Le 10 canzoni più belle dei Velvet Underground
Riscopriamo la carriera della leggendaria band americana attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più memorabili
I Velvet Underground sono una delle band più influenti e rivoluzionarie della storia della musica rock, nonostante il loro successo commerciale limitato durante la loro carriera attiva. Il gruppo, nato a New York nella seconda metà degli anni ’60, ha definito un nuovo standard per il rock alternativo e d’avanguardia, mescolando sonorità sperimentali, liriche provocatorie e tematiche oscure. Grazie alle loro canzoni, l’impatto dei Velvet Underground si è esteso ben oltre la loro breve esistenza, influenzando generazioni di musicisti a venire.
Gli inizi
La band si formò nel 1964 quando Lou Reed, giovane cantautore e chitarrista con un gusto per testi diretti e crudi, incontrò John Cale, musicista gallese con un background classico e sperimentale. Reed, che già lavorava come autore per una piccola etichetta discografica, stava cercando un suono che rispecchiasse la vita dura delle strade di New York, mentre Cale era affascinato dalle sonorità d’avanguardia e minimaliste. Insieme diedero vita a un sound unico e originale che mescolava il rock and roll con elementi di musica d’avanguardia e free jazz.
La formazione si completò con il chitarrista Sterling Morrison e la batterista Maureen Tucker. Nel 1965, con questa lineup stabile, la band iniziò a esibirsi nei locali underground di New York, attratta dalla scena artistica bohémien e provocatoria della città.
L’incontro con Andy Warhol
Un momento cruciale per la carriera dei Velvet Underground fu l’incontro con Andy Warhol. Quest’ultimo diventò il mentore e produttore della band, non tanto per la sua esperienza musicale, ma per la sua capacità di promuovere il gruppo e inserirlo nel contesto artistico della New York degli anni ’60. Fu sotto la sua direzione che la band creò il primo album e venne integrata nell’Exploding Plastic Inevitable, uno spettacolo multimediale che combinava musica dal vivo, proiezioni di film e performance artistiche.
Warhol inserì anche la modella e cantante tedesca Nico nella band per il loro album di debutto, dando al progetto un tocco europeo. Anche se la band non era completamente d’accordo con questa decisione, The Velvet Underground & Nico (1967) divenne un’opera fondamentale del rock. L’album è famoso non solo per le sue tracce ma anche per la celebre copertina creata da Warhol con la banana gialla.
The Velvet Underground & Nico
Il primo album dei Velvet Underground, The Velvet Underground & Nico, fu un’opera innovativa e controversa. Le canzoni dell’album trattavano argomenti che erano tabù per l’epoca, come la dipendenza dalla droga (Heroin), la prostituzione (Venus in Furs) e le relazioni sadomaso. Il mix di testi crudi e poetici di Lou Reed e gli arrangiamenti sperimentali di John Cale (incluso l’uso del violino elettrico) creavano un suono mai sentito prima.
Nonostante la sua importanza storica, l’album non fu un successo commerciale all’uscita. La sua promozione fu ostacolata da problemi legali, censura e una distribuzione limitata, ma nel corso degli anni venne rivalutato come uno dei dischi più influenti nella storia della musica rock.
La transizione
Dopo l’uscita del primo album, i Velvet Underground cominciarono a prendere direzioni musicali diverse. Il secondo album, White Light/White Heat (1968), fu ancora più sperimentale e rumoroso rispetto al primo, con brani come Sister Ray che duravano più di 17 minuti e riflettevano una sensibilità d’avanguardia sempre più estrema.
Tuttavia le tensioni all’interno della band iniziarono a crescere, specialmente tra Lou Reed e John Cale. Reed, che voleva un approccio più orientato verso il rock convenzionale, non era più in sintonia con l’approccio radicale di Cale. Nel 1968, Reed fece in modo che Cale lasciasse la band, sostituendolo con Doug Yule. Con Yule i Velvet Underground si spostarono verso un suono più accessibile, ma mantennero la loro vena poetica e introspettiva.
Gli album The Velvet Underground e Loaded
Il terzo album, intitolato semplicemente The Velvet Underground (1969), rappresentò un cambiamento significativo nello stile della band. Il suono si fece più intimo e riflessivo, con brani come Pale Blue Eyes e Candy Says che mostrarono una vulnerabilità emotiva in contrasto con il caos sonoro dei primi due dischi.
L’ultimo album della band con Lou Reed, Loaded (1970), cercava di essere più commerciale e radiofonico. Canzoni come Sweet Jane e Rock & Roll divennero successi postumi, ma al momento dell’uscita l’album non riuscì a dare alla band il successo che sperava.
La fine della band
Nel 1970, frustrato dalla mancanza di successo commerciale e dalle tensioni interne, Lou Reed lasciò i Velvet Underground. Anche se il gruppo continuò per un breve periodo con Doug Yule come leader, la magia originale della band era ormai scomparsa. Reed iniziò una brillante carriera solista, mentre i Velvet Underground divennero un culto, con i loro dischi che influenzarono un’intera generazione di musicisti punk, post-punk e alternativi.
