Interviste

Patty Pravo: «Con “Ho provato di tutto” Francesco Bianconi è stato capace di mettermi a nudo»

Riemerge dopo un lungo silenzio discografico una delle nostre cantanti più coraggiose, indipendenti e visionarie, con una canzone potente ed evocativa. L’abbiamo intervistata mentre sta preparando il suo ritorno sul palco e un importante anniversario che arriverà presto

  • Il25 Marzo 2025
Patty Pravo: «Con “Ho provato di tutto” Francesco Bianconi è stato capace di mettermi a nudo»

Patty Pravo, foto di Giulio Cafasso

Il prossimo anno Nicoletta Strambelli, l’ex ragazza del Piper, compirà la bellezza di 60 anni di carriera. Si è già scritto, detto di tutto su di lei, ma pensando a cantanti coraggiose, indipendenti, visionarie e protagoniste del loro tempo, è doveroso ricordare che la grande Patty Pravo è stata capace di attrarre a sé personalità come Ezra Pound, Léo Ferré, Vinícius de Moraes, artisti come Lucio Fontana, Tano Festa e Mario Schifano, e musicisti come Mick Jagger, Jimi Hendrix e Robert Plant. Patty ha saputo percorrere autenticamente l’ultimo segmento del Novecento e ha continuato ad affascinare le nuove generazioni con il suo meraviglioso catalogo di canzoni originali e cover indimenticabili, a partire da quella Ragazzo Triste che fece conoscere nel 1968 e al mondo intero, la grande Patty.

Di recente l’abbiamo vista in TV ospite di Francesca Fagnani nel suo programma Belve con una gustosissima boutade che sa però tanto di verità. E poi nel recente passaggio televisivo (disponibile su RaiPlay) del documentario A Modo Mio, il viaggio/ritratto su di lei, Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo. Un bel lavoro che ha preso forma seguendo i passi della autobiografia – piena di gustosi aneddoti e ricordi – La cambio io la vita che… edita da Einaudi nel 2017. Lo scorso anno Patty è anche tornata in tour con Minaccia bionda, dove la grande interprete, in piena libertà, si è raccontata tra musica e parole.

A sorpresa è uscita venerdì una nuova canzone, dal titolo eloquente Ho provato tutto, pubblicata da Nar International Srl e distribuita da Warner Music Italy. Dal 9 maggio poi sarà inoltre distribuito anche in formato vinile 45 giri autografato, in edizione limitata.

Scritto da Francesco Bianconi e prodotto da Taketo Gohara, Ho provato tutto è un bellissimo ritratto di Patty Pravo. Inizia con il suono di un nastro che va all’indietro – quasi una citazione beatlesiana, tanto per trovare un aggancio storico forse con gli inizi di carriera della Pravo – per poi dipanarsi attraverso momenti di grande respiro orchestrale e di sospensione, dove emerge la grana del tempo nella voce inconfondibile della nostra eroina. La canzone arriva, come accennavamo prima, dopo un periodo di silenzio discografico (l’ultimo album di inediti risale al 2019) e un grande lavoro di ricerca di brani a lei congeniali e in cui rispecchiarsi. 

L’intervista a Patty Pravo

Che bella questa canzone! Complimenti!
Grazie, mi fa piacere che ti piaccia, è un regalo di Francesco Bianconi ed è prodotta benissimo da Taketo Gohara…

Come ha conosciuto Taketo? Sono curioso.
Semplice, l’ho cercato io, mi piacevano le sue sonorità e ci siamo conosciuti. Taketo Gohara è una persona meravigliosa e lavorare con lui è stato facilissimo. Francesco Bianconi per questa canzone ha scritto un testo totalmente inedito su di me. La cosa interessante è che un ritratto perfetto della mia vita, del mio percorso come artista, con un’attenzione poetica nella descrizione di quello che sono io davvero. È stato sorprendente, mi ha messo a nudo.

A tratti nel testo ci leggo un leggero senso apocalittico (Non sapete l’energia che ci vuole / A sopportare il peso del mondo / Continuare ad amare / Pure sapendo che il futuro ora muore / Come in un massacro / Io vivo ancora la vita / Anche se ho capito che un senso non c’è)
Beh, guardiamoci intorno e poi tiriamo le conclusioni, no? Io poi quella parte la canto con una certa “energia” proprio per espormi senza indugio.

Ascoltando la sua voce in questo singolo, mi fa venire in mente la grande Marianne Faithfull…
Ti ringrazio, era una grande cantante ed è un onore questo paragone.

Un’altra grande cantante ci ha lasciato non troppo tempo fa, François Hardy, che conosceva bene.
Sì, vero. Andavo molto d’accordo con François Hardy e nel periodo in cui sono stata a lungo a Parigi frequentavo un’altra bellissima artista…

Chi?
Jane Birkin, ma era stupendo anche suo marito, Serge Gainsbourg.

