“Mangia la Mela”, la lettera di Carolina Bubbico ed Erica Mou alle donne di domani
Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione di Regione Puglia, le due artiste hanno unito le forze con un brano che celebra autodeterminazione e libertà. Bubbico ci racconta tutto
Carolina Bubbico (a destra) ed Erica Mou (a sinistra). Foto di Flavio&Frank
Cantante, autrice, pianista, arrangiatrice, docente al Conservatorio, direttrice d’orchestra a Sanremo nel 2015 e nel 2023 per Il Volo, Serena Brancale ed Elodie. Se tutto questo vi sembra eccezionale, sì, lo è, perché lei è una forza della natura. Ma se il sottinteso è “eccezionale per essere una donna”, allora abbiamo un problema. È anche contro gli stereotipi che vogliono le donne relegate a ruoli preconfezionati – nella music industry e non solo – che si scaglia Carolina Bubbico nel testo di Mangia la Mela, brano realizzato insieme a un’altra artista pugliese come lei, Erica Mou.

La campagna
Il brano rientra nell’iniziativa di Regione Puglia “Empowerment femminile attraverso la musica, l’arte e la sensibilizzazione” per favorire la parità di genere attraverso il linguaggio dell’arte e della cultura. Il progetto, promosso dal Dipartimento Welfare e realizzato da Puglia Culture, propone un percorso articolato che comprende anche “GeneriAmo”, campagna di comunicazione per la parità di genere a cura degli artisti Flavio&Frank, uno spot con testimonial del mondo della cultura e dello sport, un concorso artistico e una mostra collettiva che coinvolgerà i licei artistici e gli istituti d’arte pugliesi.
Gli studenti di licei artistici e accademie di belle arti infatti saranno invitati a interpretare Mangia la Mela attraverso fotografia, video, grafica e illustrazione. Gli autori delle opere più significative accederanno a laboratori con tutor di fama nazionale e le diciotto opere finaliste saranno esposte in una mostra collettiva itinerante nei poli biblio-museali, community library e hub di innovazione sociale pugliesi.
Nel videoclip di Mangia la Mela, Carolina Bubbico ed Erica Mou si muovono fra teli colorati e trasparenti all’interno di una serra: «I teli simboleggiano la fragilità, ma anche la trasparenza e la complessità dei ruoli e delle identità di genere», spiegano Flavio&Frank. «Le musiciste rappresentano visivamente il continuo gioco di visibilità e invisibilità che le donne vivono nella società: da una parte l’essere nascoste, marginalizzate o sottovalutate, dall’altra la volontà di emergere, farsi vedere e far sentire la propria voce. La serra, simbolo di crescita, diventa il contesto ideale in cui la parità di genere può fiorire, prosperare e dare frutti».
In occasione di Billboard Italia Women in Music 2025, Carolina Bubbico ci racconta la genesi e il significato di Mangia la Mela.
Il video di Mangia la Mela di Carolina Bubbico ed Erica Mou
L’intervista a Carolina Bubbico
Partiamo dal titolo della canzone, Mangia la Mela. Cosa rappresentano questa mela e l’invito a prenderla senza paura?
L’invito è all’autodeterminazione: delle proprie azioni, delle proprie volontà. Già da prima della canzone, io ed Erica avevamo la stessa comunione d’intenti, probabilmente per il fatto di essere entrambe donne e lavoratrici, soffrendone tutte le costrizioni del caso.
Parlando della donna musicista in particolare, è un atto di volontà femminile quello di ricoprire dei ruoli da strumentista, direttrice d’orchestra, studiosa e conoscitrice della musica. Chi deve ridisegnare la figura femminile nell’ambito lavorativo siamo proprio noi, forti del fatto che possiamo ricoprire quei ruoli. Non perché dobbiamo riempire una quota, ma perché abbiamo le competenze.
Io sono una delle poche donne direttrici d’orchestra del Festival di Sanremo. Spesso infatti mi sento sola a fare certe cose. Oppure, adesso che devo scegliere gli elementi della mia nuova band, vorrei tanto attingere a figure femminili. Non perché devo, ma perché mi piacerebbe avere a che fare anche con quel genere, non solo con quello maschile. Peccato che poi sia molto difficile trovare bassiste, percussioniste o batteriste donne.
