BigMama, la rapper da scoprire: «Ricordati che sarai sempre “TooMuch” per qualcuno»
Il nuovo singolo della rapper classe 2000 di Avellino esce oggi per Pluggers/LuckyBeard. Uno schiaffo a chi ancora è intrappolato negli stereotipi
Il suo nome è sulla bocca di tutti: Marianna Mammone, classe 2000, nella scena rap è BigMama. Il suo ultimo singolo, TooMuch, è prodotto da Crookers ed esce proprio oggi per Pluggers/LuckyBeard in collaborazione con Epic Records/Sony Music. Un traguardo che la giovane artista di Avellino non avrebbe mai immaginato fosse possibile raggiungere, tornando indietro al ricordo di lei, 13enne, nella sua cameretta: una teenager con la passione per il rap e un gran bisogno di sfogarsi.
Oggi, BigMama è diventata un’icona di forza, femminilità e provocazione: queste le tre parole chiave che guidano la sua identità musicale, plasmata dalla pubblicazione dei primi singoli e giunta, a 21 anni, a un’incredibile consapevolezza. Da Mayday (prodotto da Lester Nowhere) a Formato XXL uscito in esclusiva per Real Talk (prodotto da Crookers, così come la stessa TooMuch), i temi che affronta passano dal body positive alla parità di genere, con una schiettezza in grado di schiaffeggiare il più retrogrado dei modus pensandi. C’è bisogno di BigMama nella scena? Sì. Perché può insegnarci che un cambiamento è possibile e che, a volte, la musica può essere il mezzo più potente per metterlo in atto.
Da piccolissima facevo le gare di karaoke nel mio paese, ero proprio fissata! Cercavo di mettere la musica in ogni briciola della mia vita. Fin quando nel 2013 mi sono avvicinata al rap perché mi hanno portato ad un concerto di Salmo, e lì sono impazzita. A 13 anni, però, ho passato un brutto momento, ero psicologicamente a pezzi, sai, le persone possono essere molto cattive. Avevo bisogno di sfogarmi, ma non mi riuscivo a rispecchiare nei pezzi di nessuno, e per sentire nelle cuffie delle parole che mi aiutassero ho iniziato a scrivere delle cose mie. Il primo pezzo che ho scritto è stato Charlotte, e rimane il mio preferito perché segna il mio inizio, lo canto ancora oggi.
In questi giorni, poi, pensavo al fatto che essere scartata da tutti per una vita, e poi vedere che con la musica ricevi delle attenzioni che non hai mai avuto in altro modo, è meraviglioso. Una delle mie fobie era passare davanti a gruppi di persone ed essere giudicata costantemente, mentre ora mi guardano per le cose che faccio.
Mi porto la rabbia e la voglia di rivalsa. Avellino è una città che non mi ha dato mai niente. Di sicuro non avrei iniziato a fare musica se fossi nata a Milano, dove quando nasci, a nessuno importa di te. È il problema di essere giudicata in una città piccolissima che mi ha spinto a fare musica, tutte le mie insicurezza provengono dall’adolescenza passata lì, nella paura del giudizio degli altri.
Inoltre, ad Avellino, nessuno mi ha mai calcolato a livello musicale, e la cosa terribile è che gli artisti non si aiutano fra di loro. Sono tutti mors tua, vita mea, e in una realtà dove non ci sono soldi per investire sugli artisti bisognerebbe fare squadra. A me invece hanno sempre trattato parecchio male, anche nei primi live, dove nessuno voleva suonare prima di me per non sembrare più “scarso”. Comunque, a parte questo, ad Avellino fanno la pizza molto bene (ride, ndr).
Sono temi difficili. Se se ne parla in maniera naturale, anche senza dire una parola si può dare un messaggio. Io potrei fare un singolo che parla della primavera, per esempio, e aprire il discorso su questi temi anche senza nominarli. Ci sono persone, però – senza fare nomi – che sembrano farlo apposta per aumentare gli ascolti. È assurdo vedere il classico tipo muscoloso o la tipa perfetta o magrissima fare brani in cui si parla di body shaming. È come se io cantassi di qualcosa che non conosco solo per fare numeri. Devo dire che però, nella nuova scuola, soprattutto femminile, stiamo facendo dei passi avanti.
