SLF: «In squadra giochiamo da liberi»
MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo e Yung Snapp sono molto di più di un semplice collettivo. Sono una famiglia artistica allargata che porta con sè l’anima napoletana ovunque si trovi. Come avvenuto per il nuovo album “We The Squad 2”, registrato tra le colline toscane
Intervistare la SLF significa incontrare una crew di artisti e personalità ben distinte che unendosi moltiplicano i risultati. Sono innanzitutto amici, e come il nome stesso ci suggerisce, una famiglia o quasi. Ad ascoltare il loro We The Squad 2 che esce domani, venerdì 24 gennaio, si percepisce immediatamente come MV Killa, Lele Blade, Vale Lambo e Yung Snapp si siano divertiti e lasciati andare. Ma si sono anche fermati a riflettere sui temi caldi che riguardano la loro città, Napoli. Ancora al centro di episodi di cronaca nera, nonostante l’enorme ondata di turismo che la sta investendo.
È proprio come se anche Napoli facesse parte della squad: è parte attiva del loro racconto, oltre al fatto di condividere lo studio tutti insieme. Come ormai avviene sempre più raramente nella scena rap italiana (e mondiale). Ma è proprio quando si sono ritrovati tutti lontani dalla loro città in uno studio in Toscana, in piena campagna vicino a San Gimignano, che sono riusciti a mettere meglio a fuoco quello che lì stava accadendo e a raccontarlo in Na vita annanz, uno degli episodi più riusciti dell’album, insieme a Geolier.
In questo studio, dove di fianco c’è appunto anche quello di Geolier (vero sostenitore del progetto e presente in ben quattro tracce), virtualmente sono arrivati anche i vecchi amici Guè e Tormento (in 4 Life il primo e in Tutto è possibile il secondo) e un esordiente come Frezza (in Pezzi da novanta). Spesso quando si incontrano le band, i vari componenti si auto-limitano a vicenda, forse perché si sentono meno liberi di parlare quando hanno i loro compagni di fianco. Ecco, con la SLF, anche se ovviamente non è una band ma solo una crew, è esattamente il contrario.
L’intervista alla SLF
Sembra che vi siate proprio divertiti a ritrovarvi per il Vol 2 di We The Squad.
MV Killa: Ci siamo chiesti quando fosse il momento giusto per rifare il mixtape, non vedevamo l’ora. Perché quando lavori singolarmente magari ti concentri solo sul tuo concept e sei meno libero. Noi volevamo invece ritrovarci per fare festa che volevamo, spaziando tra i vari generi delle tracce.
Lele Blade: Come l’altra volta, io mi sono aggiunto un po’ dopo perché stavo facendo il mio disco, mi è dispiaciuto ma ho recuperato. Il mio studio è anche attaccato al loro.
MV Killa: Èil cugino che non viene al battesimo ma arriva dopo alla festa!
Di solito un artista non si sente più libero quando è da solo?
Vale Lambo: Quando lavoro da solo faccio un percorso molto più introspettivo. Quando sono con loro mi sento più libero e mi diverto davvero. È tutto più easy insieme.
Yung Snapp: Anche io mi sento molto più libero. Se sei insieme ti dai degli input per andare avanti. Io spesso lancio le basi e poi vedo chi si gasa di più così da andare avanti.
Mv Killa: Se sei da solo e il pezzo non ti viene, rimani lì a sbattere la faccia contro il muro. Comunque, anche in gruppo, io sono sempre il più cagacazzo. Ma onestamente credo che le critiche abbiano sempre migliorato il nostro lavoro.
A proposito del cugino che arriva tardi al battesimo: qual è il ruolo di ognuno di voi?
Lele Blade: Ok, me la sono cercata…
Mv Killa: Gli vogliamo bene lo stesso però.Io e Antonio (Yung Snaap) spesso siamo quelli che buttano giù le idee, poi arrivano gli altri che le finalizzano.
Yung Snapp: Io metto le basi ma sono anche quello che chiude e tira la zip finale. Amo stare nel dietro le quinte.
Vale Lambo: Io mi sento un po’ il soldato del gruppo. Vado presto e faccio quello che mi sento di fare e che mi chiedono. Non mi piace perdere tempo.
Mv Killa: È il cecchino preciso.
Lele Blade: Oltre ad essere il cugino, mi sento anche quello grande del gruppo, ci tengo veramente parecchio e mi sento il collante del gruppo.
Mv Killa: Cerco di dare una direzione al lavoro e poi, forse, sono quello che ha cercato di ricordare a tutti più spesso di mantenere la nostra direzione. Anche se abbiamo conquistato i dischi di platino ho voluto sempre ricordare di non allontanarci dal nostro terreno e dalla nostra identità che è l’urban con una chiara matrice hip hop.
Dobbiamo continuare a divertirci, senza farci influenzare troppo dall’esterno e da quello che funziona di più in termini di numeri
Per non avvicinarvi mai al pop?
Lele Blade: Mai no, però Marcello ci ha ricordato l’importanza del nostro marchio di fabbrica.