Questa è la tua prima collaborazione con Erica Mou. Raccontami come avete lavorato insieme al brano.
Per questo nuovo progetto di comunicazione contro la discriminazione di genere, la Regione Puglia voleva che se ne parlasse in modo diverso: speranzoso, fiducioso, lucente. Flavio&Frank – insieme a Gabriele Surdo, il regista del videoclip – hanno pensato di rendere musicale questa campagna, laddove quelle precedenti erano soltanto video. Per farlo, hanno voluto unire due artiste che non avevano mai collaborato prima.
Io ed Erica ci conosciamo da quando abbiamo 18 anni. Ci siamo trovate in un momento di vita molto simbiotico, perché entrambe avevamo partorito da circa un mese: lei è diventata mamma di Bianca, io di Nina.
Abbiamo canalizzato questo atto di creazione nell’altro tema portante di Mangia la Mela, cioè la riscrittura del vocabolario. Il dover comunicare alle nostre figlie il modo di stare al mondo è stato la scintilla che ha dato vita al brano. Il testo elenca tutta una serie di stereotipi, consigliando una rielaborazione partendo dalla parola.
A proposito di maternità, spesso le musiciste faticano a conciliarla con la loro carriera artistica, motivo per cui molte donne rinunciano proprio a pianificarla o la rimandano a tempo indefinito. Tu come la vivi? E che consiglio daresti alle tue colleghe musiciste da questo punto di vista?
Ci sono diversi esempi di donne musiciste attraverso le quali mi sono fatta forza. In questi ultimi due anni ho vissuto sulla mia pelle l’esperienza della conciliazione fra la carriera musicale e la vita da madre. Io e tante altre siamo la testimonianza del fatto che si può e si deve fare.
Non voglio raccontare favole: è tutto molto più complesso. Il sacrificio è doppio – perché già il lavoro del musicista è complesso, un continuo cercarsi, trovare la strada – e sicuramente bisogna avere una motivazione molto forte. Io ho scritto, arrangiato e prodotto un disco insieme a mia figlia: ti senti una supereroina, ma il risultato è davvero soddisfacente. Non si deve rinunciare ai propri sogni: è fondamentale dare un esempio di determinazione.
Un verso della canzone che mi ha colpito nella sua semplicità è: “L’amore è solo ciò che ti fa stare bene”. Cosa vorresti dire alle donne che vivono relazioni che non le fanno stare bene ma non riescono a uscirne?
Stare in coppia è un impegno. Le donne che lo vivono violentemente – dal punto di vista psicologico o, peggio, fisico – bisogna che si sentano sostenute. Di recente io ed Erica abbiamo partecipato a una serata organizzata da Una Nessuna Centomila ed è stato per me incredibile constatare quanti centri antiviolenza esistono, operano e danno un segnale di sicurezza e conforto.
Alle donne che per paura rimangono ancorate in situazioni disagevoli dico di avere il coraggio di farsi aiutare, perché quello spazio c’è. Si tratta di fare quel passo, mettere il piede fuori di casa, perché dopo non saranno più sole. Esiste un mondo di sostegno che è meraviglioso.
Per chiudere, tornando alla tua attività musicale, quali sono i prossimi progetti su cui sei al lavoro?
C’è il mio quarto album in arrivo. Uscirà ad aprile ed è un disco internazionale: ho firmato per GroundUP Music, l’etichetta di Michael League, il leader degli Snarky Puppy.
Ero stata scelta per il GroundUP Festival, evento che nasce a Miami, molto seguito e con una lineup di livello internazionale e generi che spaziano fra jazz, funk, soul, world music. Michael infatti è un grande sperimentatore, collabora non solo col mondo della musica afroamericana ma anche con la world music: Africa, India, mondo arabo. Io sono stata invitata alla prima edizione italiana del festival ed ero l’unica artista italiana oltre al Canzoniere Grecanico Salentino. Lì ho portato dal vivo il preludio a questo disco.
L’album sarà basato soltanto sulla voce come unico strumento: molto sperimentale, ma comunque nella forma della canzone. È scritto in italiano, inglese, portoghese e spagnolo. È molto aperto alla commistione di linguaggi, nella ricerca di punti d’incontro. Punto all’estero per aprirmi nuovi orizzonti.
