Interviste

Credi in Te(dua): agli I-Days Milano Coca Cola per vincere le paure e ispirare i giovani

Domani e dopodomani il rapper ligure sarà protagonista di quello che lui stesso definisce un «evento nell’evento». L’abbiamo intervistato prima di uno degli appuntamenti più importanti della sua vita e abbiamo parlato di paure, conquiste e di cosa dovremo aspettarci dai suoi due show

Autore Silvia Danielli
  • Il28 Giugno 2024
Credi in Te(dua): agli I-Days Milano Coca Cola per vincere le paure e ispirare i giovani

Tedua Milano intervista, Foto di Andrea Bianchera

Credere in se stessi è ciò che Tedua cerca di ripetere sempre e comunque a tutti. Probabilmente prima di tutto a sé. Perché si può essere confident finché si vuole ma domani e dopodomani il rapper genovese affronterà un palco veramente importante e sfidante: quello degli I-Days Milano Coca Cola, a L’ippodromo Snai San Siro. Un evento nell’evento se vogliamo riassumere il concetto. Perché prima di Tedua il 29 giugno a Milano ci saranno l’iconico producer Night Skinny, la rising star Kid Yugi e 21 Savage, uno dei rapper più acclamati al mondo, che non ha bisogno di presentazioni. Il 30, invece, non da meno, ci saranno Artie 5ive e l’ex Migos Offset (e sempre Skinny).

Tedua non ha nemmeno mancato di andare come ospite al concerto di Sfera Ebbasta allo Stadio San Siro a Milano lunedì e martedì. L’occasione, però, era davvero di quelle speciali. Oltre a Mercedes Nera e a Lingerie, loro due con Izi e Rkomi (assente solo della prima sera, Ghali) hanno intonato Bimbi. La canzone manifesto del 2016, soprattutto perché vedeva gli astri nascenti della trap sulla stessa traccia. «Il 2016 è stato un momento storico e rimarrà per sempre. Per questo è giusto ricordarlo», ci racconta Tedua in un momento di pausa dalle prove del tour. «Come quando una persona pensa a Fabri Fibra e Mondo Marcio in tv nel 2006».

«Ho cercato di limitare tutto in questi mesi: di non bere troppo, di non fumare niente, di non sprecare la voce, e tutto per preservarla per questi appuntamenti». «Non avrei mai saltato San Siro per nessuna ragione al mondo. Al massimo avrei potuto proporre di andare solo per una data ma Sfera è un mio amico e non lo avrei mai fatto», racconta lui.

Foto di Andrea Bianchera

L’intervista a Tedua

Tedua, che cosa vedremo domani a Milano sul palco? Che cosa ci puoi dire?
Sarà un set molto diverso rispetto a quello dei palazzetti. La scenografia non sarà la stessa e questo per un motivo molto semplice. Il buio è condizionato dal tramonto del sole e non dalle luci, e la variabile pioggia è più che reale. Un altro elemento che ci condizionerà è che abbiamo soltanto un’ora per il cambio palco da quando finisce 21 Savage. Non abbiamo la data zero: si parte così, quindi anche per questo sono un po’ spaventato, anche se so di essere in buone mani.

Chi salirà insieme a te?
Pianoforte, batteria, chitarra, basso e cori sono gli stessi del Forum. Per l’occasione abbiamo chiamato anche dei violinisti per riarrangiare alcuni brani importanti. E ci saranno un bel po’ di ospiti, alcuni cambieranno tra il 29 e il 30. Un’altra cosa che cambia lo show è che deve finire per forza alle 23, per disposizioni del Comune. Quindi farò di tutto per iniziare in maniera precisa alle 21. Dovesse essere solo di un’ora e quarantacinque però, so che sarà decisamente intenso e non penso che qualcuno potrà lamentarsi di aver pagato il biglietto per un’ora di show. Dovrò ridurre forse le interazioni con il pubblico.

Prima di Tedua a Milano potranno anche vedersi Kid Yugi e 21 Savage, Artie 5ive e Offset.
Infatti, sarà un altro festival dentro il festival. Non si tratta di date normali.

Che cosa ti spaventa di più?
Ho due paure. La prima è che non ho la data zero e sono fermo dal 14 dicembre, poi a luglio sono sicuro che sarò molto più sciolto, dopo 4 o 5 date. Comunque, posso dire che si è riaccesa subito l’intesa con la mia band fin dalle prime prove. La seconda paura è che la mia voce non regga, come dicevo prima. Comunque, sono convinto che poi canterò bene e spaccherò tutto.