Mv Killa: Più che altro penso che ci abbiamo messo 10 anni per arrivare dove siamo e non dobbiamo rovinare le nostre conquiste. Dobbiamo continuare a divertirci, senza farci influenzare troppo dall’esterno e da quello che funziona di più in termini di numeri.
Lele Blade: Noi dobbiamo anche stare attenti perché la scena a Napoli si è evoluta in maniera diversa rispetto a Milano.
Perché?
Lele Blade: Ci sono artisti che propongono una musica molto dura e vanno primi in classifica. Da noi a Napoli non è così, farebbero più fatica ad accettarlo da parte nostra. E noi dobbiamo partire dalla nostra città per arrivare al resto d’Italia. Poi ci sono anche le eccezioni: pezzi duri come CADILLAC che sono andati molto forte.
MV Killa: È anche un po’ la storia della musica della nostra città.
Non siete mai troppo crudi comunque nei vostri testi.
MV Killa: No, non siamo mai totalmente hardcore.
Yung Snapp: Non viviamo più nemmeno certe situazioni.
Lele Blade: Per noi non deve esistere mai nessuna censura. Ma se penso che una donna potrebbe scandalizzarsi quando ascolta un mio pezzo, non mi piace.
Mv Killa: A me dà molto fastidio però che si condannino i testi di alcuni rapper e poi non vengano messi altrettanto in luce quelli più educativi.
Marcello, tu a un certo punto rappi “Mi vogliono a Rete 4 ma non faccio politica”: voi però in un certo senso la fate, per esempio in Na vita annanz.
Mv Killa: La politica in senso stretto è lontana da noi. Abbiamo voluto parlare più del tema sociale riferito ai ragazzini. Quel brano è nato in un momento particolare: proprio quando eravamo in Toscana hanno iniziato ad arrivarci un sacco di notizie sui fatti di cronaca con protagonisti i giovanissimi e – stando lontani – ci hanno fatto ancora più impressione. Ci siamo sentiti impotenti.
Lele Blade: Ci sono proprio cadute le braccia a sentire quelle news in un momento così fiorente per la città.
Cosa avete voluto dire?
Mv Killa: Abbiamo voluto sensibilizzare su un tema così importante, non educare. Quello deve essere il ruolo delle famiglie e della politica. Abbiamo raccontato la vita di due adolescenti che prendono due strade diverse.
Lele Blade: Io faccio la parte del ragazzo che sceglie la via sbagliata. Che per avere collane e macchine grosse arriva a sparare.
Yung Snapp: Io invece sono il ragazzo che subisce. Racconto che avrei voluto fare una vita normale, però non ho potuto fare niente perché è successa questa cosa e io sono morto. Comunque a Napoli, secondo me, c’è una pressione sociale strana: devi riuscire per forza, costi quel che costi.
Lele Blade: Proprio così, molte cose nella nostra città sono diverse. Per esempio, il sentirsi depressi viene vissuto in maniera particolare: un ragazzo pensa sempre di non potersi fermare. Deve sempre fare qualcosa, non può stare con le mani in mano. Quindi viene da pensare che ti devi prendere quello che vuoi, in un modo o in un altro. Il punto è proprio mostrare che se ti prendi le cose nel modo sbagliato non ottieni niente! Anzi: finisci solo morto o in galera.
Mv Killa: Poi quello che non è per niente semplice è avere prospettive di carriera a Napoli. Noi ce ne siamo dovuti andare per tornare in un secondo momento. Ma quanti ragazzi di 18 anni possono farlo?
A Napoli c’è una pressione sociale strana: devi riuscire per forza, costi quel che costi
Napoli è come se facesse parte della vostra squadra ormai, ma per chiudere bene il disco vi siete dovuti allontanare.
Mv Killa: Comunque è una città caotica, banalmente anche per le nostre vite personali. Quindi per riuscire a concentrarci meglio siamo dovuti andare in Toscana.
Geolier che ruolo gioca invece?
Mv Killa: Ci tiene veramente molto al progetto. Vuole partecipare, ascoltare, dire la sua, anche se non è un pezzo dove è in feat. Una volta che lo abbiamo conosciuto, ed era piccolissimo, non si è mai staccato. È nostro cugino pure lui.
Come avete coinvolto Tormento? È arrivato il momento di un suo ritorno in grande stile?
Lele Blade: Io sono fan da sempre. Fin dal primo episodio avremmo voluto inserire un pezzo di quella che è una colonna del genere per noi.
Per chiudere scegliete il vostro pezzo preferito di We The Squad 2.
Mv Killa: Per me la intro. Era da una vita che volevo fare un pezzo del genere con quel sound. Un po’ anni 2000 ma rivisitato nel 2025.
Lele Blade: Smash, è cool, lo ascolto proprio con piacere come se fosse americano.
Yung Snapp: Shibuya, ispirato da un viaggio che abbiamo fatto in Giappone, sia io che Vale separatamente.
Vale Lambo: Anche per me senza ombra di dubbio Smash.