Interviste

Nello Taver e “Fallimento”: contro chi si prende troppo sul serio

Dissacrante, provocatorio, esageratamente volgare, il rapper di Avellino ci presenta in anteprima il suo nuovo album in uscita venerdì 10 novembre, accompagnato da un film. E parla anche di cose serissime dall’ansia di prestazione a Carmelo Bene

Autore Silvia Danielli
  • Il7 Novembre 2023
Nello Taver e “Fallimento”: contro chi si prende troppo sul serio

Nello Taver, intervista per il nuovo album e film Fallimento, foto di Filippo Florindo

Nello Taver è pronto per esordire con il suo primo album e il suo primo film e ha deciso di chiamarli entrambi Fallimento. Niente di strano per il rapper (entertainer, youtuber, tiktoker…) più dissacrante e auto-ironico che ci sia in circolazione al momento. A volte anche il più volgare e greve. Sicuramente il meno politically correct. Nello Taver ci presenta il suo nuovo progetto in questa intervista in anteprima. Diventato virale dalla pandemia in poi per i suoi freestyle (“Cresciuto con Pippo e Topolino…”), nell’album nuovo l’artista di Casalnuovo di Napoli, ha coinvolto Guè, Speranza e Inoki. E il suo nuovo lavoro uscirà questo venerdì 10 novembre. Mentre il film, diretto da Lussorio Piras, è possibile vederlo oggi al cinema Metropolitan di Napoli e domani, mercoledì 8 novembre, ad Anteo Citylife a Milano (alcuni posti limitati per accedere alla proiezione per i lettori di Billboard: seguite le nostre stories dal profilo Instagram).

Nello Taver intervista semi-seria

Abbiamo intervistato Nello Taver (all’anagrafe Vincenzo Siciliano, classe 1998) in anteprima esclusiva per questo suo primo progetto, dopo gli EP Sto salvando l’hip hop italiano nel 2021e Ho ucciso il rap italiano l’anno successivo.

Innanzitutto: Fallimento con lo stesso significato di Flop per Salmo?
Eh, non proprio. L’ho chiamato così perché descrive tutti i fallimenti della mia vita: il lavoro, donne, vita sociale. Ma anche di questa narrazione tossica del lavoro per cui se non vinci sei un fallito.

In effetti tutta questa ansia da prestazione generale non giova a nessuno, no?
No, infatti, assolutamente.

Nello, nell’ambiente del rap sei veramente uno dei pochi a essere auto-ironico, forse l’unico…
Si prendono tutti troppo sul serio, non che sbaglino eh. Ecco, a volte io mi prendo troppo poco sul serio e così pure gli altri di conseguenza. Sembrerà strano ma non sono perfetto. Non mi piace tutto di me ma non riesco a cambiarlo. Anche questo è un fallimento, se vuoi.

Che cosa non ti piace di te?
Sai cosa? Mi cade subito l’entusiasmo, mi romp u cazz facilmente. E poi sono pigro. Se c’è una multa da pagare aspetto apposta l’ultimo giorno possibile, col prezzo maggiorato, per andare a pagare.

Finalmente dei difetti veri, la Fagnani di Belve sarebbe contenta di questa risposta. Invece cosa ti piace?
Di me? Le mani.

Oltre alle mani?
La mia scioltezza nei confronti della vita, nonostante tutto.

Nello Taver, Fallimento: un album e un film in 9 giorni

Chi non ti prende molto sul serio?
Gli altri artisti sicuramente sì e godo di un ottimo rispetto. Il pubblico. Magari se ha ascoltato soltanto le parti più volgari dei miei live in modo superficiale. Poi coi pezzi più vecchi lo posso capire, perché scrivevo tante stronzate.

Invece ti rompi anche mentre scrivi i pezzi? Come è andata con Alberi Alti, ovvero Dave, il tuo produttore?
No, no con lui no! È il mio produttore principale, ce ne sono anche altri in questo album, ma lui ha curato il suono in generale. Ci conosciamo dalla seconda superiore e abbiamo fatto tante esperienze insieme: belle e brutte. Abbiamo fatto i primi due EP, il tour, questo.

