Biffy Clyro: «“A Celebration of Endings” è nato ascoltando Janet Jackson»
Il 14 agosto esce il nuovo album in studio del trio scozzese. Come di consueto, un disco improntato a tanti approcci diversi nel segno di una piena libertà creativa, «purché i pezzi suonino bene». Li abbiamo (virtualmente) incontrati
Tutto pronto per l’uscita del nuovo album in studio dei Biffy Clyro. Anticipato nel corso degli ultimi mesi dai singoli Instant History, End Of, Tiny Indoor Fireworks e Weird Leisure, A Celebration of Endings esce il 14 agosto per Warner Music.
Si riconferma produttore Rich Costey, già al lavoro con band come Muse, Foster The People, Interpol, oltre che sul loro precedente album Ellipsis del 2016. In attesa dei concerti veri e propri, il trio scozzese sarà impegnato in diverse attività in live streaming. Il 15 agosto l’album sarà presentato dal vivo – senza pubblico – presso “un’iconica venue di Glasgow” (forse il Barrowland?). E per i fan italiani, l’8 settembre ci sarà un meet & greet con live esclusivo per chi acquisterà l’album su Mondadori Store.
Il titolo A Celebration of Endings e le tematiche dell’album
«Si tratta dell’accogliere il cambiamento», spiega il frontman Simon Neil, in conferenza stampa via Zoom, a proposito delle ragioni del titolo. «A volte nella vita le cose cambiano in modo veloce e anche drammatico. Non sempre è dovuto a una tua scelta. Ma puoi cercare di trarre il meglio da una situazione negativa. Per questo non penso che qualcosa che finisce o cambia sia di per sé negativo. Per cui lo vedo come un titolo positivo».
E sull’introduzione di tematiche più politiche che in passato all’interno delle canzoni, precisa: «Più che di politica, si tratta di buon senso. In questo periodo storico la nozione vera e propria di “politica” si è un po’ persa. Si tratta piuttosto di essere empatici con gli altri, di avere a cuore la propria comunità. Ciò che tutti noi amiamo della musica è che unisce le persone, in uno spirito di condivisione. Certamente questo non è quello che vogliono in questo momento i leader politici britannici e americani».
Le influenze che non ti aspetti: Janet Jackson
Il primo singolo estratto da A Celebration of Endings è stato l’epicheggiante Instant History. Un tipo di sonorità piuttosto inusuale per i Biffy Clyro – meno chitarre, più synth – che peraltro costituisce un unicum all’interno dell’album. «Che ci crediate o no, mentre facevamo l’album abbiamo ascoltato parecchio l’album di Janet Jackson Rhythm Nation (del 1989, ndr)», racconta Simon. «Avevamo già le parti di chitarra pronte, in qualche modo l’ossatura del disco c’era. Nel bel mezzo delle sessioni ci è sembrato che avessimo ancora spazio per una canzone che accogliesse i suoni e la produzione di artisti che non avevamo mai avuto prima come riferimento. Sostanzialmente si tratta di un pezzo pop moderno. Quell’album di Janet Jackson è un disco pazzesco: ha un bellissimo modo di fare pop music con un piglio “avanguardistico”».
Quella di Instant History non è l’unica “divagazione” sonora di A Celebration of Endings. Tanto per fare un esempio, c’è anche la peculiarità della traccia conclusiva Cop Syrup (gioco di parole con “cough syrup”: lo sciroppo per la tosse contenente codeina, un oppiaceo, è utilizzato come stupefacente da molti giovani, soprattutto in America), bizzarro patchwork di segmenti elettrici e acustici, che parte da una strofa in stile primo grunge (alla Mudhoney, per intenderci) per sfociare in un intenso crescendo sinfonico sul finale.
Non a caso, se Simon Neil dovesse riassumere in una parola il sound della band, direbbe: «Libertà. Non tutti amano tutte le canzoni che facciamo. A volte facciamo pezzi country, a volte metal, a volte punk, a volte pop. Ma tutte le nostre canzoni sono definite dal fatto che la band ha solamente bisogno di noi tre che suoniamo. Non mi importa il tipo di musica che facciamo, purché i pezzi suonino bene».
I concerti in streaming
Riguardo ai prossimi appuntamenti in live streaming di cui sopra, Simon spiega: «Non ci siamo sentiti molto creativi durante il lockdown. È bello quindi fare delle sessioni e suonare le canzoni, sentendo che stai comunicando qualcosa agli altri. Pensavo che avremmo scritto e registrato un sacco di nuovi pezzi, ma il trauma del lockdown – con la sua ombra di minaccia esistenziale – ha un po’ rallentato la nostra creatività al momento. È bello che adesso le cose stiano lentamente tornando vicino alla normalità».
Ovviamente con una precisazione: «Lo streaming non è come un vero concerto. Certo, è un ottimo strumento ed è anche bello vedere il modo creativo in cui le persone lo stanno sviluppando. Ma niente batterà mai lo stare tutti insieme in un locale. Quella è l’essenza dell’essere una rock band. Nel Regno Unito sono stati sperimentati alcuni concerti in modalità drive-in o con capienza ridotta ma non penso che siano sostenibili economicamente per le venue, e anche per il pubblico è un’esperienza diversa. Passeranno ancora alcuni mesi per capire cosa succederà. Ma se dovremo adattarci, lo faremo».
A Celebration of Endings – Tracklist
- North of No South
- The Champ
- Weird Leisure
- Tiny Indoor Fireworks
- Worst Type of Best Possible
- Space
- End Of
- Instant History
- The Pink Limit
- Opaque
- Cop Syrup