Interviste

Puro Girl Power per millennials: intervista alle HAIM

Abbiamo intercettato le tre sorelle delle HAIM per qualche domanda prima dell’avvio del Sister Sister Sister Tour che, tra aprile e giugno, le vedrà impegnate sui palchi più ambiti americani ed europei

Autore Eleonora Lischetti
  • Il15 Aprile 2018
Puro Girl Power per millennials: intervista alle HAIM

La storia delle HAIM sembra quasi la trama di un anime giapponese di fine anni ’80: tre sorelle, unite già da ragazzine sotto il segno della musica, combattono la quotidiana battaglia dello showbiz a colpi di hit e girl power. Sarà per questo che nessuno ha mai avuto dubbio alcuno nel sostenere che siano uno dei gruppi femminili di punta degli anni ’10? Abbiamo intercettato le tre sorelle di Los Angeles per qualche domanda prima dell’avvio del Sister Sister Sister Tour che, tra aprile e giugno, le vedrà impegnate sui palchi più ambiti americani ed europei.

Este, Danielle e Alana ci confidano che, per lavorare in un ambiente così pazzo come quello della musica, è una vera fortuna avere sempre vicino le proprie sorelle. L’immagine pubblica che traspare infatti è quella di donne forti, unite e anche strafottenti nei confronti di critiche e dissing. Il segreto delle HAIM? Nonostante sui red carpet sembrino vivere in simbiosi, hanno ben presente cosa significhi lasciare alle altre il proprio spazio personale. «Siamo cresciute assieme, sappiamo quali sono i nostri limiti e quando è importante stare da sole», ci rispondono collettivamente in uno scambio di battute via mail. Lo stesso vale per la sfera famigliare: anche se cercano sempre di separarla dal lavoro, quando i due mondi si incontrano è fondamentale giocare a carte scoperte: «Cerchiamo di essere sempre oneste tra di noi, tiriamo fuori i nostri sentimenti e semplicemente ne discutiamo».

Uno dei marchi di fabbrica delle HAIM è sicuramente il girl power: fin dal loro esordio si battono per la parità dei sessi e per combattere le discriminazioni di genere. Essere donne forti come loro, in un mondo discriminatorio come sa essere quello dello spettacolo, spesso significa essere una minoranza o non essere considerate mai abbastanza all’altezza. «Per i primi sette anni della nostra carriera, quando suonavamo ancora nei locali, abbiamo sicuramente sperimentato delle discriminazioni rispetto ai nostri colleghi uomini. Era una sorta di sabotaggio dall’interno: nessuno ci aiutava a caricare o montare il palco. Il fonico, pagato per l’intera serata, se ne andava giusto prima della nostra performance. O ancora peggio non ci faceva nemmeno fare il soundcheck. Poi qualche etichetta ci ha notato, ma sai la prima cosa che ci dicevano? “Una band tutta al femminile? Non succederà mai”… e invece eccoci qui! Infatti il consiglio che ci sentiamo di dare ad una ragazza che vuole lavorare seriamente nella musica è solo uno: segui il tuo istinto».

E le critiche negative invece? La risposta arriva secca: «Non diamo loro attenzione». Lo stesso vale per i commenti negativi o provocatori che, come tutti i personaggi pubblici, ricevono quotidianamente: «Sui nostri social postiamo quello che ci va. Troviamo divertente restare sempre connesse coi fan e creare relazioni».

A febbraio le HAIM sono volate a Londra, dove ha partecipato alle premiazioni dei Brit Awards. Per la seconda volta erano candidate per la categoria Best International Artist, affiancate a nomi come Foo Fighters – vincitori 2018 – The Killers e Arcade Fire. «Partecipare ai Brit Awards ci ha dato la consapevolezza di come siano diversi il music business europeo e americano. In Europa c’è una visione decisamente più aperta a nuove sonorità. E tutta la vostra musica è decisamente più influenzata dal rock – che per una band come noi è semplicemente fantastico!».

Le HAIM

Per l’occasione vestivano degli splendidi abiti dall’ispirazione floreale, targati Rodarte. La passione delle ragazze per la moda è innegabile: il loro profilo Instagram è una passerella glamour di colori, marchi e stilisti di grido. «Solitamente indossiamo quello che più ci fa sentire a nostro agio. Ad esempio adoriamo Miuccia Prada: per noi è una Dea! Amiamo la moda, non solo per questioni di lavoro o di figura pubblica, legata quindi alle occasioni mondane a cui partecipiamo. Appena abbiamo del tempo libero, quando siamo in tour, facciamo lunghe sessioni di shopping nei negozietti vintage o dell’usato, alla ricerca di qualche gemma dimenticata».

Quando si tratta di lavoro, però, le HAIM prendono tutto molto seriamente: non si sono scomposte a proposito dell’unica data italiana del Sister Sister Sister Tour, che approderà il 3 giugno al Fabrique di Milano. «Cosa abbiamo preparato per i nostri fan? Vogliamo portare live il più alto spettacolo mai realizzato sul girl power! Inoltre siamo tutte donne sul palco: vi assicuriamo che sarà un concerto pieno zeppo di pura energia femminile». Stesso riserbo sui possibili ospiti sul palco: sembra essere un segreto ma ci promettono molte sorprese.

«Non vediamo l’ora di visitare l’Italia: per Este e Alana è la prima volta! Per noi americani il vostro Paese è un vero sogno trasformato in realtà, siamo sicure sarà divertentissimo, e siamo sicure che il pubblico italiano sarà davvero esplosivo!».

Le HAIM non nascondono che, nonostante la prima parte del tour relativo al disco Something to Tell You, si fosse concluso da poco, la dimensione live mancava a tutte. Per questo hanno deciso di mettersi nuovamente on the road con l’estremo entusiasmo che riescono a trasmettere appieno sul palco.

Inutile dire che, parlando di Italia, si finisce sempre a vaneggiare di cibo: «Non soffriamo molto la lontananza di casa in tour, l’unica cosa che davvero è difficile è trovare cibo buono… ma non credo sia un problema in Italia, anzi! Danielle è stata a Roma l’estate scorsa: non finiva più di farneticare di quanto fosse buono il cibo italiano. Adesso quindi non stiamo più nella pelle di mangiare pizza, cacio e pepe e il gelato!».

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