Interviste

Dietro le quinte di una hit: l’intervista a Frankindeed, il sound engineer di Sfera Ebbasta

Francesco Di Giovanni può vantare 66 dischi d’oro e 56 dischi di platino. Inserito nel Top 1% dei tecnici di mixaggio e mastering a livello globale su Muso.AI, è una delle figure che ha lavorato ad alcuni dei più grandi successi della musica italiana degli ultimi anni

Autore Billboard IT
  • Il20 Marzo 2024
Dietro le quinte di una hit: l’intervista a Frankindeed, il sound engineer di Sfera Ebbasta

Foto di Alessandro Pierro

Nel mondo della musica si sente spesso parlare, oltre che degli artisti, dei produttori. Talvolta quest’ultimi diventano addirittura un marchio di fabbrica, basti pensare a nomi come Jack Antonoff, Dan Carey o, per rimanere in Italia, Dardust. Eppure, dietro a ogni singola canzone di un disco, si muove nell’ombra anche qualcun altro: il sound engineer. In italiano lo si potrebbe chiamare ingegnere del suono e il suo compito è quello di farci ascoltare il brano nella sua versione migliore possibile. Il che sembra una banalità, ma non lo è affatto. Pensate per esempio al basso di Under Pressure, e al modo in cui emerge nell’incipit del brano. Oppure al pianoforte e agli archi di 15 Piani di Sfera Ebbasta. Proprio dietro agli ultimi due album di Sfera si cela il nome di Frankindeed, all’anagrafe Francesco di Giovanni, uno dei sound engineer più rilevanti del panorama musicale italiano.

Dopo essersi diplomato al SAE Milano in Audio Production, Francesco ha iniziato la sua carriera come assistente tecnico in vari studi di registrazione e ha collaborato con molti artisti locali emergenti. Fino a che nel 2020 non è arrivata l’occasione che gli ha cambiato la vita e la carriera: Famoso.

Da Famoso di Sfera Ebbasta ai big internazionali

Lavorare al suono del terzo album di Sfera Ebbasta Famoso, non è stata solo l’occasione per collaborare con un produttore di spicco come Charlie Charles, ma anche per farsi conoscere nell’ambiente internazionale. Questo grazie ai numerosi feat. del disco, da J Balvin a OffSet, passando per Future e Diplo.

Da quella magica esperienza Frankindeed ha iniziato a mixare per altri artisti italiani, firmando alcuni dei più grandi successi degli ultimi anni. Tra questi ci sono MI FAI IMPAZZIRE di Blanco, Nuovo Range di Rkomi, Pensando a Lei di Shiva, Bottiglie Prive e Baby di Sfera Ebbasta con il quale si può parlare di vero e proprio sodalizio. Frankindeed ha infatti lavorato anche all’ultimo X2VR, contribuendo anche alla stesura di quattro brani: 15 Piani, VDLC, Momenti No e Gol.

Tra gli altri suoi lavori ci sono anche Vita Vera di Tedua, Salvatore di Paky, Fsk Trapshit Revenge della FSK, Untouchable di Tony Effe e Elo di Drefgold. Nella nostra intervista siamo partiti dai suoi inizi e ci siamo fatti spiegare cosa fa un sound engineer.

Foto di Alessandro Pierro

L’intervista a Frankindeed

Si sente spesso parlare di produzione e molto poco di sound engineering. Come spiegheresti a un lettore il tuo ruolo?
⁠Il mix engineer si occupa di bilanciare tutti i suoni che compongono una canzone nella maniera più armoniosa possibile. Il principale obiettivo è quello di rendere la canzone fruibile al meglio da qualsiasi dispositivo e cercando sempre di valorizzare i punti di forza. Una similitudine che mi piace fare è di paragonare il mio ruolo a quello di un pittore a cui viene già fornito il soggetto e la tavolozza dei colori, ma può decidere lui l’intensità, le luci e le ombre che ne determinano la tridimensionalità e la resa finale. Allo stesso modo una canzone può avere più o meno riverbero e risultare così più o meno tridimensionale, oppure applicare una equalizzazione più chiara o più scura al brano.

Quando ti sei diplomato al SAE Milano avevi in mente l’ambito in cui ti saresti poi specializzato. Eri già Frankindeed?
Quando mi sono diplomato, non avevo assolutamente chiara la mia strada, ma ero sicuro di voler lavorare nella musica. Il motivo per cui ho scelto questo ruolo è perché mi sono reso conto che, quando ascoltavo le canzoni, mi soffermavo sempre sui tutti quei dettagli che vengono spesso affrontati durante il missaggio. Se un produttore ascolta la progressione armonica, io per esempio ascoltavo la separazione a livello timbrico dei suoni o come erano posizionati nello spazio.

Uno dei progetti più importanti ai quali hai lavorato, il primo in ordine cronologico, è stato l’album FAMOSO di Sfera Ebbasta.  Cosa ricordi di quel periodo e com’è stato lavorare per la prima volta al disco di una major?
Per me è stato un periodo molto felice, grazie anche all’aiuto di Charlie Charles che durante tutta la fase di mix mi è stato accanto. Ricordo ancora che abbiamo trascorso più di 35 giorni consecutivi in studio tra ultimare alcune produzioni e la fase di mix. Per me essendo la prima volta su un progetto così importante, è stato molto entusiasmante.

La collaborazione con Sfera e Charlie Charles ti ha aperto la strada della musica internazionale. Frankindeed è diventato il sound engineer di molte star mondiali, quale è l’esperienza che ricordi con più piacere?
Sicuramente l’esperienza che più mi è rimasta impressa è stata proprio quella legata a Famoso. Soprattutto per il quantitativo di feat. internazionali. All’inizio, quando mi hanno comunicato i nomi delle collaborazioni, ero spaventato di toccare voci come quelle di J Balvin, OffSet o Future. Una volta ricevute mi sono reso conto che, per quanto siano delle star internazionali, per fare un bel lavoro avrei dovuto trattarle come delle voci normali, senza pensare a chi ci fosse davvero dietro. Anche dalle produzioni di artisti come Steve Aoki e Diplo, ho avuto modo di capire che i grandi produttori internazionali, oltre ad avere delle idee geniali, hanno anche un gusto per la scelta dei suoni impeccabile.

Il disco o la canzone a cui hai lavorato alla quale sei rimasto più affezionato.
⁠Il brano a cui sono più legato è MI FAI IMPAZZIRE. Quando l’ho ricevuto mi sono subito reso conto che sarebbe stata una grande canzone, ma sentirlo cantare in giro per tutta l’Italia è stato forte. Pensare che fino a poche settimane prima era solo nel mio computer e poi è finita in qualsiasi bar/locale o discoteca d’Italia mi provoca ancora un’emozione fortissima.

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