“The Life of a Showgirl”, tratto da una storia vera di Taylor Swift
Oggi è uscito il dodicesimo album nella carriera della popstar: un disco di dodici tracce a un anno di distanza dall’ultimo progetto e dalla fine del suo “The Eras Tour”

Taylor Swift
Fate largo alla regina dello showbiz. Taylor Swift è tornata con un nuovo album, per l’appunto The Life of a Showgirl. Non che questa sia una novità, dal momento che l’ultimo disco risale ad un anno fa (The Tortured Poets Department) e è uscito durante il suo The Eras Tour. Sempre rimanendo in tema di epoche, da oggi si entra in un’era tutta nuova con TLOAS, un album che prende quasi le distanze da tutti quelli precedenti. D’altronde ogni disco della cantautrice della Pennsylvania rappresenta un mondo ben preciso sia a livello di testi che di sound.
Cosa c’è dietro a The Life of a Showgirl di Taylor Swift
La prima impressione che si ha premendo “play” sull’album The Life of a Showgirl è che comunque, in qualche modo, ci siano delle leggere influenze dagli album precedenti. Nonostante l’album abbia un sound tutto suo, gli ascoltatori più attenti non potranno non notare il lavoro di Max Martin e di Shellback dietro a questo disco. Si tratta dei produttori svedesi che hanno firmato alcuni dei più grandi successi di Taylor Swift, specialmente nell’album 1989.
L’artista infatti ha raccontato di aver lavorato a quest’ultimo progetto durante il maxi tour che l’ha vista esibirsi in tutto il mondo. Durante una puntata del podcast New Heights condotto dai fratelli Jason e Travis Kelce (quest’ultimo futuro sposo di Taylor Swift), la showgirl aveva annunciato a sorpresa proprio l’album, raccontando inoltre di averci lavorato nelle pause dal tour (nelle tappe europee) tra una data e l’altra. «Ero fisicamente esausta a quel punto del tour, ma ero anche così mentalmente stimolata ed entusiasta di creare», ha detto.
Da New Romantic di 1989 si è passati a Actually Romantic in TLOAS; da Out of the Wood (1989) al semplice Wood. Anche i titoli delle canzoni hanno dei riferimenti all’album del 2014 (“era” in cui la cantante frequentava Harry Styles, per intenderci). Non da ultimo, il sound di Elisabeth Taylor ricorda tantissimo Blank Space (tratto sempre da 1989). Sul ritmo del nuovo brano, se lo si ascoltasse senza il testo, ci si potrebbe tranquillamente cantare sopra il passaggio di “Nice to meet you, where you been? / I could show you incredible things”.
Si alza il sipario: inizia lo show (girl)
TLOAS è fatto di sonorità ben precise, squisitamente pop ma anche molto delicate e raffinate. Dai testi si può trarre molto delle esperienze della cantautrice. Una vita da showgirl tra il nuovo album, le registrazioni in studio, il tour e (soprattutto) la riconquista dei suoi precedenti album.
Taylor Swift è solita mettere molto della sua vita e delle sue esperienze personali nella sua musica, e questo album non è certo l’eccezione alla regola. Una differenza però c’è, probabilmente dettata anche dal recente fidanzamento con il giocatore di football Travis Kelce. In questo disco c’è un pizzico di ottimismo in più. Nella maggior parte dei suoi testi Taylor Swift parla in modo molto critico (e talvolta anche nostalgico) delle sue storie amorose. Stavolta lo schema è stato rotto. In alcuni passaggi, tra i testi delle dodici tracce che compongono The Life of a Showgirl, Taylor Swift è irrimediabilmente romantica.
Le possibili dediche a Travis Kelce
Ad esempio, nella prima traccia, The Fate of Ophelia, c’è un passaggio che dice: “Keep it one hundred / On the land, the sea, the sky / Pledge allegiance to your hands / Your team, your vibes”. Inoltre in questo brano viene ribaltata la (inizialmente tragica) storia di Ofelia, la protagonista dell’Amleto di Shakespeare. In questo album Ofelia ha il suo lieto fine.
Non passano nemmeno inosservate le frasi in Honey: “What’s the plan? / You could be my forever-night stand”. Un pezzo che potrebbe ingannare gli ascoltatori e portarli nel mood della ballad, ma che in realtà ha una produzione con influenze addirittura hip hop.
Un orecchio attento però non lascia passare Father Figure, cui passaggio in cui si dice “I’ll be your father figure / I drink that brown liquor / I can make deals with the devil because my dick’s bigger / This love is pure profit / Just step into my office / I dry your tears with my sleeve”. Potrebbe essere un riferimento della cantante a Scott Braun, dirigente discografico ed ex manager di Taylor Swift a causa del quale lei ha dovuto riregistrare i suoi album per riottenere il controllo dei suoi master. Dopo una lunghissima disputa legale, la cantante è tornata in possesso delle sue registrazioni originali.
Un album fortemente evocativo
L’album spazia tantissimo a livello di sound, ma mantiene comunque una direzione pop molto precisa nella cornice della tracklist, ricca di titoli evocativi. Anche la stessa copertina è fortemente simbolica e richiama, come sempre, il titolo del progetto. Taylor Swift ci ha svelato quali sono gli alti e i bassi di una vita frenetica da showgirl. Inoltre c’è un deciso richiamo allo stile anni ‘20 tra pavoni, piume e vestiti che ricordano le ballerine di Las Vegas. The Life of a Showgirl è decisamente un album effervescente.
A chiudere l’album c’è una bellissima (e ricercata) collaborazione con Sabrina Carpenter, la nuova stella di punta del pop internazionale. La canzone è perfetta come conclusione. Non solo è quella che dà il titolo al disco, ma le voci delle due cantanti si mescolano al punto da accompagnare gli ascoltatori all’uscita del gran teatro di showgirl che è stato preparato per l’album. Il clap di mani nelle sonorità ci dirige verso l’uscita di quello che con tutta probabilità sarà l’ennesimo album di successo di Taylor Swift.