Interviste

Marco Carola, Minimal King

Il DJ e producer partenopeo, protagonista del nostro numero speciale dedicato alla musica elettronica e a Ibiza, non concede proprio niente ai pettegolezzi o alle chiacchiere da social. Tutto nella sua carriera è stato solidamente costruito sulla sua proposta musicale. Lo abbiamo incontrato sulla Isla blanca

Autore Silvia Danielli
  • Il26 Luglio 2024
Marco Carola, Minimal King

Marcos Carola, foto di Alan Gelati

La sagoma di Marco Carola svetta tra le rocce gialle calcaree che racchiudono Cala Galera. Dietro c’è il blu intenso del cielo di giugno di Ibiza, alle 5 del pomeriggio. Marco è vestito di nero, come spesso capita, ma i pantaloni sono piuttosto corti per i suoi standard minimal e rigorosi. I turisti in vacanza lo guardano stupiti e cercano di immortalarlo anche loro.

marco carola
Marco Carola, foto di Alan Gelati, Fashion Editor: Marco De Lucia, Stylist: Candelaria Solorzano Ayusa

Marco ha l’aspetto di un antico gladiatore. Rigoroso e impenetrabile. La sua nomea di essere uomo di non troppe parole lo precede e lui, che è nato a Napoli nel 1975, non pare avere nulla o quasi del luogo comune che vede i suoi concittadini essere decisamente chiacchieroni. Carola ha dato vita a sei etichette discografiche, ha suonato per distese infinite di pubblico nei festival, come nei club più importanti al mondo. Ha inventato una serata di enorme successo, Music On, diventata anche un festival ad Amsterdam e che ora, per la terza stagione, svolge il suo rituale ogni venerdì al Pacha Ibiza.

Marco Carola si è innamorato della musica techno molto presto, già a 13 anni, quando in Italia non andava per nulla di moda e così si è trasferito in Germania e poi in Inghilterra. Ha inventato praticamente un genere, la minimal techno con l’aggiunta di un irresistibile sapore groovy. E continua a portare avanti le sue innovazioni. Le serate Music On del venerdì sera vedono una coda infinita all’ingresso e sono imperdibili sia per il pubblico degli amanti della techno più esigente dal punto musicale che per quello vip che cerca la vibe giusta della serata. Durano più di tre ore e non ammettono sbavature.

Marco non concede molto, anzi non concede proprio niente, ai pettegolezzi o alle chiacchiere da social. Tutto nella sua carriera è stato solidamente costruito sulla sua proposta musicale. Eppure, quando andiamo insieme al Pacha Ibiza, è così a suo agio che pare lasciarsi andare. Quantomeno a un sorriso, quando racconta di come prepara le sue serate, ad ascoltare ore e ore di musica comodo sul divano di casa, dove ci concederà di entrare con lui.

Anche Marco Carola – a suo modo – ha portato la napoletanità nel mondo. Forse non è la prima idea che ci viene in mente in Italia quando pensiamo all’onda che si sta espandendo tanto da portare Geolier al primo posto in classifica e al Festival di Sanremo, oppure Liberato al Primavera Sound di Barcellona e nei club di Londra, Parigi e Berlino. Ma la sua influenza parte da molto prima e ha compenetrato la scena mondiale in maniera decisamente profonda.

L’intervista a Marco Carola

Marco, a 13 anni avevi già in mente che cosa avresti voluto fare da grande?
A quell’età ho cominciato a suonare la batteria e non avrei mai immaginato che la musica potesse giocare un ruolo così determinante nella mia vita. All’epoca, come tutti, la vedevo più come un passatempo. Ero molto legato, poi, al figlio del proprietario di una delle discoteche (e radio) più importanti di Napoli. Praticamente vivevo in quel posto, anche se ero solo un bambino.

Ogni tanto pensi a cosa avresti potuto fare se non fossi diventato DJ?
Sinceramente no, perché non ho mai avuto il tempo di rifletterci. A 15 anni già possedevo una buona tecnica, a 17 ero resident in un locale a Napoli frequentato da duemila persone. Tutto fluiva in modo così naturale che non ho mai sentito l’esigenza di considerare altre opzioni.

Il fatto di essere nato a Napoli, città della musica così ricca di influenze e di incontri multiculturali, quanto ti ha influenzato?
Enormemente. La mentalità napoletana ha una regola fondamentale che consiste nel non seguire le convenzioni. Musicalmente parlando, Napoli è sempre stata una città sperimentatrice, soprattutto nel campo dell’elettronica.

