Interviste

Finesse, dai Latin Grammy alla conquista dell’Italia. L’intervista

La collaborazione con Bad Bunny, il debutto da protagonista con Shiva, Sfera Ebbasta e Guè che ha macinato più di un milione di streaming in soli tre giorni. Abbiamo incontrato il producer classe ’99 per farci raccontare questo e molto altro

Autore Greta Valicenti
  • Il27 Febbraio 2023
Finesse, dai Latin Grammy alla conquista dell’Italia. L’intervista

Finesse

Una candidatura ai Latin Grammy Awards nel 2022. Svariate collaborazioni con colossi internazionali come Nicki Minaj, Bad Bunny e Polo G. Un milione di stream in soli tre giorni dall’uscita del suo singolo di debutto come protagonista e non più “dietro le quinte”. Il palmarès di Finesse sembra quello di un produttore navigato con alle spalle anni di carriera, e invece questo ragazzo italiano di origini indiane, di anni, ne ha solo 24.

Classe 1999, Amritvir inizia la sua carriera musicale nel 2020, quando decide di inseguire il famoso sogno americano e volare negli States per perfezionare le sue skills di produttore apprese guardando Sick Luke su YouTube. E se per molti il sogno americano si smaterializza tra le dita, per Finesse diventa realtà. Mentre il mondo si fermava per il Covid, la sua vita corre ad alta velocità. Conosce il produttore e dirigente discografico francese CashMoneyAp, che lo introduce nel giro dei producer americani fino ad arrivare, come dicevamo all’inizio, all’incontro con Bad Bunny, che gli varrà una nomination ai Latin Grammy.

Poi il ritorno in Italia, dove Finesse firma altre importanti hit degli ultimi anni, da Malibù di Sangiovanni a Pensando a lei di Shiva (oltre ad alcuni brani contenuti in Milano Demons), passando per PAMPAMPAMPAMPAMPAMPAMPAM di Irama. Ultima (ma solo in ordine cronologico) è Gelosa, in cui Finesse ha chiamato a raccolta una rosa decisamente vincente: Guè, Sfera Ebbasta e Shiva. Ci siamo fatti raccontare il suo debutto italiano e quali sono le differenze tra gli artisti nostrani e quelli americani.

L’intervista completa a Finesse sarà sul numero di marzo di Billboard Italia.

Come hai iniziato a produrre?

Il mio primo approccio con la musica è stato per hobby, poi dopo due anni di studio in autonomia attraverso dei tutorial su YouTube, i miei amici mi hanno detto: “Guarda che la musica che fai è di qualità, spacca”. Quindi ho iniziato a muovere le prime pedine e mandare in giro le mie tracce. Da lì in poi è diventato un vero lavoro.

Finesse, tu sei giovanissimo ma hai alle spalle un’esperienza molto importante: la produzione di Yonaguni di Bad Bunny. Me la racconti?

È successo tutto per caso, in realtà. La produzione per Bad Bunny è nata mentre giocavo a Call Of Duty con questo ragazzo americano che fa il producer. Gli ho fatto sentire il beat e mi ha detto: “Qui ci starebbe davvero bene Bad Bunny, sistemiamolo e vediamo come va”. Questa cosa è successa un anno prima che arrivasse a lui. Poi abbiamo saputo che c’erano quattro singoli tra cui scegliere per l’uscita e alla fine la scelta è ricaduta su Yonaguni.

Per questo debutto hai scelto un tris d’assi: Guè, Sfera e Shiva. Com’è nata Gelosa?

In realtà questo non doveva essere il primo singolo estratto, quindi quando l’uscita inizialmente programmata è saltata mi sono detto “a questo punto voglio fare qualcosa di ancora più grosso”. Mi è venuta l’idea di mandare a Shiva la voce campionata di Akon e gli ho detto: “Se fai la stessa cosa è una figata”. All’inizio lui era dubbioso perché non aveva mai fatto una traccia pop, ma poi siamo andati in studio con Drillionaire e Zazu e siamo riusciti a convincerlo. Per la presenza di Guè invece devo ringraziare Cancun. Lui era in studio con noi e mi ha detto che avrebbe voluto presentarmelo, così siamo andati a cena e Guè si è subito gasato col pezzo, in particolare col ritornello. È nato tutto in modo molto amichevole.

Ci sono delle differenze in particolare nel lavoro con gli artisti italiani e con gli artisti americani?

In America c’è più la tendenza a lavorare con produttori diversi, forse c’è più sperimentazione, mentre in Italia generalmente ogni rapper ha il suo producer di fiducia. Ora le cose qui stanno un po’ cambiando ed è figo perché in questo modo un artista può ricevere stimoli e suoni diversi.

Il singolo è un’anticipazione di un progetto più ampio?

Sì, per ora usciranno altri singoli perché voglio avere una base solida ma è prevista anche l’uscita di un disco.

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