Interviste

Nel futuro di Nanon Korapat c’è tanta voglia di esplorare: «Vorrei fare un album rock al 100%»

La star thailandese, con all’attivo quattro album e numerosi ruoli tra cinema e televisione, ha ormai imparato a convivere col proprio successo. Come ci racconta in questa lunga intervista, ha le idee chiarissime

  • Il27 Aprile 2025
Nel futuro di Nanon Korapat c’è tanta voglia di esplorare: «Vorrei fare un album rock al 100%»

Di lui mi aveva colpito subito l’energia. La prima volta che l’ho incontrato, un anno e mezzo fa, qualche tempo dopo l’uscita del drama di successo mondiale Bad Buddy, Nanon Korapat — attore e cantante thailandese classe 2000 — sembrava già sospeso in un vortice di popolarità. Quasi ignaro della portata del proprio successo internazionale. La folla di fan ad attenderlo ovunque, i social impazziti in tutto il mondo: tutto lasciava presagire l’ascesa di una stella. Eppure, nei suoi occhi, nonostante fosse cresciuto nell’ambiente dello spettacolo, c’era ancora lo stupore di chi realizza solo in parte l’enorme impatto che stava avendo sul pubblico.

Oggi lo abbiamo incontrato di nuovo, in un contesto diverso, e la differenza è tangibile: non è più soltanto il ragazzo travolto dal clamore mediatico, ma un professionista con una visione più chiara del proprio percorso. L’entusiasmo dei fan invece è rimasto immutato. Quello che risalta, però, è la sua capacità di incassare pressioni senza lasciarsene più schiacciare.

Nanon Karapat

L’intervista a Nanon Korapat

All’inizio della tua carriera nel mondo dell’intrattenimento eri piuttosto giovane. Come pensi che il tuo stile musicale si sia evoluto nel corso degli anni?
Ho riflettuto molto sulla mia musica di recente. Ho già pubblicato quattro album e, in generale, il mio stile è sempre stato fondamentalmente un pop “normale” ma con un elemento dinamico. Mi piace incorporare suoni potenti come chitarre distorte e influenze più decise. Direi che, col tempo, il mio stile si sta spostando verso un pop-rock più marcato.

Diresti che questo stile pop-rock rispecchia anche i tuoi gusti musicali personali?
Sì. In quest’industria, e nella mia etichetta in particolare, quasi tutti si orientano sul pop. Ma ogni artista ha una sfumatura diversa. All’inizio, quando ho mosso i primi passi, qui in Thailandia andava molto il city pop. Ho pensato che, se avessi fatto city pop, sarei diventato più famoso, o almeno avrei reso i miei brani più popolari. Con il tempo, specialmente quando mi esibisco dal vivo, ho capito però che il rock mi fa sentire più completo. Sul palco sono pieno di energia e adrenalina, quindi credo che il rock mi rappresenti meglio del pop.

L’anno scorso ho assistito al tuo concerto, “NANON BORN TO BEO”. Mi è piaciuto molto come hai inserito il rap durante lo show: hai mai pensato di portarlo avanti in futuro? Hai influenze hip-hop?
Sì, derivano da quando ero un adolescente. Avevo circa 14 anni ed era popolare uno show online chiamato Rap Is Now, un programma di rap battle. Guardarlo mi ha fatto venire voglia di fare musica e provare a entrare nell’industria discografica.

Qual è stata la scena più difficile da girare nella tua carriera d’attore?
È difficile sceglierne solo una perché ogni ruolo ha i suoi momenti complicati. Ma se dovessi indicarne uno, direi la mia parte in The Gifted 2, perché non avevo mai provato a sviluppare lo stesso personaggio su più stagioni. Di solito, ogni nuova serie o film mi vede interpretare un personaggio nuovo. Lì, invece, ho dovuto mostrare la crescita del protagonista senza però stravolgerlo al punto da renderlo irriconoscibile. È stata una bella sfida.

Ti è mai capitato di commuoverti guardandoti sullo schermo? 
Molte volte. Quando rivedo un film o una serie in cui ho recitato, mi tornano in mente i ricordi di tutto ciò che è successo durante le riprese: i dettagli, l’atmosfera e i momenti condivisi. È facile emozionarsi. In particolare, una scena del film My Precious con una telefonata tra il mio personaggio e la protagonista: rivederla ha riportato a galla tante sensazioni.