Esatto. Tanti artisti giovani – come Madame (che mi sta più a cuore, e che di stereotipi ne batte tantissimi) o Rosa Chemical – riescono a rompere ogni barriera e le persone li seguono! Immagina solo due anni fa, un rapper che si dichiara bisessuale o gay. Impensabile.
Bisogna iniziare a credere di più in se stessi. In qualsiasi mondo gli stronzi esistono sempre, nessuno cambierà per te, solo tu puoi farlo per te stesso. Se si inizia a credere di più in se stessi, si batte la maggioranza che vive giudicando gli altri. Oggi in molti sono più confident, vedo ragazzini in grado di esprimersi come lo faccio io a 21 anni, quando a me ci è voluta una vita! Siamo sulla strada giusta, secondo me. Una cosa però devo dirla: a volte il perbenisimo e le lotte troppo sbandierate hanno il risultato contrario. È sbagliato il continuo ribellarsi, andare apposta contro corrente, sono comunque argomenti da trattare con le pinze. Non ha senso fare una lotta tutti i giorni a tutte le ore, ha senso farla ogni tanto e farla suonare molto di più.
«Se c’è un momento in cui sono me stessa al 100%, è quando sono BigMama»
Se c’è un momento in cui sono me stessa al 100% è quando sono BigMama e non Marianna. Di Marianna ho la maschera che hanno tutti, quella per piacere per forza agli altri, ma quando sono BigMama non ne ho nessun bisogno. Forse anche da questo viene un po’ la bivalenza. In realtà sono timida, anche se sono autoironica e loquace, ma in molte occasioni ho un’ansia incredibile. Però sono arrivata ad un punto in cui non nascondo più nulla.
Penso sia un’iniziativa giustissima, ma spero che sia solo un momento di transizione. Mi auguro che un domani in Equal ci sia di tutto. È il discorso che facevamo prima: una delle cose che mi dà più fastidio è quando mi scrivono “sei bravissima per essere una donna”. Non mi sono mai presentata come “rapper donna”, se devo mettere i piedi in testa a qualcuno glieli metto comunque, a prescindere se io sia uomo o donna. Adesso è giusto insistere perché il rap, ma non solo, si sta svegliando nei confronti delle donne, ma spero davvero che un domani non ce ne sia più bisogno.
Ti racconto questa: ho fatto un contest di rap, una volta, su Instagram. Sono arrivata in finale con il 90% di altri partecipanti uomini, e hanno deciso di spezzare la gara dividendo gli uomini dalle donne. Mi sono rifiutata di partecipare alla fine.
Con Inoki è andata così: Asian Fake, la sua attuale etichetta, mi contattò proprio mentre stavo per firmare per Pluggers. Dopo la firma con quest’ultima, mi richiamarono per partecipare al brano di Inoki. È uscito fuori un lavoro cucito benissimo, e la cosa bella è che Fabiano mi ha permesso di rappare per quasi tutta la durata del brano, mentre lui interviene per pochi secondi. La sua apertura nei confronti dei nuovi nomi della scena è una cosa nobile. Collaborazioni future? Un featuring con Salmo per me sarebbe un modo per abbracciare la me 13enne e dirle “Hai visto cosa hai combinato”! Ero una fan sfegatata, probabilmente è stato il mio primo amore. L’ho incontrato tante volte, ma mai da artista: non so se sono pronta! (Ride, ndr)
Quello che mi piace del team è che non si prendono mai troppo sul serio, nonostante arrivino ad ottimi risultati! Ho trovato un gruppo di persone che lavora per me e crede in me, sono la mia prima vera opportunità e gli devo moltissimo, abbiamo un rapporto molto bello. A causa del Covid non siamo riusciti mai a vederci spesso, ora cerchiamo di farlo quando possiamo. Quanto ai progetti, sto scrivendo un Ep: mancano giusto un paio di pezzi, forse ci sarà un featuring e spero di avere qualcuno dalla scena campana, ma non vi anticipo nulla!