Pensi che Napoli ti abbia supportato in maniera particolare?
Ci sono sempre stati un calore speciale e un’energia unica. La risposta entusiasta del pubblico rende ogni mia performance un’esperienza indimenticabile.

Che cosa ti piace della scena tech-house di adesso?
A differenza di alcuni altri generi visti come mode passeggere, la scena tech-house è rimasta costante nel tempo, ma ha anche continuato a espandersi ed evolversi.

Che cosa ti colpisce subito degli altri producer da decidere di firmarli o di coinvolgerli nelle serate Music On?
Ora le mie esibizioni e la loro preparazione occupano tutto il mio tempo, impedendomi di concentrarmi in campo discografico per firmare artisti. Devo dire, invece, che la selezione degli artisti per le mie serate è estremamente complessa perché ci sono molti talenti in circolazione, è difficile scegliere e credo che ognuno debba avere la possibilità di esibirsi in eventi di alto livello.

Perché Ibiza continua a essere così importante? Che cosa si può trovare lì che non si trova in altri luoghi?
Ibiza attrae molti visitatori per due motivi principali: la straordinaria qualità degli eventi musicali e la bellezza naturale dell’isola stessa. I club sull’isola sono aperti tutti i giorni e offrono un’estrema varietà di generi. La cultura musicale del pubblico non è per nulla uniforme e nel corso degli anni Ibiza ha visto vari generi emergere e scomparire. La tech-house, in particolare, è rimasta una costante nel panorama musicale dell’isola, evolvendosi significativamente dai tempi in cui ho iniziato a suonare qui oltre vent’anni fa.

E perché – secondo te – Music On Ibiza è un evento così imprescindibile, con una fila così lunga per entrare? Riesci a raccontarmelo in due parole senza paura di essere poco modesto?
Mi fa molto piacere che ci sia così tanto afflusso ogni venerdì, ovvio, ma il vero motivo per cui Music On Ibiza è un evento così spetta dirlo più al pubblico che a me.

E al Pacha Ibiza come ti trovi?
Negli ultimi anni, Pacha ha vissuto una notevole evoluzione. Inizialmente, la scelta musicale degli artisti era prevalentemente orientata verso uno stile più commerciale. Tuttavia recentemente Pacha Ibiza ha cambiato direzione, privilegiando DJ con un profilo più “underground”. Anche l’architettura della consolle è stata rivista: se prima era molto alta rispetto al dancefloor, ora è molto più vicina al pubblico. Ciò ha reso il contatto con le persone più diretto e speciale. Da quando ho iniziato la mia residency al Pacha Ibiza, ci sono stati molti cambiamenti strutturali che hanno permesso a Music On e Pacha Ibiza di raggiungere un connubio perfetto. Uno dei cambiamenti più significativi è stato l’ingrandimento del dancefloor, che ha reso lo spazio più accogliente e dinamico per i nostri ospiti.

Un aspetto fondamentale di questa evoluzione è l’impianto audio, che è di qualità superiore. Personalmente, all’inizio di ogni stagione, mi prendo del tempo per equalizzare ogni singolo speaker, al fine di ottenere il miglior risultato possibile. Questo impegno garantisce un’esperienza sonora impeccabile per il pubblico. Anche l’aspetto visivo ha visto grandi miglioramenti. Abbiamo un team dedicato che studia tutte le possibilità per sfruttare al massimo le tecnologie del locale. Ogni anno, continuiamo a investire e migliorare la struttura, per esempio quest’anno hanno introdotto pannelli LED interattivi che, sinceramente, non ho ancora visto in altri locali. Questi investimenti costanti in tecnologia e strutture ci permettono di offrire un’esperienza unica, mantenendo Pacha Ibiza e Music On all’avanguardia nel panorama dei club.

Quali sono altri luoghi nel mondo, magari più insoliti, dove sta nascendo una scena importante per l’elettronica?
Potrei menzionare luoghi come Bali e la Thailandia. Negli ultimi anni queste destinazioni hanno visto una crescita significativa nella scena elettronica. Questi luoghi fondono natura, vacanze al mare e un’atmosfera speciale che crea un ambiente ideale per eventi di questo tipo.

L’intervista completa a Marco Carola è disponibile sul numero speciale di Billboard Italia dedicato alla musica elettronica e a Ibiza. Prenota qui la tua copia.

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