La resistenza de La Rappresentante di Lista: «Basta a chi esalta il denaro nella sua musica»
Il duo torna oggi con “Giorni felici” un album che ricorda i suoni rock ed elettronici degli anni ’90 e dai testi molto centrati: «Ma perché gli artisti ora devono vantarsi di essere diventati ricchi? Dai soldi e dall’individualismo derivano tutti i mali»
Giorni felici quelli che sta vivendo La Rappresentante di Lista? In una certa misura, senza dubbio sì: il titolo del loro album in uscita oggi rispecchia anche tanta soddisfazione. Perché il duo è riuscito a realizzare il suono che cercava da anni e anni. E questo suono ricorda senza incertezze quello degli anni ’90/2000 di Verdena, Prozac+, Afterhours, anche il successivo Iosonouncane – per rimanere agli italiani – il tutto però reso fresco e aggiornato all’oggi. Ma non solo, anche i testi sono perfettamente centrati su una linea di resistenza a un clima che però è tutt’altro che felice. Per questa intervista, incontriamo La Rappresentante di Lista all’ultimo piano della loro casa discografica, Sony Music, e li troviamo particolarmente galvanizzati.
L’intervista a La Rappresentante di Lista per “Giorni Felici”
Perché tutti guardano con nostalgia al decennio dei 90?
Dario: Forse noi non ci siamo mai allontanati. Perché quando scrivi delle canzoni sei influenzato da quello che ti piace ed è difficile produrre proprio il suono che hai in mente. Per questo è stato un processo lungo. Dopo l’ultimo album ne volevamo scrivere uno molto più rumoroso, perché suonavamo nei bar e avevamo l’esigenza di farci sentire. Quindi abbiamo iniziato a metterci timpani, percussioni, batterie. Ci siamo letteralmente messi in ascolto rispetto a ciò che volevamo. E siamo arrivati a questo album che forse per noi è il disco definitivo.
Veronica: Credo che non siamo mai stati così aderenti alla musica che abbiamo scritto. Lo facciamo da anni ma non è sempre stato così! È un processo appunto. Magari all’inizio fai dei tentativi, cerchi di ricalcare delle cose che ti piacciono ma non arrivi subito dove vuoi. Adesso sento che affondiamo le mani in qualcosa che è proprio nostro. Comunque, per tornare alla tua domanda credo che negli anni ‘90 ci fosse più onestà.
Dario: C’erano Tangentopoli e le stragi a stampo mafioso… Scherzo, scusa.
V.: Dai, sto parlando di musica! La politica poi non va di pari passo rispetto a ciò che succede nel mondo. Non risponde ai movimenti già creati dalle persone. La musica in quegli anni era pienamente disobbediente e controcorrente. Penso che il vuoto di questi tempi che viviamo oggi sia sotto gli occhi di tutti.
D: Era marcia, sporca: stupenda!
Non c’era il suono plasticoso che si sente spesso oggi.
D.: Oggi c’è una musica vuota che infesta le nostre orecchie. Non viene data possibilità al pubblico di crescere e di ragionare sulle alternative. Sembra che ci sia un’unica direzione nelle radio e anche per la musica in streaming, dove tutto viene spinto allo stesso modo. Negli anni ’90 c’erano delle band crossover incredibili, pensa ai Beastie Boys che univano rock e rap in una maniera così naturale.
Che cosa in particolare non vi piace della musica di oggi?
V: Trovo che si tenda a voler far spegnere il cervello.
D: La musica mainstream oggi è di sottofondo. Più abbassi il volume più funziona. Il problema è pensare che sia l’unica possibilità. Non ha bisogno di raccontarti qualcosa: ha solo il compito di ricordare quanto sia figo e ricco l’artista e quanto abbia viaggiato, proprio come sui social. Vuole solo ricordarti quanto siano tutti nei loro “giorni felici”.
V: Sono tutti troppo protagonisti. In questo disco mi sono voluta sentire il tramite per un racconto rivolto a tutti. Non volevo parlare di me. Non c’è rispetto per quello che sta succedendo nel mondo. Esiste solo l’individualismo.