L’eredità artistica
Nonostante la loro breve carriera e il limitato successo commerciale, l’influenza dei Velvet Underground è vastissima. Brian Eno una volta disse: “Solo 30mila persone hanno comprato il primo album dei Velvet Underground, ma ognuna di loro ha formato una band“. Questa frase riassume perfettamente l’eredità del gruppo: una fonte d’ispirazione per innumerevoli artisti che trovarono nella loro musica una via per esprimere emozioni e suoni non convenzionali.
I Velvet Underground sono considerati i precursori del punk rock, del post-punk e di buona parte della musica alternativa degli anni ’80 e ’90. Band come i Sonic Youth, i R.E.M., e artisti come David Bowie e Iggy Pop hanno citato il gruppo come una delle loro maggiori influenze.
Dieci canzoni iconiche dei Velvet Underground
Heroin
Heroin è una delle canzoni più iconiche della band. Con la sua struttura libera e l’uso di crescendo sonori che imitano gli alti e bassi dell’esperienza con l’eroina, questa canzone non è solo un viaggio musicale, ma anche una rappresentazione psicologica ed emotiva. Lou Reed, con la sua voce distante e poetica, descrive la spirale della dipendenza senza glorificare né condannare.
Pale Blue Eyes
Questa ballata dolce e malinconica è una delle canzoni più intime dei Velvet Underground. Lou Reed canta di un amore perduto con una delicatezza sorprendente, esprimendo vulnerabilità e nostalgia. Il ritmo lento e gli accordi semplici del brano sono accompagnati da un’interpretazione vocale che è allo stesso tempo dolce e devastante.
Sweet Jane
Uno dei brani più conosciuti dei Velvet Underground. Sweet Jane è un classico del rock che mostra il lato più accessibile e radiofonico della band. Con il suo riff di chitarra indimenticabile e i testi che raccontano la vita di strada e la libertà del rock and roll, questa canzone è diventata un inno per molte generazioni di fan.
Venus in Furs
Venus in Furs è una canzone che esplora temi di sadomasochismo, ispirata all’omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. La voce di Reed, il suono ipnotico del violino elettrico di John Cale e l’oscura e sensuale atmosfera del brano la rendono una delle canzoni più audaci e affascinanti della band.
Sunday Morning
A differenza di molte altre tracce dell’album di debutto, Sunday Morning è una canzone dolce e malinconica, con un suono etereo e una melodia delicata. La voce morbida di Lou Reed e l’arrangiamento arioso fanno di questo brano un perfetto risveglio domenicale, intriso di un senso di quieta malinconia.
Rock & Roll
Rock & Roll è un inno al potere salvifico della musica. Lou Reed racconta la storia di Jenny, una ragazza che trova conforto e salvezza attraverso la musica rock. Il brano ha un’energia vibrante e un testo che celebra la forza della musica come mezzo di liberazione.
I’m Waiting for the Man
Questa canzone narra l’incontro di un uomo con il suo spacciatore di droga a Harlem, raccontato con il tipico realismo crudo di Lou Reed. Con il suo ritmo pulsante e ripetitivo, I’m Waiting for the Man è un ritratto vivido della vita nelle strade di New York e delle esperienze borderline.
All Tomorrow’s Parties
Con la voce glaciale di Nico e un arrangiamento sonoro ipnotico, All Tomorrow’s Parties è una delle canzoni più maestose della band. Il brano esplora il tema dell’alienazione e della solitudine, riflettendo la decadenza della vita notturna newyorkese. La ripetitività della melodia e la profondità delle liriche rendono questa canzone una delle più potenti emotivamente.
Femme Fatale
Femme Fatale è una canzone che Lou Reed scrisse su richiesta di Andy Warhol, ispirata alla modella Edie Sedgwick, una delle icone della Factory. Cantata da Nico, il brano ha un tono dolce ma al tempo stesso venato di una sottile ironia e tristezza. È un ritratto affascinante della figura della femme fatale, seducente ma pericolosa.
Sister Ray
Sister Ray è un’epica traccia di oltre 17 minuti che cattura il lato più selvaggio e sperimentale dei Velvet Underground. Con una struttura libera e una performance vocale quasi isterica di Lou Reed, il brano racconta storie di droghe, sesso e violenza in un caos sonoro di chitarre distorte e tastiere.
In conclusione
Con le loro canzoni, i Velvet Underground hanno dimostrato che l’arte può sfidare le convenzioni, rompere i confini e rifiutare il compromesso. Sebbene non abbiano mai ottenuto il successo mainstream durante la loro carriera attiva, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica, continuando a ispirare e provocare artisti e ascoltatori. La loro carriera è un esempio di come la vera innovazione artistica spesso venga riconosciuta solo col tempo.
Queste dieci canzoni rappresentano il cuore del lavoro dei Velvet Underground, una band che ha sfidato le convenzioni musicali e liriche del proprio tempo. Ogni brano offre una visione unica del mondo sonoro e poetico della band, dalla cruda realtà urbana alle riflessioni personali, passando per l’energia ribelle del rock. Nonostante il limitato successo commerciale all’epoca, la loro musica ha continuato a crescere in influenza e rilevanza, diventando un punto di riferimento per chiunque voglia esplorare il potenziale rivoluzionario della musica.