Se invece pensi a un messaggio da trasmettere dal palco: qual è quello a cui tieni di più?
Non avrò troppo tempo per parlare, dovrò lasciare spazio all’energia della musica. Conoscendomi, cercherò anche di improvvisare, come ho sempre fatto: non ho mai programmato troppo quello che volevo dire. Certo il discorso più importante per me è che io voglio sempre spingere i ragazzi a credere in loro, io mi sento un motivational rapper. Io credo di essere bravo a scrivere, non perché sono un poeta ma perché sono capace di riportare e descrivere gli stati d’animo, in modo semplice.

Voglio infondere nei ragazzi il coraggio per affrontare i periodi della vita che possono metterli a dura prova. Ma soprattutto vorrei aiutarli a risolvere il vero grande problema: capire che cosa si vuol diventare. Che non significa riuscirci ma semplicemente conoscere se stessi. Questa, a vent’anni, è la più grande paura.

A te non è mai capitato?
Per certi versi no, però per un periodo della vita certo: quando stavo lavorando a La Divina Commedia, è stato il mio Inferno.

Quali sono i temi a livello generale invece che ti premono di più?
Evitare la terza guerra mondiale e la censura. Vorrei che i giovani iniziassero sempre di più a non basarsi su slogan pressapochisti, ma che si interessassero alla politica, perché se no la politica la fanno su di noi. Io cerco di informarmi più che posso. Certo, spesso, faccio fatica anche io a farmi un’idea precisa.

Per quanto riguarda la censura?
Percepisco un clima di tensione. Il che da una parte è anche positivo, perché questo malcontento può risvegliare le coscienze. Però è importante sottolineare che non c’è proprio niente di positivo nella censura.

Foto di Andrea Bianchera

Pensi che gli artisti si stiano esprimendo con più coraggio?
Io credo di sì, anche se penso che anni fa fosse più semplice. Io credo fosse più immediato prendere posizione su alcuni temi perché erano meno complessi, come l’aborto o il divorzio. Al giorno d’oggi decidere sull’utero in affitto non è affatto scontato, per fare un esempio.

Se parliamo di Palestina, a te va di esprimerti?
Io ne parlo da quando ho 14 anni perché non posso sopportare nessuna forma di sopruso. Ma sono anche contrario alle forme di violenza contro gli ebrei in Europa. Io poi sono contrario a qualsiasi tipo di guerra. Se l’Italia dovesse decidere di entrarci, preferirei diventare un disertore. Mi considero un pacifista ma cerco la concretezza come risoluzione dei problemi, senza farmi abbindolare dal populismo o dal buonismo che servono solo per la campagna elettorale. Io vorrei che esistessero davvero gli Stati Uniti del mondo dove ci fossero gli stessi diritti per tutti. Ma è pura utopia, perché ci sono troppe differenze culturali e troppa corruzione in questa società capitalistica. Però preferirei non essere io a parlare di determinate cose ma un esperto di geopolitica, come per esempio Dario Fabbri. Se no, si rischia di cadere nel qualunquismo.

Domani a Milano sul palco non ci sarai solo tu. Prima di te salirà Kid Yugi e domenica Artie 5ive: li vedi un po’ come eravate voi Bimbi, come dicevamo all’inizio, nel 2016?
Assolutamente, questi ragazzi del 1999 fino al 2003 sono dei veri fenomeni. E io sono sempre felice di promuoverli.

Le date del Paradiso Tour

  • 06/07/2024 – Ferrara – Piazza Trento Trieste
  • 07/07/2024 – Alba – Piazza Medford
  • 12/07/2024 – Servigliano – Parco della Pace
  • 13/07/2024 – Romano d’Ezzelino – Villa Ca’Cornaro
  • 17/07/2024 – Alghero – Anfiteatro Ivan Graziani
  • 20/07/2024 – Capaccio Paestum – Planet Arena Templi di Paestum
  • 22/07/2024 – Catania – Villa Bellini
  • 24/07/2024 – Molfetta – Banchina San Domenico
  • 24/07/2024 – Roma – Rock in Roma

Tutte le informazioni sulle due sate di Tedua agli I-Days Milano Coca-Cola le trovate qui.

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