Vagueair presenta l’album “Orizzonte degli Eventi”: un viaggio tra spazio, tecnologia e amore
Di giorno è un manager di Google a Dublino, di notte scrive e incide musica: Jacopo Alberto Giorgino, artista classe ‘93 nato a Lecce, presenta il suo album d’esordio nella scena musicale italiana
Lo spazio e l’amore nel senso più ampio possibile si intrecciano in un viaggio ricco di sfumature di musica indie ed elettronica. Così possiamo riassumere le sensazioni che vengono evocate dall’ascolto di Orizzonte degli Eventi, l’album d’esordio (con uscita su tutte le piattaforme oggi, 9 giugno) di Vagueair, pseudonimo di Jacopo Alberto Giorgino, artista classe ’93 originario di Lecce.
La musica e la tecnologia: due realtà parallele per il cantautore che ha iniziato a produrre e distribuire i suoi brani nel 2019. Di giorno è un manager di Google a Dublino e di notte scrive e incide musica.
Ecco cosa ci ha raccontato Jacopo, aka Vagueair, a proposito del suo progetto musicale.
Ascolta Orizzonte degli Eventi di Vagueair
L’intervista a Vagueair
Che significato ha il titolo dell’album, Orizzonte degli Eventi?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dai buchi neri: luoghi in cui la gravità è incredibilmente intensa, più che in qualunque altro angolo conosciuto dell’universo. Intorno ad ogni buco nero c’è quello che i fisici chiamano orizzonte degli eventi: il limite oltre il quale nulla può sfuggire alla gravità, neanche la luce.
Pensando ai buchi neri, ho realizzato che somigliano tanto all’amore: un’esperienza in cui si concentra tutto il significato della nostra vita, ma la cui intensità ci può anche distruggere. Un luogo altrettanto ineluttabile e misterioso.
Nelle sette tracce di questo disco, ho rappresentato l’amore come un buco nero e ho cercato di raccontarlo dall’orizzonte degli eventi: l’ultima frontiera dalla quale puoi osservare l’amore senza esserne travolto.
Come ti è venuta questa idea?
In realtà ho scritto i brani di questo disco istintivamente, senza pensare che avessero un filo conduttore. Verso la fine della scrittura, quando ho finito di lavorare a Buchi Neri, mi sono accorto che i brani sono uniti da un tema centrale: l’amore, osservato da una prospettiva esterna. Sono appassionato di spazio, e quindi a quel punto il legame con il concetto di orizzonte degli eventi è stato immediato.
Dicci di più sulla canzone che apre il disco, Buchi Neri.
La relatività ci dice che, se ci trovassimo all’interno di un buco nero e per noi passasse un secondo, fuori dal buco nero sarebbe passato un tempo infinitamente lungo. Per un osservatore esterno, quel secondo può durare miliardi di anni.
Credo che possa succedere la stessa cosa tra due persone: anche un solo secondo insieme può dare un senso a tutto. C’è una frase della canzone che descrive proprio questo concetto: “La vita scorre qui, dove eterno è adesso”. Quando si ama davvero, credo che ci si senta così.
A quale amore ti riferisci?
Nel disco si parla di amore tra due persone, ma anche di amore per l’umanità. Ad esempio in 8 Miliardi il tema è il nostro pianeta: l’unico luogo conosciuto nell’universo ad ospitare la vita. Credo che questo sottolinei la nostra responsabilità di vivere in modo fraterno gli uni con gli altri e di proteggere l’umanità. La frase del testo che racchiude questa è: “Abbracciami lo stesso, se siamo soli nell’universo”.
Una curiosità su 8 Miliardi è che l’ho scritta dopo aver visto la storica foto scattata nel 1990 dalla sonda spaziale della NASA Voyager 1. In quello scatto la Terra è un puntino, un bagliore quasi perso nella luce del sole. Abbiamo voluto rendere omaggio a quella foto nella cover di 8 Miliardi.
Raccontaci qualcosa sugli altri brani del disco.
Droga è una riflessione sulla forza dei sentimenti e sulla dipendenza che possono creare, talvolta anche fisica. È un brano riflessivo e allo stesso tempo pieno di speranza.
Idrogeno invece gioca su un dualismo: l’idrogeno è stato il primo elemento a formarsi dopo il Big Bang ed è alla base di tutto ciò che conosciamo e amiamo. Ma è anche il componente principale della bomba più pericolosa mai costruita, la bomba H. È una canzone travolgente, esplosiva.
Le cover hanno uno stile molto particolare. Come le avete realizzate?
Abbiamo utilizzato DALL·E 2, un sistema di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da descrizioni testuali, per testare centinaia di concept. Partendo da quei concept, la nostra graphic designer Roberta Coppola ha sviluppato gli artwork. Le cover sono un connubio armonioso tra intelligenza artificiale e creatività umana. Ne sono molto fiero.
Com’è lavorare in tech e avere una seconda vita nella musica?
Ho sempre amato sia la tecnologia che la musica. Nella tecnologia esercito il rigore e la razionalità. Nella musica invece mi sento completamente libero di sperimentare e dare spazio all’irrazionalità. In qualche modo scrivere è come andare in terapia: è liberatorio. Non riesco a immaginare la mia vita senza.
Chi ti ha influenzato di più artisticamente?
Amo i Coldplay, le loro sonorità hanno influenzato profondamente il disco. In particolare, l’atmosfera di Orizzonte degli Eventi a volte mi ricorda il loro album Ghost Stories.
Con chi hai lavorato sul disco?
Ho la fortuna di avere un team incredibile con cui ho costruito questo progetto. Domenico Stricchiola ha curato la produzione e il mix di tutti i brani. Roberta Coppola ha diretto il graphic design e realizzato le cover. Francesco Mancarella ha masterizzato i brani e scritto l’arrangiamento per archi di Buchi Neri. Marco Mugo ha collaborato alla produzione con raffinati consigli autoriali. Francesco Leone ha curato i rapporti con la stampa. Senza di loro questo disco non esisterebbe.
Che progetti hai per il futuro?
Mi piacerebbe continuare a occuparmi di tecnologia e, in parallelo, scrivere musica. In questa doppia vita ho trovato il mio equilibrio.