Victoria De Angelis se ne frega e vuole farvi ballare: «Sono al massimo della mia ispirazione, arriverà un disco»
Tra sonorità latine e techno, la bassista dei Måneskin è traslocata dietro alla consolle. Un disco in arrivo (con collaborazioni top secret) e date in tutto il mondo, con una breve leg italiana che domani, 22 settembre, la porterà all’Afrobar di Catania. «Nel mondo dell’elettronica e dei DJ c’è ancora molta discriminazione, ma io seguo la mia strada e faccio quello che mi piace e mi diverte»
Baile funk, latin club, techno e un amore insospettabile per la lingua portoghese: l’itinerario di Victoria De Angelis nella musica elettronica è iniziato durante gli anni del liceo ed è arrivato fino al Sudamerica. Per molto tempo è stato un contorno alla carriera primaria come bassista dei Måneskin. Ora la pausa della band le ha consentito di iniziare seriamente a lavorare sul suo progetto solista. Dopo due mix pubblicati su Soundcloud, il primo singolo con ANITTA, GET UP BITCH!, un tour che l’ha portata e la porterà in giro in tutto il mondo, la carriera da solista, anzi da DJ, di Victoria De Angelis è definitivamente iniziata. Stasera suonerà all’Amnesia a Milano, mentre domani, domenica 22 settembre, si esibirà in Sicilia, all’Afrobar di Catania, (biglietti disponibili qui) prima di ripartire per una tournée tra Europa e Americhe fino a dicembre.
Nel frattempo l’artista romana è in quella che definisce la sua fase creativa «a mille». Sta lavorando a collaborazioni internazionali e remix, sta esplorando nuovi territori e arriverà presto un disco. Lo voleva fare da tempo, da quando s’impegnava a organizzare after party a ogni concerto dei Måneskin per potersi posizionare dietro a una consolle. Non tutto però è semplice come potrebbe sembrare. Victoria De Angelis ha dovuto fregarsene anche questa volta, da DJ come da bassista: «Nel mondo dell’elettronica e dei DJ c’è ancora molta discriminazione. Per esempio, se sei una ragazza ti devi vestire con una maglietta nera larga, altrimenti sei automaticamente una stripper e non sai nulla di musica. Una certa estetica ancora è vittima di pregiudizio».
Quando qualche tempo fa pubblicò la copertina del suo secondo mix Miss B1tch 2.0, seguito del primo Victoria’s Treat, in molti la criticarono. Ma Victoria è abituata a certi stereotipi che ha subìto anche i primi tempi con i Måneskin: «Non mi interessano e non mi hanno mai toccata certi commenti. Io penso che alla fine il tuo progetto attrae persone simili a te o con una mentalità simile. Non mi interessa dover piacere o dover essere rispettata da chi è chiuso mentalmente. Io seguo la mia strada e faccio quello che mi piace e mi diverte».
Ciò che Victoria ama del mondo dell’elettronica è tutto quel sottobosco underground che mescola sonorità latine a quelle più scure e seriose della techno. Cita la DJ brasiliana Clementaum e il duo CyberKills. Poi cìè anche Skrillex che l’ha sbalordita dal vivo per l’attitudine punk e i cambi repentini. Una filosofia molto simile alla sua, che mira sempre allo stupore del pubblico, ma soprattutto al divertimento e al senso di comunità che anima le serate nei club di San Paolo.
L’intervista a Victoria De Angelis
Il tour da DJ è ripartito da poco. Negli ultimi mesi, come nei prossimi, sarai in giro per il mondo. Hai notato una differenza particolare tra il fare un DJ Set nel nostro Paese o all’estero?
Secondo me la differenza principale si vede dalla festa, o dal tipo di club, più che dal Paese in cui ti trovi. Poi certo ci sono luoghi caratteristici. Per esempio, Berlino è una cosa a parte. Lì, il clubbing è intrinseco alla cultura delle persone. Hanno un approccio diverso: conoscono i DJ e il tipo di musica che predilige ognuno di essi. Si informano sulla serata. Poi durante il live si avverte quel senso di comunità, basta pensare all’utilizzo limitato del cellulare che li rende più “presenti”. Anche lo Sziget Festival è stato molto figo, o Barcellona, la Romania. È difficile sceglierne uno solo.
In Italia ti esibirai domani all’Afrobar di Catania, ma la tua prima esperienza è stata al Cocoricò. Cosa ricordi di quell’esperienza?
Anche quello è stato uno dei migliori DJ Set che ho fatto. Da un lato c’era l’aura del locale che è storico, dall’altro l’energia della gente. C’era chi rimaneva lì a ballare fino alle sei di mattina. Ti rivelo che quella è stata la mia prima volta assoluta al Cocoricò. Non c’ero mai stata da “cliente”.
Cosa cambia tra il viaggiare con la band e farlo da solista?
L’ambiente generale è molto diverso. Quando viaggiamo con i Måneskin abbiamo un team enorme. In questa nuova esperienza è tutto molto più selvaggio e ristretto, per certi versi quasi pazzo. Di solito siamo io, una mia amica e al massimo un fotografo. Sei in mezzo alla gente, conosci gente e DJ diversi ogni sera. È tutto più pazzo. questo mi piace tantissimo. La differenza maggiore che ho notato però è il fatto che da DJ devi sempre adattarti. Con la band, andiamo, suoniamo il nostro set e siamo certi che il pubblico che abbiamo davanti è lì per ascoltare quelle canzoni. Sei sicuro di te e non hai dubbi.
