Interviste

«Immaginatevi dentro una serata berlinese»: Mahmood e le emozioni del suo ritorno in tour

Partita il 4 aprile da Lussemburgo, la tournée sta per toccare l’Italia. Intanto abbiamo capito che questo show nei club è potente e si gioca tutto su tre cose: la voce di Alessandro, la sua affiatata band e quella chimica che scatta ogni volta con il pubblico, che sia a Londra o Zurigo

Autore Tommaso Toma
  • Il17 Aprile 2024
«Immaginatevi dentro una serata berlinese»: Mahmood e le emozioni del suo ritorno in tour

Mahmood, foto di Walter Coppola

L’abbiamo atteso a lungo e finalmente il 2024 è l’anno del tour per Mahmood, in tutte le modalità (che ci ha raccontato in questa intervista). Nei club in Europa e in Italia e poi in autunno nei palazzetti. Intanto i più fortunati si stanno godendo in alcune capitali europee le prime tappe dove finalmente si possono sentire in versione live le canzoni dell’ultimo album di Mahmood, Nei letti degli altri, campione d’incassi e che si porta dietro il tormentone Tuta Gold e, of course, il balletto a corredo che è diventato virale post Sanremo e imitato dal pubblico anche a Parigi, Londra, Zurigo Amsterdam, presto in Spagna e da noi.

Accompagnato dalla sua ormai “storica” band (Francesco Fugazza alla chitarra, Marcello Grilli alla tastiera e Elia Pastori alla batteria), e dalle coriste Arya Del Gado e Debora Cesti, Mahmood sta presentando un live inedito dove protagonista è ovviamente anche la sua fisicità, grazie ai suoi movimenti scenografici, i suoi flirt con il pubblico antistante e i passi di ballo accennati assieme alle coriste. In questa fase del tour sono in primo piano anche il suono della band e le luci contribuiscono a richiamare l’attenzione dello spettatore al valore della performance di Mahmood, che dopo una scaletta piena di vecchie e nuove canzoni, chiude con una doppietta da puro singalong: Soldi e Tuta GoldAbbiamo intercettato qualche giorno fa Alessandro in canotta bianca sotto il sole di Zurigo.

L’intervista a Mahmood

Volevo sapere da te prima la sensazione di questo ritorno, del contatto col pubblico di nuovo.
Mi piace capire la reazione della gente al di là del palco, poi sai, non ho mai chiarissima la percezione di come la mia musica possa andare fuori dal mio Paese. Però devo dire che da Londra in poi, in tutte le date, la sensazione di connessione con il pubblico è veramente incredibile. La quantità di energia che per esempio ieri a Zurigo ho ricevuto mentre cantavano Rapide mi ha colpito.

Sapendo che è passato tanto tempo dal tuo precedente tour, immagino che la tua fisicità sul palco sia cambiata.
Sicuramente, c’è una consapevolezza diversa, dovuta anche a un cambiamento emotivo che viene fuori dalle canzoni del mio ultimo album. Sono cambiato come persona. Quindi diciamo che sono proprio le canzoni che mi permettono di mostrare un me diverso rispetto a quello di prima.

Ti accompagna sempre la tua fidata band. Ci sono delle new entry?
Sì, è sempre la mia band, mi trovo sempre al sicuro con loro, c’è però una nuova corista insieme a Debora Cesti: la bravissima Arya.

Noi adoriamo Arya, l’abbiamo intervistata nel recente numero. Secondo noi ha un grande futuro.
Con lei ci avevo lavorato una volta durante una data tempo fa e l’abbiamo voluta fortissimamente per il tour di Nei letti degli altri. Anche tra la band sta crescendo il feeling con le nuove canzoni. La batteria ha proprio, diciamo, un suono diverso rispetto al passato.

A proposito di suoni, immagino che abbiate calibrato il suono delle nuove canzoni per il live, scegliendo una strada diversa da tutta quella ricchezza di dettagli che si sentono nella produzione sulle tracce, o no?
Ma in realtà abbiamo rielaborato quasi tutto il disco per il live. Abbiamo pensato organicamente, non canzone per canzone. In realtà, proprio per creare un concerto più omogeneo abbiamo voluto dare al tutto un taglio più internazionale, fresco.

In questa fase del tour nei club la scenografia è riempita dalla tua presenza e dal light design che comunque mi pare essenziale e non iper spettacolare: è una giusta impressione?
Abbiamo pensato allo show come se fossimo in una serata berlinese. C’è un approfondito studio di luci che rende davvero vivo lo spettacolo, ci sono tanti piccoli dettagli che lo arricchiscono, non enormi effetti. Questi particolari scenografici mi hanno fortificato nella presenza sul palco. Comunque questo è anche un tour di transizione, perché poi ad ottobre farò i palazzetti e in quel caso non potrò ripetere questa magia da club…

Durante la tappa parigina hai fatto un salto a Disneyland con i tuoi amici inseparabili.
Bello, bello. ci siamo divertiti un sacco, devo dire. Eravamo “bimbi liberi”!

Un aneddoto?
Abbiamo un bambino che chiedeva un autografo a Jafàr, lui faceva l’indifferente, lo stronzo. Bellissima scena (ride, ndr).

Senti, ne approfitto per chiederti di Neve sulle Jordan, brano del disco che mi piace tantissimo dove c’è Capo Plaza che peraltro fra poco esce con il suo nuovo album, Ferite.
Capo Plaza ha una bellissima dote, possiede un flow serrato e nello stesso tempo molto melodico. Quando ho lavorato per il mio disco ho subito pensato a Capo Plaza per Neve sulle Jordan, che è stato uno di quei brani nato dalle session milanesi con Kevin Mike Gbaguidi. Adesso, mentre sto facendo il tour europeo, mi piace tantissimo cantare la sua strofa, perché quell’incastro di parole e musica è notevole.

Fra poco arrivi in Italia…
Eccitato! E non vedo l’ora, ma prima ci sono ancora delle belle date e sono sicuro che in Spagna mi divertirò moltissimo.

Share: