Interviste

Maninni a Sanremo: «“Spettacolare” non è una canzone d’amore, ma un messaggio di speranza per la mia generazione»

Abbiamo incontrato il giovane artista barese che porterà in gara un’intensa ballad. Da molti è considerato un Carneade di questa 74° edizione del Festival di Sanremo, ma in realtà è un ragazzo con le idee chiare, una forte sensibilità per il pop e un passato da rocker

Autore Tommaso Toma
  • Il20 Gennaio 2024
Maninni a Sanremo: «“Spettacolare” non è una canzone d’amore, ma un messaggio di speranza per la mia generazione»

Foto di Jessica De Maio

Faccia da bravo ragazzo e un entusiasmo contagioso, così ci appare al primo incontro Alessio Maninni, impaziente di provare l’emozione del palco dell’Ariston al prossimo Festival di Sanremo. Già, perché un po’ a sorpresa Amadeus lo ha inserito tra i trenta big della settantaquattresima edizione della kermesse che si preannuncia ricco di canzoni uptempo ed euforiche. Mentre questo ventenne, appassionato di rock e alla ricerca delle giuste e accattivanti melodie, si presenterà con Spettacolare. Una ballatona che al primo ascolto la scambieresti per una classica canzone d’amore, ma in realtà è qualcosa di molto diverso. E troveremo tutto questo anche nell’omonimo album in uscita nei giorni del Festival

Maninni a Sanremo: l’intervista

Ho letto che nasci come chitarrista rock, è vero?
Sì, la mia passione per il rock viene da lontano. Pensa che il mio primo concerto è stato un live degli U2. Sono diventati la mia band di riferimento perché sono dei maestri nel generare delle melodie popolari con la loro anima rock. E imparando a suonare la chitarra, non posso non menzionare il rispetto che ho per i Pink Floyd. M’intrigava anche la “faida” tra Blur e Oasis all’epoca del brit pop….Poi, pian piano, mi sono avvicinato al cantautorato italiano. Uno degli artisti che ammiro di più è Cesare Cremonini.

Lo hai incontrato?
Non ancora, spero prima o poi di farmi una chiacchierata con lui, magari in uno studio di registrazione. Sarebbe ancora più bello!

Però hai avuto questa interessante esperienza di crescita e confronto con i The Kolors, Stash peraltro è un grande amante del brit pop e non solo…
Con Stash condividiamo anche un’altra devozione, perché il nostro chitarrista preferito è David Gilmour. Per me lui ha quel suono di chitarra incredibile, riesce veramente con poche note a creare un universo sonoro. Ci troviamo spesso a parlare di musica e di cose che ci piacciono, come anche la perfezione dei Muse e il chitarrismo di Matt Bellamy. Alla fine gli altri due della band, Alex e Danilo ci dicono sempre: “Raga, quando siete assieme non la finite mai di parlare, meglio lasciarvi soli”. Alla fine si è creata una bella amicizia con loro. Sono veramente, oltre che degli ottimi musicisti, anche dei bravi ragazzi.

Volevo capire come sei arrivato a diventare un abile scrittore di canzoni, capace di creare queste melodie catchy. Penso a brani come Monolocale o Irene.
Quel passaggio lì è avvenuto proprio nel momento in cui ovviamente ho scoperto il cantautorato italiano. Sai, noi siamo sempre stati famosi per mettere al centro di una canzone una bella melodia. Ma è una cosa che ho imparato anche ascoltando i successi degli U2. La prima cosa che mi arriva è proprio quella specifica melodia che ti provoca quell’effetto da pelle d’oca. Poi ti concentri sul testo, perché magari all’inizio non lo capisci bene, quindi hai bisogno di assimilarlo.

Quindi se tu dovessi scegliere, in questo momento preferisci avere tra le mani un motivo catchy o un testo che diventi virale?
Quando scrivo le mie canzoni parto sempre dalla melodia, da un ritornello. Solo dopo cerco le parole e cerco di adattarci un testo. Ho avuto modo di confrontarmi con diversi colleghi autori e alcuni invece si scrivono prima il testo e poi cercano di adattarlo a un suono. Pensando a Spettacolare, alla canzone che porterò sul palco del Festival di Sanremo, è al 100% una canzone italiana perché si appoggia tutta su una precisa melodia.

Mi fai venire in mente certi maestri della canzone melodica con un tocco rock come la Nannini, Tozzi ma anche Nek per il tuo modo di cantare molto espressivo. So che anche per lui la melodia è al centro di tutto.
Interessante che mi nomini Nek, l’ho conosciuto meglio durante Sanremo Giovani e abbiamo chiacchierato assieme. A proposito di potenza della melodia, mi ricordo che lui aveva interpretato la meravigliosa Se Telefonando portata al successo negli anni ’60 da Mina e l’aveva di nuovo resa contemporanea. Proprio perché certe canzoni con una melodia forte possono sempre essere attuali.

La copertina dell’album di Maninni, Spettacolare

Parlami di Spettacolare.
Ha cominciato a prendere forma prima di Sanremo Giovani, durante l’estate. Era un periodo in cui avevo pensato di cambiare dal punto di vista artistico e stavo pensando di lavorare più dietro le quinte nella musica, facendo il produttore. Ero stanco di subire delle delusioni e volevo quasi mollare tutto. Dopo un mese e mezzo di totale “agonia” è venuta fuori Spettacolare e infatti la canzone parla proprio di quel periodo.

Al primo ascolto ti sembra una canzone che parla di una storia d’amore, ma in realtà “un abbraccio” – parola che ritrovi nel testo della canzone – ha più il significato di un gesto che può farti stare meglio. Perché spesso noi non diamo valore a quello che ci fa stare bene. Spesso cerchiamo la felicità nelle cose materiali, quando invece a volte basta un abbraccio per farci sentire meglio. Abbiamo forse capito il valore di un abbraccio durante il Covid, ma una volta finito il periodo pandemico, in tanti, forse in troppi, ci siamo dimenticati dell’importanza di questo gesto.

A questo punto, con Spettacolare, a chi si rivolge Maninni, a quale fetta del pubblico di Sanremo speri che arrivi il messaggio?
Certamente tutti, ci mancherebbe, ma in particolare i ragazzi della mia generazione perché spesso ci sentiamo delusi e affranti affrontando le sfide che ci mette davanti la vita. Invece, è importante capire che tutti gli ostacoli che la vita ci mette davanti in realtà ci serviranno proprio per crescere e diventare maggiormente consapevoli.

Dopo il Festival di Sanremo, un tour e un disco di Maninni?
Sì, l’album uscirà durante Sanremo, troverete tante diverse atmosfere e ritmi, da canzoni uptempo a momenti più intensi come il singolo ed è un disco che come direzione si presta proprio alla dimensione dei live e girerò con una classica formazione chitarra-basso-batteria.

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