Emanuelino racconta “Zona4Volume1”, traccia per traccia
Con l’EP uscito il 5 maggio il rapper milanese conferma di avere le carte in regola per affermarsi nel rap game italiano
È un nome che sta diventando sempre più familiare agli appassionati di rap e hip hop italiani: Emanuelino, il giovane artista milanese che ha saputo conquistare il pubblico con la sua musica sincera, intensa e carica di emozioni. Con il suo primo EP ufficiale, Zona 4 volume 1, uscito il 5 maggio, Emanuelino si conferma uno dei rappresentanti più autentici della nuova scena urban italiana.
Ma chi è veramente Emanuelino? Nato e cresciuto a Milano (appunto in Zona 4), l’artista si è avvicinato alla musica fin da giovane. Dopo alcuni anni di lavoro indipendente, nel 2023 ha firmato un contratto con Island Records (gruppo Universal Music), una delle più importanti etichette discografiche italiane.
Con il singolo Freddo e il banger Z4 (don’t play), prodotto da jiz e già un cult tra i blocchi di Calvairate, Emanuelino ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per affermarsi nel rap game italiano.
Ascolta Zona4Volume1
Il track by track di Zona4Volume1 di Emanuelino
INTRO
L’EP è pensato per avere un inizio e una fine. E volevamo partire con il brano più carico di tutti. In generale, la prima parte di questa raccolta è stato un modo per dimostrare le mie skills tecniche nel rappare, un esercizio di stile, le prime tracce sono infatti più rappate.
Volevo un pezzo che introducesse l’EP con l’aspettativa giusta, volevo portare l’ascoltatore con l’orecchio a quel mood.
Block Notes
Forse la traccia più aggressiva di Z4V1. La narrazione che ho voluto creare è racconto di questo ultimo periodo, ci siamo dati molto da fare e non abbiamo perso tempo. Il titolo, Block Notes, sono due parole che ritornano spesso nel pezzo: mi piaceva molto il concetto che in qualche modo evocano, come se tutti i passi che stiamo facendo fossero già stati scritti su un block notes, come se tutto questo fosse in qualche modo predestinato.
Non ho paura di te
È il racconto di quello che può succedere sotto casa. Come sonorità è parecchio spinto ma allo stesso tempo più morbido dei pezzi precedenti. È un brano più confidenziale (cito Ciccio, Mario, il mio team). È un pezzo in cui faccio un tributo ai valori profondi che condivido con le persone con cui sto facendo questo pezzo di strada. Il “te” a cui rivolgo la paura (o meglio, la non paura) è una situazione, un simbolo: mi sono trovato in tantissime difficoltà nella vita e oggi non ho più paura di affrontarla.
z4 (don’t play)
È la traccia con cui abbiamo annunciato l’EP, non poteva essere diversamente. Appena l’abbiamo fatta sentire ai nostri amici si sono gasati subito. È stata tra le prime a essere scritte, e quella che ha portato al mood delle altre tracce. Possiamo dire che ha definito lo standard di “energia”.
Mi è capitato di passare per le strade del quartiere, e sentire il pezzo. Questa è forse la consacrazione che mi rende più orgoglioso. È uno degli inni che si ritrovano nella raccolta.
4z
Rkomi è presente sulla traccia, c’è la sua voce anche se non è un vero e proprio feat. Vuole essere un tributo alla zona. È una concessione, una dimostrazione simbolica che probabilmente in pochi possono permettersi di fare.
Rkomi aveva fatto un brano dallo stesso titolo dove rappava solo nei ritornelli. Io ho pensato di completare le strofe con la mia parte. Mi sembrava il momento giusto per poterlo fare.
Mirko ha avuto un ruolo molto importante per me. Lo conosco da tanto tempo, è partito dallo stesso punto e mi ha fatto capire che ce la si può fare, se decidi di andare dritto per la tua strada. La fortuna te la costruisci con il sudore e il sacrificio.
137
È il primo inno con cui mi sono presentato al pubblico, ha avuto molto riscontri. Posso dire che questo progetto è la prosecuzione di questa canzone, è un po’ il seme di tutto. È una traccia a cui sono molto affezionato e mi è sembrato doveroso inserirla.
Freddo
Il brano nasce dalla voglia di rifugiarsi, sempre in zona 4, ma lontano da tutti e da tutto. Questi tetti, per il nostro collettivo – passato e presente – da sempre rappresentano il luogo dell’approccio diretto alla scrittura.
Freddo parla anche di spensieratezza, quella provata restando su quello stesso tetto, essere in alto e poter guardare dall’alto il mio quartiere. Siamo nella seconda parte dell’EP, porta verso l’outro come mood.
Outro
Mi gasa particolarmente: è nata nel nostro studio, in un’ora. È stato tutto creato da un momento all’altro. C’è una parte più rappata, più conscious ed emotiva, una invece più chill e viaggiosa. Volevo terminare l’EP con un mood che potesse invogliare chi lo ascolta a tornare su alcune tracce. L’outro è una sorta di respiro, una parentesi in tutto quello che è stato l’immaginario.