Ora ogni serata è un’incognita. Devi tenere conto del locale, dei BPM a cui sta suonando il DJ prima di te, ma soprattutto della reazione delle persone e cambiare di conseguenza. Devo ammettere che all’inizio è stato anche un po’ spaventoso, ora è diventato l’aspetto che preferisco. È bello stupirsi di come un mix di due tracce che non hai mai provato prima, stia perfettamente bene insieme. Oppure come un cambio riesca ad aumentare la tensione e l’energia durante il set.
Quando è nata la tua passione per la consolle?
Non da molto in realtà, considerando che ho iniziato a suonare il basso a otto anni. Mi sono avvicinata alla consolle solo da qualche anno. Certo, durante gli anni del liceo, frequentavo le discoteche, facevo tantissime serate. Col tempo mi sono appassionata sempre di più alla musica elettronica. L’idea di fare la DJ ce l’ho sempre avuta, ma tra una cosa e l’altra non avevo mai trovato il tempo. Andando in giro per il mondo mi sono fatta sempre più amici nell’ambiente, finché alla fine due anni fa mi sono decisa. Ho chiamato un mio amico e gli ho detto: “Vengo a casa tua, mi devi insegnare”. Dalla prima volta mi sono innamorata e sono subito andata a comprare una consolle.
Adesso è diventata una vera e propria carriera solista.
Sì, è iniziata questa avventura e finalmente posso farlo in modo professionale. Era da tanto che avrei voluto farlo, ma non avevo proprio la possibilità perché ero completamente impegnata. Pensa che ogni volta che con i Måneskin facevamo un concerto cercavamo di organizzare un after party, in modo che potessi suonare. Cercavo ogni scusa per potermi infilare e fare la DJ, anche nelle feste private. Appena abbiamo finito il tour con la band, mi sono detta: “Ok, questo è il momento giusto”.
Come mai hai deciso di rilasciare i tuoi primi progetti su Soundcloud?
È la piattaforma dove faccio ricerca, scovo produttori ed etichette interessanti. La radio di Soundcloud poi funziona molto bene,è facile trovare dei pezzi simili a quelli che ti piacciono.
Nei mix spazi molto, da CIARA & Missy Elliot fino a CRRDR: assecondi di più i tuoi gusti musicali o scegli i pezzi in base all’atmosfera che vuoi creare?
A me affascina molto l’idea di mixare vari generi. Creare dei set con molti cambi. I miei generi preferiti sono il Baile Funk e il Latin Club. A tutta questa scia un po’ più latina, appunto, che è la parte principale, mi piace unire cose più scure, vicine alla techno, anche elementi più bouncy. L’obiettivo è dare vita a una sorta di viaggio. Infatti, adoro DJ come Clementaum e CyberKills, ma anche Skrillex, soprattutto per la sua attitudine punk, per il suo modo di cambiare e passare in modo repentino dalla dubstep alla techno e a un’altra cosa ancora. Vederlo dal vivo allo Sziget è stato sbalorditivo.
Come ti sei avvicinata al mondo latino e brasiliano?
Non lo so, sai? È successo tutto casualmente e in modo naturale. Quando ho iniziato suonavo roba molto più scura. Poi piano piano ho scoperto questi producer latini. Mi ricordo di una festa in Brasile a San Paolo, lì c’era un’energia imparagonabile. I brasiliani hanno un approccio molto più divertito e rilassato anche nei confronti della techno che spesso è seriosa. Vivono la musica in modo unico, anche con i Måneskin, quando abbiamo suonato lì, ho notato questa differenza. Mi piace mixare delle sonorità ricercate, distorte e, comunque, underground, con qualcosa di più immediato che faccia ballare e divertire la gente. Poi io amo il portoghese.
E il featuring con ANITTA, com’è nato?
Ci conoscevamo da tempo. Ci siamo incontrate la prima volta ai Grammy l’anno scorso, ma poi ci siamo rincontrate in molte altre occasioni. Per GET UP BITCH! purtroppo siamo state costrette a lavorare a distanza, i nostri impegni erano inconciliabili. Io avevo la strumentale pronta da tempo sulla quale avevo provato un sample vocale in portoghese. Il mio desiderio era avere qualcuno che somigliasse a quei ritmi. Mi è venuta in mente ANITTA perché il suo ultimo album è molto vicino a quelle sonorità e per il primo singolo del mio nuovo progetto era l’ideale. Le ho inviato il pezzo, le è piaciuto e dopo una settimana mi ha mandato la registrazione in studio della sua voce. Nonostante sia così famosa è molto disponibile e fa veramente tantissime cose. Non si ferma mai.
Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo futuro per quanto riguarda la tua carriera solista?
Ora non so bene le tempistiche, sicuramente qualche altro singolo e un disco. Sto lavorando a tantissime cose, tra tracce, remix, collaborazioni. La sto vivendo molto tranquillamente, essendo un progetto nuovo.Sono in un periodo di massima ispirazione. Diciamo che è quel momento della fase creativa a mille in cui butti tutto fuori senza sapere poi dove collocherai ogni dettaglio.
Recentemente sei stata anche agli MTV VMAs con Halsey. Da dove è nata l’idea di esibirvi insieme? Che ricordo hai della serata? Mi ha contattato lei dicendomi che aveva questa idea di eseguire Ego con una girlband molto anni ‘90 ispirata tipo alle Hole. Appena mi ha scritto le ho detto subito sì. È stato super divertente.