di sound, EFFETTI SPECIALI è molto vicina al pop elettronico. Governo punk, invece?
C: È un pezzo totalmente diverso da quello di Sanremo Giovani, con molta più carica, energia e movimento.
Faster: Comunque un pezzo Bunker44 però con più coinvolgimento e dinamicità.
E: Un’altra faccia del nostro stile, quella un po’ più energica, più colorata e più piena. Non è un pezzo punk anche se c’è la parola nel titolo. E non è nemmeno un pezzo politico.

Raccontatemi allora la storia di Governo Punk.
E
: Governo Punk è nata un pomeriggio di fine settembre in studio qua a Milano, durante una sessione con Jacopo Ettore fatta veramente per caso. Avevamo un pomeriggio libero e in quel giorno è nata tutta la prima parte del brano. Poi lo abbiamo finito e perfezionato a Villanova nel nostro studio, nel bunker. Il pezzo ci è piaciuto subito. Volevamo scrivere di qualcosa che ci rappresentasse, che parlasse di noi e della nostra generazione in modo non banale e credibile. Posso dire che ce l’abbiamo fatta, quindi siamo soddisfatti.

Quindi i Bnkr44 porteranno la provincia a Sanremo.
C: Sì, siamo noi. Siamo tutti ragazzi della stessa età, più o meno, che provengono da quel mondo.
Piccolo: Sì, di base siamo noi e quello che viviamo tutti i giorni.
Faster: Poi ovviamente scritta nel nostro stile, con immagini e iperboli.
E: Poi è giusto, secondo me, venendo da quel contesto lì e potendolo raccontare, portarlo sul palco del Festival di Sanremo. Volevamo raccontare la storia di un ragazzo che, venendo da quel contesto, vuole di più dalla vita. Una vita imperfetta, noiosa e un po’ triste che lo spinge a fantasticare e a rifugiarsi in queste immagini fortissime.  Mi sembra molto più interessante che portare un pezzo che non ha un messaggio preciso.

Se doveste formare il vostro Governo Punk, chi scegliereste?
Fares:
Filippo Champagne e Nevio lo Stirato.
Erin: Sicuramente Vasco Rossi, Jovanotti e Loredana Bertè.
Caph: Lele Adani ministro dello sport.
Faster: E Andrea Presti.

E su palco, dovremmo aspettarci qualcosa di “punk”?
E:
Ci esibiremo, come al solito, in modo molto coreografico, cercando di occupare tutto il palco.
C: Come i calciatori, copriamo tutto il campo (ridono n.d.r.). Sicuramente ci tornerà utile l’esperienza del nostro primo tour: durante la pandemia e con il pubblico seduto. Devi fare una performance senza che la gente ti restituisca, almeno all’inizio del concerto, quell’energia e quella carica con le quali ti alimenti sul palco. Devi mantenere il livello di “gaso” alto, nonostante la gente stia ferma. Ti senti ancora più osservato, ma non devi farti mettere soggezione, altrimenti il pubblico se ne accorge immediatamente.

Quindi ormai non vi fa più paura nemmeno il pubblico di Sanremo.
Faster: Beh rimane comunque una bella sfida il pubblico dell’Ariston, anche se mi mettono molta più soggezione i milioni di spettatori da casa. E quando dico casa, intendo proprio quella. Penso ai parenti, agli amici e a quelli che ci conoscono e sono lì che si aspettano molto da noi. Se Sanremo lo vedessero solo sconosciuti, probabilmente avrei zero ansia.

Dopo Sanremo, cosa dovremo aspettarci dai Bnkr44?
E: Dopo il Festival di Sanremo ci sarà sicuramente il tour, già programmato, e tanta musica. Un po’ già fatta e altra da fare.
Fares: Torneremo in studio finalmente, non vedo l’ora.
C: Nel nostro amato bunker.

Cosa vi porterete a Sanremo dal bunker?
E: Per ogni esperienza, diciamo le più importanti, portiamo con noi dei fiocchetti rossi realizzati dalla mamma di Ghera (il manager della band n.d.r.). Ci hanno fatto vincere Sanremo Giovani.

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