Billie Eilish: è davvero l’album “più felice che mai”? Di sicuro è un gioiello
Non troverete tanta gioia, come l’artista dei record aveva dichiarato settimane fa. Ma apprezzerete sonorità che si sposano perfettamente e un grande conforto al disagio generale
Billie Eilish è davvero più felice che mai, come recita il titolo del suo nuovo album uscito oggi? Probabilmente sì, anche se la prima impressione delle canzoni che lo compongono è opposta. Sulle spalle di Billie ci sono più di 65 milioni di dischi venduti nel mondo e 7 Grammy vinti. Una grande soddisfazione, certo, ma per lei di sicuro anche un peso.
«Nessuna di queste canzoni è gioiosa», aveva raccontato qualche settimana fa a Brittany Spanos di Rolling Stone US. E infatti è così, anche nei cullanti ritmi elettronici spesso molto minimali, non c’è la botta di energia di pezzi come bad guy o bury a friend. Del resto, Billie dichiara subito esplicitamente i suoi intenti con la traccia Gettin Older (diventare grandi). Lo fa raccontando di abusi sessuali (senza voler assolutamente accusare nessuno) e di che cosa significhi davvero crescere nell’ambiente musicale, dovendo fare i conti con questo incredibile successo.
Lo canta con la sua consueta voce intensa e sussurrata su un synth decisamente ossessivo. «Ho vissuto delle cose di cui non ho mai parlato, e non voglio assolutamente farlo», aveva raccontato al Los Angeles Times. «Non voglio parlarne, cazzo. Non voglio dirlo a nessuno, figuriamoci a tutto il mondo di internet. È imbarazzante passare attraverso cose del genere. È il motivo per cui un sacco di donne e uomini – ma soprattutto donne – non dicono a nessuno quello che sta loro capitando».
Del resto, anche quando Billie Eilish aveva incontrato la stampa italiana per il concerto di fine agosto 2019 a Milano (quello della famosa caduta sul palco) lo aveva detto chiaramente. «Già essere adolescente è uno schifo. Figuratevi esserlo sotto i riflettori».
Ma “Sono più felice che mai, almeno, questo è il mio impegno/ Mantenere la calma e dare la priorità al mio bene”, canta sempre nel pezzo d’apertura.
Billie Eilish e i suoni elettronici minimali e vintage
Billie è cambiata ma in fondo non così tanto. Adora flirtare con i suoni del passato. Sostiene nella videointervista concessa a Vevo di essersi voluta ispirare a Julie London, Frank Sinatra, Peggy Lee. «Volevo fare un disco davvero senza tempo che non fosse solo senza tempo per ciò che pensa la gente, ma davvero senza tempo per me», ha spiegato sempre in quella intervista. Ovviamente il suo compagno d’avventura è sempre il fratello – ormai richiestissimo – Finneas. Il loro quartier generale non è più la cameretta della loro casa a Highland Park, quartiere di Los Angeles, ma è nel nuovo studio di Finneas in un luogo tenuto segreto. È nato grazie (è il caso di dirlo) al lockdown perché, forse, se non ci fosse stato, Billie impegnata con il tour e con milioni di iniziative non avrebbe avuto il tempo di scrivere e registrare.
Billie ci riporta in parte ai suoni contemporanei con I Didn’t Change My Number con beat metropolitano e un sound decisamente notturno. Poi ci stupisce ancora con Billie Bossa Nova, decidendo di strizzare l’occhio al tropicalismo con una chitarra acustica. Mostrando in fondo come la bossa nova si adatti perfettamente al suo mood.
Anche il colore jazzy della sua voce in my future, singolo uscito un anno fa, si abbina perfettamente ai suoi cambiamenti.
Billie Eilish e una maggior sicurezza esteriore
Billie è cambiata, anche, nell’aspetto. Via i pantaloni super baggy, i capelli neri con le punte verdi. Ora è biondo platino e ha riscoperto una sensualità volutamente tenuta in secondo piano in precedenza. Si percepisce anche nei video che hanno preceduto l’uscita dell’album (tre diretti da lei), soprattutto in quello di Lost Cause dove appare davvero super-confident con il suo corpo.
Si è notato ovviamente sulla copertina di Vogue UK, dove lei mega-sexy con le forme in primo piano, ha scatenato un numero record di reazioni su Instagram: in soli 6 minuti ha superato 1 milione di like. L’artista ha spiegato che l’importante è sentirsi bene con se stessi, anche se ora ha deciso di esporsi. Può sembrare un mantra assai banale ma non lo è affatto.
Come non lo era il messaggio contenuto in Your Power, altro pezzo già pubblicato, uno dei preferiti dell’artista, dove rifletteva sul potere esercitato da persone più influenti, molto spesso di sesso maschile. «Vorrei che la gente mi ascoltasse. E non solo cercasse di capire di chi sto parlando, perché non si tratta di questo. Non si tratta di una persona. Potreste anche pensare “perché lei è nell’industria musicale”. No, amico. È ovunque», aveva spiegato proprio nell’intervista a Vogue UK.
Perché “Happier Than Ever” è davvero importante
Ecco perché il seguito di When We All Fall Asleep, Where Do We Go? è così importante. Per i messaggi sinceri di un’artista che ancora una volta riesce a farci entrare nel suo mondo in modo viscerale, con il potere di una voce unica. E grazie ai suoni che ci arrivano sottopelle. Forse Billie non sarà ancora felice ma, a neanche 20 anni (li compirà a dicembre) è decisamente riuscita nel miracolo di proporre un secondo album che si rivela una gemma. Sia per scrittura di testi che per accostamento dei suoni versatili. E la conferma come l’artista più importante della sua generazione Z.
Scritto con il contributo di Tommaso Toma