Elton John, in arrivo il nuovo album “The Lockdown Sessions”
Il cantautore britannico ha annunciato la release di un nuovo progetto di inediti al fianco di tantissimi artisti internazionali, in uscita il 22 ottobre
Elton John non sarà il rapper più streammato dell’anno, ma di certo l’hype sa crearlo e anche molto bene: sul suo profilo Instagram, in questi giorni, sono comparsi degli indizi che – con diverse foto in collage – hanno svelato l’uscita del nuovo album The Lockdown Sessions. Il progetto, di 16 tracce, uscirà il 22 ottobre ed è una sintesi della musica registrata dall’artista negli ultimi 18 mesi, con una lista di collaborazioni da far girare la testa.
Anticipato dal singolo Cold Heart (PNAU Remix) insieme a Dua Lipa, a quest’ultima si aggiungono tantissimi ospiti come: Brandi Carlile, Charlie Puth, Eddie Vedder, Gorillaz, Lil Nas X, Miley Cyrus, Nicki Minaj, Rina Sawayama, SG Lewis, Stevie Nicks, Stevie Wonder, Surfaces, Years & Years, Young Thug e molti altri (nel post la tracklist completa).
The Lockdown Sessions rappresenta il risultato dei progetti a cui Elton ha iniziato a lavorare dopo la sospensione del suo ultimo tour, il Farewell Yellow Brick Road Tour, a causa della pandemia. Gli artisti presenti, poi, sono entrati in contatto con Elton John in occasione del suo show Rocket Hour su Apple Music. The Lockdown Sessions è a tutti gli effetti un ritorno alle radici di Elton come session man, e all’insegna della sperimentazione e dell’unione fra generi, generazioni, culture e continenti.
In cinque brani di The Lockdown Sessions, Elton John collabora con il produttore e vincitore di un Grammy Andrew Watt.
The Lockdown Sessions, il ritorno di Elton John
A proposito della genesi del progetto, Elton ha dichiarato: «L’ultima cosa che mi aspettavo di fare durante l’isolamento era fare un album. Ma, mano a mano che la pandemia andava avanti, continuavano a spuntare progetti una tantum. Alcune delle sessioni di registrazione dovevano essere fatte a distanza, via Zoom, cosa che ovviamente non avevo mai fatto prima», spiega l’artista.
«Alcune sessioni sono state registrate con regole di sicurezza molto severe: lavorare con un altro artista, ma separati da schermi di vetro. La cosa certa è che tutte le tracce su cui ho lavorato erano davvero interessanti e diverse, roba completamente diversa da tutto ciò per cui sono conosciuto, roba che mi ha portato fuori dalla mia comfort zone in un territorio completamente nuovo», prosegue. E conclude: «Ho capito che c’era qualcosa di stranamente familiare nel lavorare in questo modo. All’inizio della mia carriera, alla fine degli anni ’60, ho lavorato come session man. Lavorare con diversi artisti durante il lockdown mi ha ricordato questo. Avevo chiuso il cerchio: ero di nuovo un session man. Ed era ancora uno sballo».