Con lui ti sei trasferito a Milano, come vediamo nel film: come ti trovi?
Bene! Non sono ancora depresso. Ma sono solo 8 mesi. Tutti quelli che incontro mi dicono che dopo un anno accuserò il colpo.

Mentre cercavi casa hai visto delle situazioni al limite come racconti nel film?
Ho chiaramente esagerato però ho anche visto delle case proprio brutte con prezzi troppo alti! E poi una volta mi hanno dato la disdetta il giorno prima di partire da Napoli, quando avevo già messo tutti i bagagli in macchina.

Nello Taver intervista: Carmelo Bene, Guè, Speranza e Inoki

Nello, hai studiato teatro per sei anni e il tuo sogno era fare un film: ora lo hai realizzato?
Tutti mi dicevano che era impossibile e avevo un’ansia pazzesca perché l’ho abbiamo girato veramente in pochissimo tempo. Pensa: in 9 giorni! E in mezzo mi sono esibito al Red Bull 64 Bars!

Dici “Io non sono una rockstar, sono Carmelo Bene”: che cosa rappresenta per te?
Era un mito perché non gliene fregava niente di niente: né delle dinamiche sociali né dei VIP. Era sempre se stesso. Per me quella è una vera rockstar, non uno che si ubriaca e basta.

A proposito di miti: anche Guè che hai coinvolto in Nun m piac lo è?
Certo, sono cresciuto coi pezzi suoi e dei Dogo. Non è stato immediato, anzi. È passato molto tempo da quando gliel’ho chiesto a quando ha accettato. Già ci avevo provato per il primo progetto. Comunque, meglio ora perché prima non ero pronto.

Con Speranza come è andata?
Benone: siamo stati 8 ore al Circoletto a Caserta per un aperitivo. Mi è piaciuto sia come artista che come persona. Lui mi ha raccontato di questo signore di una certa età che era entrato in un bar dicendo “un amaro o ti sparo” con una pistola. E questa frase mi è rimasta in testa talmente tanto che il giorno dopo ho scritto a Speranza: senti ‘sto titolo, bro. A lui è piaciuto subito.

Con Inoki fai un Selfdissing invece.
È un’idea banale e non capisco perché nessuno lo abbia mai fatto prima. Comunque quando ho scritto il pezzo ho pensato che avrei voluto moltissimo Inoki che mi dissava e lui si è preso bene. Dietro a ogni feat. c’è una storia, non sono stati fatti a cazz di cane oppure non abbiamo scritto dei pezzi apposta.

Nello Taver intervista per capire se è fake o no

In Nelluccio story racconti la tua storia in modo molto crudo: quanta verità c’è?
È tutto real.

Nello, ci sono commenti che ti danno fastidio?
In realtà no, non ho molti hater poi, se leggi i commenti sotto i miei pezzi non ce ne sono di troppo negativi. Ogni tanto mi capita su Facebook ma sono io il primo che lo usa per litigare.

Nel 2021 hai pubblicato Sto salvando l’hip hop italiano: ce l’hai fatta?
Dopo che è uscito, non so se hai notato, ma sono usciti degli emergenti assurdi e dei dischi incredibili. Tutto grazie a me.

Che emergenti ti piacciono?
Armani Doc, un rapper di Milano. Amon, Tony 2Milli, Kid Yugi, Nerissima Serpe, Papa V.

Comunque non sarà facile fare feat con te e adattarsi alla tua ironia.
Beh, si può fare dai. Perché no? È bello creare delle collaborazioni che non ti aspetti.

Ultima domanda: Nello, le donne non escono proprio benissimo dalle tue canzoni.
Sono un po’ crudo nei miei pezzi, lo so. tratto proprio qualsiasi tema in modo volgare. Nella realtà sono proprio gentile, calmo, tranquillo. Infatti, qualcuno mi ha detto: ma allora sei un fake? No, semplicemente non ho più quell’energia che avevo a 16 anni! Quella voglia di far casino sempre. Mi sono calmato. Dai.

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