Interviste

Dalle piste ai fornelli, Sailub porta in scena le sue passioni: l’intervista

Abbiamo incontrato l’attore thailandese protagonista delle serie “Pit Babe” e “This Love Doesn’t Have Long Beans” per farci raccontare segreti, sogni e progetti futuri

  • Il22 Dicembre 2025
Dalle piste ai fornelli, Sailub porta in scena le sue passioni: l’intervista

I fan lo chiamano zio perché è il più grande tra gli attori di CHANGE2561, celebre casa di produzione televisiva e cinematografica thailandese, ma Sailub Hemmawich Kwanamphaiphan dal vivo colpisce per la calma e la voce bassa che mettono a proprio agio chi lo incontra o lo intervista. È sui set dal 2014 e in tv dal 2001, da quando aveva solo 8 anni. Da allora ha percorso una strada lunga che passa anche da Pit Babe (recupera qui le interviste a Pooh, Pavel Naret e Benz) e arriva a This Love Doesn’t Have Long Beans, dove interpreta uno chef e porta in scena la sua vera passione per la cucina. Mentre racconta come si lavora in un’industria che corre, parla della sua routine giornaliera e ammette che il suo sogno è interpretare un vero villain.

L’intervista a Sailub

Come sei entrato per la prima volta nell’industria dell’intrattenimento e cosa ti ha spinto a fare l’attore?

È successo senza programmarlo. Mi fermavano per chiedermi foto e piccoli lavori da modello, poi sono arrivati i primi casting per spot e ruoli da attore. Da lì è iniziato tutto.

Tra i progetti a cui hai lavorato ce n’è uno che per te è stato particolarmente significativo?

Ogni progetto ha qualcosa di unico. Ogni volta ricomincio da zero e imparo cose nuove. È una sfida continua ma anche la parte più divertente del lavoro.

Come ha reagito la tua famiglia quando hai scelto di fare l’attore?

Mi hanno dato libertà e sostegno. All’inizio erano sorpresi perché da piccolo ero molto timido e i miei studi non c’entravano con lo spettacolo, però mi hanno appoggiato.

Un’esperienza che ti ha insegnato di più sul lavoro di squadra, sul set o dietro le quinte?

Adattarsi. Sul set ognuno ha tempi e modi diversi. Se troviamo un terreno comune e ognuno fa un passo verso l’altro, tutto funziona. Nessuno fa tutto da solo. Quando ci si aggiusta un po’ tutti, il lavoro viene bene.

Hai interpretato uno chef, sai davvero cucinare?

Sì, cucino da quando aiutavo mia madre. In campeggio spesso tocca a me mettermi ai fornelli. Dipende dal posto e dall’occasione, in campeggio carne e stufati, al mare pesce. I miei amici dicono che la mia salsa per il pesce e le zuppe sono ottime.

Qual è un aspetto dell’identità culturale thai che vorresti fosse compreso meglio dal pubblico internazionale?

La lingua a volte è una barriera. Noi siamo molto accoglienti e lo si vede anche nelle piccole frasi di ogni giorno. Invece di chiedere “come stai?”, chiediamo “hai già mangiato?”, è un modo per dire che ci importa di te.

Se potessi parlare al te più giovane quale mito sull’entertainment vorresti sfatare subito?

Che sia tutto facile. Da fuori sembra una vita comoda, in realtà è faticosa e ogni giorno c’è qualcosa di nuovo da affrontare.

Qual è il più grande malinteso che le persone hanno sulla tua vita quotidiana visto il glamour associato a questo lavoro?

Che sia sempre movimento e festa. In realtà sono tranquillo, sto spesso da solo nella mia stanza, poche luci, silenzio. Mi piace la calma.

Raccontaci una tua giornata tipo fuori dal lavoro?

Caffè, un po’ di videogiochi, serie o film. Se ho un piatto in mente lo preparo, altrimenti ordino. Mi godo il silenzio, musica di sottofondo o niente, e guardo fuori dalla finestra.

Guardando avanti che tipo di progetti o ruoli ti interessano di più e perché?

Vorrei esplorare il lato oscuro. Un vero cattivo, anche sul piano mentale, uno che manipola gli altri con la testa, per capire fin dove posso arrivare come attore.

Articolo di Ambra Schillirò

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