Tra la recitazione e la musica, dove senti di esprimere maggiormente te stesso?
Sicuramente nella musica. Nella recitazione sei parte di una grande squadra, e a volte hai il controllo solo di una piccola porzione del tutto. Magari fai bene la tua parte, ma se qualcos’altro non funziona, l’intero progetto ne risente (e viceversa). Con la musica, invece, sono io il “capo”. Decido, e se qualcosa va storto è responsabilità mia. Ma questa libertà rende tutto più personale e corretto: posso creare ciò che voglio in modo spontaneo.

C’è un drama o un film in particolare che ha segnato in modo significativo la tua carriera?
My Dear Loser ha avuto un impatto enorme sul mio amore per la recitazione. The Gifted mi ha reso più popolare, ma è stato My Dear Loser a farmi innamorare davvero di quest’arte. La recitazione è difficile da definire: devi sentirla profondamente per capirla fino in fondo. Quella serie mi ha aiutato a comprendere cosa significhi davvero recitare.

E dal punto di vista musicale? C’è una canzone che ti ha fatto spiccare definitivamente?
Probabilmente Knock Knock o, in alternativa, la colonna sonora di My Precious. Molte persone mi hanno scoperto grazie a quell’OST o al video musicale. 

Cosa c’è di particolarmente difficile nell’essere sia attore sia cantante, qualcosa che la gente potrebbe non immaginare?
Trovare il tempo per allenarsi e fare pratica. In questo settore, finisci per fare mille cose: recitare, cantare, ballare, partecipare a show televisivi, creare contenuti per i social. Sei costantemente impegnato e ti resta poco tempo per migliorare ogni singola abilità. È un equilibrio davvero complicato da raggiungere.

C’è una scena o un momento della tua carriera che, secondo te, sarà ricordato anche tra dieci anni?
Forse la scena in My Precious con la telefonata tra Tong e Lin, prima di un punto cruciale della storia. Penso che possa restare impressa a lungo nella memoria del pubblico.

Guardando al futuro, ci sono generi o tematiche che vorresti esplorare nei tuoi prossimi progetti musicali?
Mi piacerebbe tantissimo realizzare un album rock al 100%, rock puro. Potrebbe sorprendere molte persone, visto che il mio brand è più pop o pop-rock, ma ho sempre amato i suoni più pesanti.

Quali artisti ti piacciono di più?
Adoro i Linkin Park, i My Chemical Romance, i Sum 41, gli AC/DC, e band di questo tipo. In Thailandia apprezzo molto i Cocktail. Ascolto anche parecchio J-Pop e J-Rock. Ogni tanto ritorno a brani rock o pop-rock di 15–20 anni fa.

Hai delle serie TV o film “comfort” che riguardi quando sei stanco o stressato?
Assolutamente sì! Spesso guardo The Truman Show (con Jim Carrey), Baby Driver, Now You See Me (il primo), Love Actually e diversi film Disney o Pixar come Big Hero 6.

Oltre alla recitazione e alla musica, quali hobby coltivi nel tempo libero?
A dire il vero, quando posso, dormo. Scherzi a parte, colleziono giocattoli, gioco ai videogame e adoro le sneakers. A volte preferisco semplicemente rilassarmi, starmene in pace senza fare nulla di impegnativo.

Qual è la tua qualità migliore e qual è invece l’abitudine più fastidiosa che hai?
La mia qualità migliore è che sono pieno di energia e creativo: mi vengono spesso nuove idee e mi piace realizzarle. L’abitudine più fastidiosa? Posso diventare molto pigro. Quando finalmente ho del tempo libero, vorrei solo restare a casa, sdraiato, a guardare qualsiasi cosa.

Se non avessi intrapreso la carriera di attore o cantante, cosa pensi che avresti fatto?
Forse il regista, o comunque qualcosa dietro le quinte. Mi sarebbe piaciuto comunque creare, anche solo da una prospettiva diversa.

Cosa pensi che le persone fraintendano maggiormente di te?
Credono che io sia estremamente estroverso perché ho tanti amici e incontro sempre nuove persone. In realtà, sono un introverso. Preferisco evitare le folle troppo grandi, a meno che non sia per lavoro.

Hai qualche talento nascosto?
So risolvere il cubo di Rubik, so fare piccoli giochi di prestigio con le carte e so maneggiare un coltello balisong. 

Infine, descrivi una tua giornata tipo quando hai un giorno libero… se mai ti capita di averne uno!
Nei giorni liberi di solito mi sveglio tardi, faccio colazione (o la preparo), poi vado in palestra. Tornato a casa, dedico un po’ di tempo ai miei progetti personali, perché spesso non riesco a gestirli quando lavoro. Poi mi rilasso: videogioco, guardo video a caso e magari faccio un pisolino. Ecco, una giornata così per me è perfetta.

Articolo di Ambra Schillirò

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