D: Sai cosa mi inorridisce sul serio? Che ci siano persone che si esaltino per il fatto di essere ricche. è imbarazzante. Il denaro è ciò da cui derivano tutti i mali della terra, ciò che rovina i rapporti umani, scatena le guerre e procura il cambiamento climatico. Non deve essere mai un valore, nemmeno se ti sei sudato tutto.
In questi giorni “poco felici” mi ha lasciata senza parole il fatto che la maternità surrogata sia stata dichiarata delitto universale e che il ministro per le Pari Opportunità Roccella abbia invitato i medici a segnalare i casi di cui venissero a conoscenza. Voi cosa ne pensate?
V: Sono giorni preoccupanti. Io non vorrei avere più paura. Ci sono stati giorni della mia vita dove ho sofferto così tanto che ho pensato che non avrei avuto mai più paura, invece sono tornata ad averne. Mi sveglio con una sensazione di disgusto e disagio. Il panorama che abbiamo di fronte è violento e pensare di poter decidere per qualcun altro, senza aver esperienza di un amore, un dolore o un lavoro, è ridicolo.
D: L’ingerenza della politica sulle scelte personali è inaccettabile. Dovremmo rispondere al di fuori della nostra bolla social, perché quella non è una risposta sufficiente. In Mondo, Veronica racconta di una ragazza che molla tutto per andare in un circo, sfugge dagli schemi per inseguire la libertà. So che è un racconto vecchio come il mondo ma proprio come la tragedia greca bisogna continuare a farlo!
Come avete scelto la cover?
V: Il titolo di quest’opera è Fly Me To The Moon ed è di un fotografo/pittore amico di mia sorella, Davide Bondielli. Erano coinquilini e lui aveva appeso dei quadri, tra cui questo. Io e Dario eravamo in cerca di un disegno con un tratto infantile, come una casetta, che raccontasse la felicità semplice. Ma che magari avesse anche un particolare inquietante, proprio come questo sorriso forzato.
D: In fondo è come per gli influencer che sono sempre costretti a raccontare sempre e soltanto la parte bella della vita. Me ne sono reso conto nei giorni di Sanremo, una volta avevo postato una foto dove si capiva che ero stanco e avevo dormito poco. Era normale ma la gente non riusciva a capacitarsene. Si nota un’esasperazione a tutti i costi.
Tornate a Sanremo?
D. e V. Al momento no, bisogna prendersi un po’ di tempo.
State per tornare in tour (organizzato da Magellano Concerti): avete in mente qualcosa che non vorreste rifare?
D. Vorrei mangiare meno e meglio! A parte tutto sarà un bel tour, con un allestimento speciale e una band super. Ci sono alcuni elementi nuovi. Donato Di Trapani, tastierista anche di Paolo Nutini e di Colapesce & Dimartino. Elisa Zimbardo, giovane chitarrista di Palermo che ho scoperto mentre suonava in piazza. E poi gli elementi base della nostra band: Roberto Calabrese alla batteria, Carmelo Drago al basso ed Erika Lucchesi, percussioni, chitarre e cori.
LRDL 2024 TOUR
- 4 novembre – Trento (Sanbapolis) DATA ZERO
- 6 novembre – Firenze (Teatro Cartiere Carrara)
- 7 novembre – Napoli (Casa della Musica)
- 8 novembre – Molfetta, BA (Eremo Club)
- 12 novembre – Carpi, MO (Teatro Comunale)
- 13 novembre – Milano (Fabrique)
- 15 novembre – Padova (Hall)
- 22 novembre – Venaria Reale, TO (Teatro Concordia)
23 novembre – Bologna (Estragon)SOLD OUT- 29 novembre – Roma (Atlantico)
2 dicembre – Palermo (Candelai)SOLD OUT3 dicembre – Palermo (Candelai)SOLD OUT4 dicembre – Palermo (Candelai)SOLD OUT