H.E.R, perché “Back Of My Mind” è l’album che devi ascoltare oggi
Il primo album dell’artista statunitense si muove agile tra classico r’n’b e nuova consapevolezza, in ben ventuno brani di brillante repertorio hip-hop
Venerdì è uscito Back Of My Mind, l’album di debutto (sembra incredibile) della cantante/songwriter H.E.R., ormai conosciuta in tutto il mondo per la sua I Can’t Breathe, l’inno del movimento Black Lives Matter, e per aver vinto quest’anno l’Oscar per la miglior canzone originale.
Gabriella Sarmiento Wilson (suo vero nome all’anagrafe, classe ’97) è un talento cristallino. Ama tutti i generi, si appassiona in egual misura per i Coldplay e per Kendrick Lamar. La sua voce è puro velluto e i suoi testi possono graffiare. Suona il piano – ispirandosi al grande Stevie Wonder – e la chitarra, pensando che il migliore fosse Prince. La riconosci perché porta quasi sempre gli occhiali da sole (ha una collezione che comincia a competere per numero e non per eccentricità con quella di Elton John). Ma ha anche avuto il merito di diventare un’icona in piena esplosione del movimento Black Lives Matter grazie a I Can’t Breathe: un vero e proprio inno r’n’b, acustico, con quell’incedere che ricorda le migliori composizioni di Bill Whiters, dove H.E.R. non urla, ma elenca lucidamente gli orrori del razzismo.
Gabi – per gli amici – ha scelto di farsi chiamare artisticamente così «perché volevo essere una sorta di silhouette, in modo che le persone si concentrassero sulla mia musica non sull’immagine», e ama definirsi, «una ragazza orgogliosamente filippina e nera». Quindi, meticcia e donna: autentici obbiettivi di chi continua sistematicamente ancora oggi negli USA (ma non solo) a innalzare barriere etniche e a discriminare il genere femminile.
Il 2021 è un anno iniziato grandiosamente per H.E.R.: nel febbraio con l’esibizione al Super Bowl, a ruota la vittoria del Grammy con I Can’t Breathe nella categoria canzone dell’anno e culminata con l’Oscar per la miglior canzone originale con Fight For You – co-scritta con Tiara Thomas e D’Mile – per il film girato da Shaka King, Judas And The Black Messiah. Ciliegina sulla torta: prima dell’uscita del suo album di debutto è stata fresca protagonista di una bella performance ai 2021 CMT Awards. Un’autentica celebrazione del mondo country di Hold On con la superstar del genere, Chris Stapleton. Ancora una volta un’esibizione capace di superare le etichette dei generi musicali.
Adesso, finalmente, esce Back Of My Mind (MBK Entertainment/RCA Records/Sony Music). Ed è il suo vero primo album (a precederlo nel lungo formato solo la compilation I Used To Know Her del 2019). Un autentico tour de force, con ben 21 canzoni, in cui dimostra il lato più brillante del suo repertorio hip hop. Come nella iniziale We Made It e in I Can Have It All dove H.E.R. sembra gonfiare il petto facendosi accompagnare con discrezione da DJ Khaled & Bryson Tiller.
In Back Of My Mind, H.E.R. è capace di regalarci momenti r’n’b quasi da camera da letto con la title track dove duetta con Ty Dolla $ign. Poi, H.E.R. si fa accompagnare dalla sua chitarra acustica nella soave Hard To Love o da un piano Fender Rhodes che ricama le melodie dolcissime di For Anyone, che è a metà strada tra il suo maestro Stevie Wonder, e perché no un gigante del pop USA come Billy Joel. Trauma è un r’n’b dai toni lunari e senza gravità, ci regala un’energia particolare.
Ma il capolavoro dell’intero album è la liquida, sinuosa Bloody Waters feat. Kaytranada & Thundercat, sembra una outtake dal capolavoro What’s Going On di Marvin Gaye. Sarà il giro di basso ipnotico e funky di Thundercat o la produzione equilibratissima, ma il pezzo s’incolla sull’ascoltatore e proprio come un post-it ci fa ricordare che è H.E.R è qui con noi e che ci stupirà ancora molto nel futuro.