La cura di Generic Animal: il track by track de “Il Canto dell’asino”
Luca Galizia ha scelto l’animale più sottovalutato della fattoria per raccontare la fine dei suoi vent’anni, tra fiaba, distopia e il suo immancabile sarcasmo
Il più delle volte quel tipo stronzo vestito da Batman, di cui Luca canta nella traccia d’apertura Zero, siamo siamo proprio noi. Con le nostre insicurezze e la convinzione di essere gli asini della fattoria, dimenticandoci quanto questo animale sia spesso sottovalutato e mal considerato. Il Canto dell’asino, il quinto album di Generic Animal, parte proprio da questo presupposto e, con un’attitudine emo, racconta del senso di sconfitta e della voglia di fuga. L’artista, al tramonto dei vent’anni e con i trenta in agguato, riflette con ironia, e una buona dose di cinismo, sul proprio presente, alternando realtà e fantasia.
Registrato tra l’Outside Inside studio, a Volpago del Montello (TV), Bleach Recording a Gittano di Perledo (LC) e Crossfade studio, a Milano, Il Canto dell’asino è un disco cantautorale che gioca con la distorsione acida delle chitarre elettriche e le incursioni elettroniche dell’autotune. Il disco, rimasto incastrato per diverso tempo, riflette il continuo rimuginare del’artista: solitudine, sogni e l’immancabile nostalgia che scalda il cuore nell’anima punk di Eric che fai?.
Il culmine del disco arriva con l’unico featuring: quando la voce di Luca si fonde con quella di Marta Del Grandi nel ritornello la magia prende forma. Il Karaoke con la cantautrice reduce dal suo bellissimo album Selva, si conclude con una coda elettronica in cui l’artista prende il sopravvento e «l’asino vola».
Generic Animal: il track by track de “Il Canto dell’asino
ZERO
È la traccia d’apertura. Un inno contorto, un raglio d’asino. Una sorta di romanzo che attraversa le fatalità e vicissitudini di una vita qualsiasi e gli stupidi problemi di un cantautore fuori sede. Nel pezzo si incontra uno stronzo vestito da Batman, ed è una persona vera.
TOKYO
È la prima traccia scritta per questo disco e una grande sfida, perché è una canzone basata totalmente su un pianoforte, scritto a tratti utilizzando una chitarra midi e in parte arrangiandolo tasto per tasto. È una canzone iniziata su un volo di ritorno da Tokyo, e parla delle croci e delizie dell’artista.
STARE 1
Superata la parte introduttiva, si entra nel vivo e nell’azione del disco con un pezzo strumentale. È il primo dei tre interludi, arrangiato da Generic Animal e Fausto Cigarini. Si riprendono itemi armonici presenti nel disco, dilatandoli, accorciandoli eframmentandoli. È come un gioco musicale, una destrutturazione strutturata.
BOBBY BALLAD
Una canzone che parla di canzoni (brutte), una ballata (sarcastica), una ninna nanna lenta che la nonna non ricorda più. Un pezzo con un riff crescente, sdolcinato, di tre note, ottenuto scordando all’infinito una chitarra.
TRAMPOLINI
Scritta con Jacopo (Lietti), il tema del pianoforte è di Arianna Pasini e Generic Animal ci ha giocato intorno, aggiungendo un pre-ritornello. È la traccia più epica, distopica e onirica del disco. Parla del partire e tornare a casa da qualcuno che ti aspetta.
27
27 anni ed essere svegliato dai vicini di casa molesti, sentire alle 4 notte di notte un pezzo degli Wham a tutto volume, per poi restare sveglio e mettere in discussone la propria vita. Sentirsi dire, dopo aver bussato sul muro, vai a dormire invidioso. Tragico, comico, un ritmo inarrestabile.
SPIRITO
In Six feet under, famosa serie tv HBO, una frase ritornava spesso: “Lo spirito rimane per sempre”. Questa canzone vuole semplicemente rievocare l’esistenza di un grande spirito, che quando le cose vanno bene, ti fa tornare in te e pensare che è tutto parte di un grande piano. Un’illusione benevola, per andare avanti a stare qui, su questa terra.
STARE 2
Il tema del primo interludio si infittisce e inscurisce. La paranoia di stare chiusi in casa, una sorta di agoraphobia che ti fa osservare e giudicare il mondo (il tuo quartiere) da una finestra.
ERIC CHE FAI?
Parla di un amico scomparso, le prime sigarette, i primi imboschi, i cd comprati insieme. Riff di chitarra inarrestabili e una fratellanza adolescenziale difficile da dimenticare.
GRIGIO MARRONE
È il canto dell’asino, l’animale più mal interpretato e sottovalutato. Forse un becero paragone a questo progetto che negli anni è rimasto incastrato e incompreso, in un mondo di animali più esotici e rumorosi, ma molto meno longevi. Un lamentio o una melodia per ricordarsi di prendersi cura di sé stessi e di chi ami. Abbi cura di te avrò cura di me – Abbi cura dime avrò cura di te – Solo un secondo.
KARAOKE
Una timida e irrequieta canzone d’amore. Marta Del Grandi canta nei ritornelli, fino ad arrivare ad un outro / reprise, stravolgendo completamente il discorso. Potrebbe essere una versione sgangherata di Don’t give up di Peter Gabriel e Kate Bush.
I GRANDI
Un riff apparentemente drammatico, che ricorda sia gli Smiths che i Pinback. Un testo apparentemente enigmatico che dice un po’ “ma io tra di voi cosa ci sto a fare”. Diventare grandi in mezzo ai grandi e un messaggio positivo: guardarsi intorno e vedere il sorriso di un anziano, per capireche forse andrà tutto bene.
STARE 3
La tempesta è finita, la testa è esplosa, il vulcano ha eruttato e della terra rinasce il verde. Tutte queste domande, tutta questa ricerca di certezza, sono scomparse, sostituite da una nuovasensazione di calma e novità.Forse non piove più, la cenere è caduta. Alvin Mojetta ha aggiunto i cori a questo ultima traccia di chiusura.