Ah, sta parlando della mia coppia francese musicale preferita di sempre, come la vedrei cantare Jane B… Con quel suono dell’orchestra e quel basso anni ’70. Potrebbe diventare una canzone bella come Pensiero Stupendo.
Ah, interessante, prendo nota di questa canzone, non la ricordo. Vuoi però sapere come nacque Pensiero Stupendo?

Assolutamente, era il 1978 quando uscì.
Per prima cosa finí in un album fortunato, Miss Italia, pieno di canzoni scritte da giovani talenti, come Renato Zero, Ivan Graziani e Pino Mango. Io avevo affittato praticamente un intero albergo sull’Appennino tosco-emiliano, a Roncobilaccio, dove avevo messo dentro un impianto meraviglioso. Qui andavano e venivano musicisti, oltre i componenti della mia band. Abbiamo provato per quasi un anno, e poi decidemmo di andare a Roma negli studi della RCA. Mi venne incontro Ennio Melis, aveva in mano una canzone di Ivano Fossati che avevo proprio visto prima nei corridoi. Non perdemmo un minuto, entrammo in studio e il tempo di una prova con la mia band e Ivano alla chitarra, che venne fuori Pensiero Stupendo. La registrazione in effetti venne benissimo. Sai, mi hanno sempre chiamato lady first take, “la signora buona la prima!” (ride, ndr).

Nella facciata B di quel 45 giri lei propose una cover di una band allora sconosciuta, i Talking Heads, Love (goes to) building on fire, adattata nel testo dall’autore Maurizio Monti.
Oddio, vero, ma il brano non è un granché “Bello”! (Patty sfodera un doppio senso, visto che la cover s’intitolava proprio così, ndr). Peccato, ma i Talking Heads mi erano piaciuti al primo ascolto.

Anche con questa canzone lei dimostra di essere spesso sfuggita ad ogni categoria, ma nello stesso tempo si è resa protagonista del suo tempo. Qual è il segreto?
Guarda (ride, ndr), non c’ho mai pensato, sono sincera e come ti ho già detto facevo e faccio ancora oggi quello che sento dentro. Ho registrato album coraggiosi come Biafra (album che in realtà era omonimo e chiamato così dai fan per la copertina dove c’è una Patty quasi scheletrica, ndr) e negli anni ’80 dischi molto particolari, uno synth pop come Munich e subito dopo dallo stile pop rock molto USA come Cerchi… Io trovo molto bello Munich ancora oggi!

Il prossimo anno sono 60 anni di carriera, ha pensato a qualche cosa di speciale?
Questo singolo è già l’inizio di un percorso, ci saranno altre sorprese musicali. Farò uscire un po’ di canzoni e vedremo… Non posso dire altro se non che mi sono anche rimessa a scrivere canzoni come ho già fatto nel passato.

Ha visto Sanremo quest’anno?
Non ho visto tutto sinceramente, solo a tratti, ma mi ha impressionato Lucio Corsi, avrà una carriera bellissima!

A proposito del Festival di Sanremo: il suo esordio su quel palco fu con una meravigliosa canzone di Lucio Battisti nel 1970, e ho l’impressione leggendo la sua autobiografia che quella che gli diede maggiori soddisfazioni fu l’edizione del 1997, con la canzone firmata dalla coppia Vasco / Curreri, Dimmi che non vuoi morire.
Ma no, io rimasi soddisfatta anche di altre cose fatte lì, forse alcune erano canzoni un po’ fuori dal contesto festivaliero. Mi piacque molto presentare Per una bambola, una canzone che Maurizio Monti aveva scritto per me ben 10 anni prima, già ai tempi di Mai una signora (album del 1974, ndr). Ai tempi non mi aveva convinto ma in quel momento la trovai perfetta. Mi rappresentava.

Ha viaggiato ultimamente?
Sono stata negli States, come sai ho una casa a San Francisco e qui ho fatto come sempre un po’ di ricerca musicale. E poi c’è stato il tour Minaccia Bionda che riprenderò presto.

C’è qualcosa che le ha colpito stando a San Francisco?
Devo essere onesta, aleggia un’atmosfera abbastanza sgradevole in giro, ho visto tanta prostituzione e gente barcollare per colpa di droghe terribili come il Fentanyl. Non è più la “città della luce e del sorriso”. Mi spiace tantissimo.

Che cosa le sta appassionando adesso oltre la musica?
Sto leggendo la storia dei Sumeri ed è bellissima, e anche la vita di Marco Aurelio. I giovani dovrebbero leggere più storia e saperne di più sulla geografia.

Ma a sedici anni lei era a ballare al Piper…
A 15 (ride…ndr) mio caro!

Oggi i ragazzi pensano più all’esperienza social che ad altro? Sto pensando anche a una maggiore voglia di contatto fisico. Lei è sempre stata una donna che ha rotto le regole di un certo perbenismo bigotto…
Ma sono sicura che i ragazzi abbiano voglia di stare assieme! Ci mancherebbe, e speriamo che non abbiano mai timore del contatto fisico, anche se in tanti preferiscono stare sui social…

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